Il multiutensile Valex Multijob 180 è abbastanza contenuto nelle dimensioni, robusto e pesante, il motore velocissimo fa oscillare di pochi millimetri l’utensile attivo 22000 volte al minuto. Tre utensili in dotazione permettono di tagliare, raschiare e levigare legno, plastica e altri materiali
Valex Multijob 180 è un utensile multifunzione con elemento attivo oscillante si diffonde sempre più grazie alla versatilità, alla semplicità e alla sicurezza di utilizzo. L’alberino secondario oscilla di alcuni millimetri, quel tanto che basta per tagliare, mediante apposite lame, per levigare superfici, mediante platorello e carta abrasiva, per raschiare rimuovendo colle, siliconi, intonaci, moquette ecc, mediante una robusta spatola. l Fa parte di questa categoria anche il Valex Multijob 180, la cui caratteristica principale si identifica nella potenza espressa, ovvero 180 W. Considerato il peso non indifferente (che fa immaginare una meccanica ben strutturata) e la lunga leva offerta dal corpo della macchina, si comprendono bene le motivazioni dell’efficacia del Valex Multijob 180, le cui vibrazioni si ripercuotono solo in minima parte sull’impugnatura e quasi del tutto sull’utensile attivo, che si muove a 22000 oscillazioni al minuto. L’impugnatura è confortevole perché sulla parte posteriore il corpo si ripiega in basso e questo aumenta considerevolmente la presa sull’elettroutensile, rendendo meno faticoso il lavoro lungo e continuativo. Valex
Corretto accoppiamento fra utensile e flangia
Il fissaggio degli utensili del Valex Multijob 180 è affidato a una vite con testa a brugola che si avvita nel foro assiale filettato dell’albero oscillante, andando così a stringere e rendere solidale l’utensile con l’albero stesso. La flangia dell’albero ha 4 rilievi che trovano riscontro nella serie di fori presenti sull’attacco dell’utensile, disposti attorno al foro centrale.
- Per mettere in condizioni l’utensile di turno di svolgere al meglio il proprio compito, bisogna fare sì che non scivoli sulla flangia d’attacco. I rilievi presenti, quindi, devono essere ben pressati nelle loro sedi; questo lo si ottiene mediante la rondella a tazza in dotazione, che va messa nella corretta posizione, con il bordo esterno in appoggio sull’utensile. Con lame e raschietti, ovvero utensili sottili, in corrispondenza della flangia d’attacco, si usa la rondella a tazza grande.
- Un’altra raccomandazione riguarda il senso di montaggio dell’utensile; quando la sua forma non è piatta, ma a “esse”, bisogna fare attenzione a montarlo con la parte terminale sporgente rispetto alla testa della vite che lo serra.
- Il serraggio con la chiave a brugola manda “a pacco” la rondella, appiattendola completamente sul piano dell’utensile, e di conseguenza quest’ultimo sulla flangia d’attacco, con accoppiamento molto saldo di tutto l’insieme.
- Dato che il platorello ha una sede poco più larga della testa della vite di fissaggio, in questo caso va applicata la rondella a tazza piccola, che vi entra di misura. Anche in questo caso, bisogna stringere saldamente con la chiave a brugola.
- I fogli di carta abrasiva si immobilizzano alla base del platorello con sistema a velcro.