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- 1 Esistono diversi tipi di compressore: a vite, a pistone, con trasmissione a cinghia, monostadio, coassiali. Quali sono le differenze e quale è il più indicato per i nostri lavori?
Esistono diversi tipi di compressore: a vite, a pistone, con trasmissione a cinghia, monostadio, coassiali. Quali sono le differenze e quale è il più indicato per i nostri lavori?
Comprimere l’aria con un compressore e poi farla riespandere significa avere una forza propulsiva notevole, immediata e “pulita.” Ecco quindi che, da antichi strumenti come il mantice del fabbro, che aspirava l’aria e la soffiava sulla forgia, siamo arrivati ai moderni compressori con motore elettrico.
Possiamo definire il compressore ad aria come una macchina operatrice pneumofora, cioè una macchina che innalza la pressione di un gas con l’impiego di energia meccanica. Quando liberiamo il gas, nel nostro caso l’aria compressa, otteniamo nuovamente quasi tutta l’energia impiegata per comprimerla, per consumarla in modo utile.
Come scegliere un compressore?
Per trovare il compressore che meglio si adatta alle nostre esigenze dobbiamo stabilire con esattezza qual è il nostro fabbisogno di aria compressa in funzione degli usi a cui lo vorremmo destinare
Quali sono le tipologie principali di compressore?
I compressori si dividono in due categorie in base alla tecnologia costruttiva che li contraddistingue:
- coassiali, il compressore è direttamente collegato al motore elettrico.
- traino-cinghia, il compressore è collegato al motore elettrico tramite appunto una cinghia.
I primi sono più adatti ad utilizzi hobbistici o professionali ma discontinui, mentre i secondi rispondono ad esigenze specifiche di artigiani e piccole-medie imprese, impieghi in cui l’aria compressa è tra le fonti primarie di energia (si parla infatti di compressore professionale).
Compressori Coassiali
I più comuni compressori hobbistici coassiali con serbatoio, quelli che troviamo normalmente in vendita, funzionano grazie a una pompa a pistone, lubrificata a olio, azionata da un motore elettrico. La pompa comprime aria nel serbatoio per mezzo del movimento alternato del pistone stesso. L’aria in entrata, aria compressa, viene trasferita tramite un grosso tubo metallico dal cilindro al serbatoio.
Nel compressore volumetrico, un pressostato, di regolazione e sicurezza, gestisce l’alimentazione elettrica e provvede a interrompere il funzionamento del motore quando la pressione raggiunge un valore limite, circa 9 bar. Dopo il pressostato c’è un riduttore di pressione in uscita, con manometro di regolazione manuale. All’ugello di scarico si innesta un tubo flessibile, collegato all’attrezzo da usare. All’interno di questa categoria esistono anche i compressori piccoli e portatili.
Come è fatto un compressore coassiale
Sopra al classico serbatoio cilindrico del compressore coassiale è alloggiato il motore, protetto da un carter, ma in modo che filtro dell’aria e serbatoio dell’olio con spia rimangano accessibili. Dall’altra parte troviamo i due manometri, che segnano la pressione del serbatoio e quella in uscita, regolabile. Sono intervallati dal pressostato con funzioni di controllo e comando del motore in base alla pressione. All’uscita dell’aria si innesta un tubo flessibile, per utilizzare direttamente l’aria compressa o per collegarsi ad utensili, percussori, pistole a spruzzo con serbatoio che contengano liquidi a varie funzioni, come vernici o detergenti.
I serbatoi di questo tipo di compressori vanno dai 24 ai 50 litri ed i motori sono monostadio a uno o due cilindri con o senza lubrificazione. La lubrificazione convenzionale comporta il rilascio nell’aria compressa di minuscole particelle di olio; queste possono essere eliminate da appositi filtri all’uscita del regolatore di pressione; nel caso dei compressori oilless, a scapito di una leggera riduzione della portata (circa il 10%), si ottiene aria con assoluta assenza di olio che li rende particolarmente adatti ad operazioni di verniciatura ove l’assenza di olio è indispensabile.
I più comuni compressori coassiali in commercio sono in genere leggeri e compatti, montati su ruote e con maniglia per un comodo trasporto. Troviamo una vastissima gamma di modelli, con prestazioni e prezzi per tutte le esigenze.
Compressori silenziati monostadio a pistone lubrificato
I compressori silenziati monostadio a pistone lubrificato sono adatti all’utilizzo hobbistico e professionale leggero, possono essere a uno o a due cilindri, sia coassiale sia con traino a cinghia. Le loro peculiarità e punti di forza sono una tecnologia semplice e la facilità di produzione e montaggio, che gli conferiscono economicità e affidabilità.
Compressori ad aria Monostadio senza olio
Ci possono essere uno o due pistoni, ma la grande differenza è la mancanza della lubrificazione a olio che in questo caso è garantita da particolari cuscinetti a sfere o ad aghi di tipo autolubrificante, per le parti rotanti, e rivestimenti di materiale antifrizione, per pistone e cilindro.
Compressori a cinghia
I compressori professionali a cinghia sono macchine destinate a una lunghissima durata, apprezzati da chi prevede di farne un utilizzo intensivo grazie alla possibilità di utilizzare numerosi utensili: con l’aria compressa si possono alimentare avvitatori a bussole, seghetti, chiodatrici, levigatrici di vario tipo e molto altro ancora. Nella maggior parte dei casi si tratta di compressori bicilindrici monostadio, ossia entrambi i pistoni hanno pari diametro e indirizzano la produzione d’aria al serbatoio, con vibrazioni minime, rumorosità ridotta e basse temperature d’esercizio, quindi con un’ottima resa. Infatti, quando l’aria per effetto della compressione viene riscaldata, tende a dilatarsi e a offrire maggior resistenza alla compressione stessa, oppure a occupare uno spazio maggiore all’interno del serbatoio. A parità di dimensioni del serbatoio, le macchine monostadio permettono una riserva d’aria superiore.
Come è fatto il compressore a cinghia?
Quali lavori si possono svolgere?
Gonfiare
Soffiare
Scalpellare
Verniciare
Detergere
Avvitare