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Casetta da giardino fai da te per piante… ma non solo!

casetta da giardino fai da te

Collocata ai margini del giardino, in un luogo ombreggiato, la casetta da giardino fai da te può essere utilizzata come serra e come angolo per rilassarsi, leggere un libro o fare colazione, senza dover spostare nulla; la sua costruzione è meno difficoltosa di quanto sembra

Una casetta da giardino fai da te è ideale per permettere a molte piante da giardino fiorite o da orto di svilupparsi anche nelle mezze stagioni, caratterizzate da temperature ancora un po’ rigide prima del sorgere del sole e dopo il tramonto; possono continuare il loro ciclo senza spostarle anche quando arriva il gran caldo, se la casetta da giardino fai da te è posta in una zona ombreggiata e provvista di aperture che favoriscano la circolazione dell’aria. La struttura appena descritta è di fatto una serra, ma quella che proponiamo è decisamente più evoluta: il volume disponibile e alcune intelligenti soluzioni permettono di utilizzarla anche come salottino. Lo spazio per le diverse piante è ricavato lungo il perimetro interno, mentre al centro rimane disponibile un’area sufficiente a collocarvi un tavolino e un paio di sedie, senza limitare la libertà di movimento per accudire le piante. La parete di fondo della casetta da giardino fai da te è cieca, per dare un minimo di riservatezza, ma le pareti laterali e il frontale offrono ampie superfici vetrate; la copertura è del tutto trasparente e incorpora una coppia di lucernari che permettono di smaltire il calore che tende a stratificarsi in alto nelle giornate estive. Sebbene possa apparire complessa, la costruzione di questa casetta da giardino fai da te non contempla l’utilizzo di attrezzature particolari, né laboriosi incastri o fresature: gli elementi sono tutti uniti per avvitatura e sono sufficienti una sega circolare e un seghetto alternativo per tagliarli a misura e sagomarli ove necessario. L’idea di utilizzare listelli di larice stondati per le specchiature cieche ne valorizza l’estetica complessiva, come pure la vetrata a mezzaluna incorporata nel timpano.

La casetta in legno da giardino è utile per le piante, ma non solo

  1. Su entrambi i lati sono installate lunghe mensole su cui appoggiare i vasi di dimensioni ridotte; l’altezza è ideale per curare le piante, eliminare foglie secche o fiori appassiti, incorporare concimi, spruzzare antiparassitari.
  2. Con entrambe le porte aperte si ottiene un’abbondante ventilazione anche nelle giornate estive; se alla serra si fa pervenire la linea elettrica è possibile alimentare una lampada per utilizzarla anche nelle ore serali, magari installando una zanzariera per impedire l’ingresso agli insetti.
  3. A ridosso della parete di fondo vengono collocati tre cassoni in cui coltivare piante orticole a sviluppo aereo, quali peperoni, pomodori, cetrioli. Per nasconderli alla vista si realizza un pannello mobile a tutta larghezza.
  4. La lampada centrale è collegata a una tavola di legno che si avvita sulle travi inferiori (catene) delle capriate del tetto; si notano anche le aste che, grazie a un’estensione, permettono di aprire da terra i lucernari per disperdere il calore interno e favorire la circolazione dell’aria.

Cosa occorre per realizzare la casetta da giardino fai da te (lettere riferite al disegno):

PER  IL BASAMENTO (misure in mm)

PER  I TELAI LATERALI (misure in mm)

PER  IL TETTO (misure in mm)

PER  UN LUCERNARIO (misure in mm)

INOLTRE (misure in mm)

La preparazione del basamento

  1. Il basamento si realizza con travi di legno impregnato 45×95 mm; il telaio è ancorato a 4 plinti di cemento annegati nel terreno, posti lungo i lati lunghi a circa 800 mm dagli angoli. La zona scelta, in questo caso, si presenta con una natura mista (prato e resti di una porzione ricoperta con autobloccanti) e non planare, per cui il telaio va spessorato fino a portarlo in bolla in tutte le direzioni.
  2. Agli angoli, l’unione delle travi è affidata a robuste piastre angolari avvitate dall’interno; si utilizzano viti Ø 4×40 mm.
  3. Alla sommità dei blocchi di cemento vengono fissate le staffe a U per l’ancoraggio del telaio: staffe e legno si attraversano con bulloni a testa tonda Ø 10×70 mm inseriti dall’esterno e serrati con dadi e rondelle.
  4. Per fissare al telaio le travi centrali si utilizzano coppie di piastre angolari con un’ala ripiegata nella parte inferiore.
  5. I mattoncini di cemento sono ottimi come spessori per compensare il dislivello, con l’eventuale aggiunta di un pezzo di piastrella se l’altezza è insufficiente. Ovviamente l’appoggio deve avvenire su un supporto stabile, esente da cedimenti.
  6. Il telaio va rivestito con un telo per pacciamatura, fissato alla struttura con punti metallici. Pur consentendo la traspirazione necessaria a impedire ristagni di umidità, ha lo scopo di inibire la ricrescita dell’erba.
  7. Per realizzare la pavimentazione di legno occorrono 30 assi di larice da 28×120 mm
  8. Le assi di larice sono disposte sul telaio ricoperto di telo nel senso della larghezza.
  9. Le assi non vanno accostate le une alle altre, è previsto che venga mantenuta una fessura costante di 5 mm: a questo proposito occorre avere a disposizione alcuni scarti di compensato da utilizzare come distanziatori. Si utilizzano viti Ø 5×60 mm.

Costruire i pannelli laterali, di fondo e frontale

Il perimetro è composto da 4 pannelli: anche quello posteriore, pur essendo totalmente cieco, è diviso in due sezioni sovrapposte come gli altri. La struttura dei due pannelli laterali è identica, ma le due pareti devono essere a specchio: il settore interamente cieco deve essere quello più interno, come si vede nella foto 9. L’altezza interna di ogni specchiatura dev’essere un esatto multiplo della larghezza delle tavolette che la rivestono.

  1. La divisione dei telai viene calcolata sulla misura standard del vetro (610 mm, si calcolano 5 mm in più), che deve inserirsi nel quadro con precisione. Si dispongono in sequenza 4 tavolette da 615 mm intercalate da tozzetti da 45×45 mm che simulano i montanti e si marcano su uno dei listelli orizzontali del telaio le posizioni; questo farà da riscontro per riportare le tracciature anche sugli altri, serrandoli tra morsetti.
  2. Il telaio viene predisposto in bianco sollevando gli elementi da terra con spessori calibrati.
  3. Quindi si procede al loro fissaggio con una coppia di viti Ø 5×80 mm per ogni giunzione.
  4. Le tavolette utilizzate nella fase precedente garantiscono l’esatta posizione.
  5. I listelli orizzontali che separano la specchiatura inferiore da quella superiore si avvitano ai montanti con viti inserite in diagonale, dopo aver preforato il legno.
  6. Qui i listelli di battuta per le tavolette e per i vetri sono ricavati sezionando con tagli longitudinali larghe tavole e poi tagliando alla lunghezza necessaria i vari pezzi per comporre le cornici. Dal punto di vista economico, è più conveniente agire in questo modo che acquistare i listelli già pronti nelle diverse misure.
  7. All’interno di ogni specchiatura si realizza la cornice avvitando i listelli a filo posteriore del telaio con viti Ø 4×40 mm.
  8. Si completano le specchiature cieche con le tavolette, fissandole ai listelli di battuta con chiodini Ø 1,8×35 mm.
  9. Le due pareti laterali sono pronte per la finitura e per il montaggio in sede.
  10. Dopo aver composto il pannello frontale, lasciando liberi i due settori centrali, si serrano i quattro stipiti a un lato del vano destinato all’apertura. Si misura la larghezza dello spazio che rimane vuoto, si sottraggono 10 mm e si divide per due: con questo calcolo si ha l’esatta lunghezza che devono avere le 6 tavole orizzontali necessarie a comporre le ante.
  11. Le due tavole intermedie delle ante, per motivi estetici, devono trovarsi a filo superiore di quelle intermedie dei settori laterali. Con l’aiuto di una squadra a cappello se ne marca il corretto allineamento su uno dei montanti: questo, come già fatto in precedenza, servirà da riscontro per riportare le tracce sugli altri, dopo averli allineati e stretti tra morsetti.
  12. Bloccate le traverse ai montanti per un corretto allineamento, si prefora il legno e si assemblano le parti con viti Ø 5×100 mm. Quando i due telai sono completi, vanno collocati nel pannello per verificare che entrino con un minimo gioco.
  13. Estratte nuovamente le ante, si avvitano i profili di battuta per i vetri superiori e inferiori.
  14. Le ante sono pronte: prima di incernierarle al pannello e inserire i vetri si procede con la finitura.
I disegni raffigurano in piano lo schema di costruzione del pannello frontale A, dei due pannelli laterali B e del pannello posteriore C.

 

Costruire le capriate e il timpano vetrato

  1. Il pannello da cui ricavare il timpano A va centrato sul telaio frontale: i listelli bloccati con morsetti ai lati simulano lo spessore delle pareti laterali. Si misura un’altezza al vertice di 810 mm, poi la si adatta conferendo alla falda un’inclinazione di 30° con uno dei puntoni, sul quale si marcano le estremità da tagliare inclinate.
  2. Come si vede nel dettaglio del disegno E dello spiovente, bisogna considerare l’ingombro della guarnizione e del vetro di copertura del tetto, per cui al bordo superiore si aumenta lo spazio di un centimetro. Per questo motivo, il bordo esterno del puntone non è a contatto dell’angolo formato dai pannelli, ma distanziato da esso di tale misura.
  3. Si tagliano le estremità del primo puntone con l’inclinazione rilevata e, utilizzandolo come dima, si tagliano gli altri per le altre capriate.
  4. Utilizzando due puntoni contrapposti, a formare la falda, si posiziona il listello orizzontale che costituisce la base del timpano e se ne tracciano le estremità con la giusta angolazione.
  5. Effettuato il taglio, si ricompone il triangolo e si uniscono
    i pezzi per avvitatura, utilizzando viti Ø 5×100 e Ø 6×100 mm (sempre preforando il legno).
  6. Le 3 capriate intermedie B sono leggermente diverse da quelle posteriore e anteriore: si nota la scanalatura al vertice per inserimento della trave di colmo e la diversa sagomatura delle estremità inferiori dei puntoni, in quanto questi vanno ad appoggiare sui telai laterali e devono essere sagomati di conseguenza. La base del triangolo (catena) è meno distanziata dal vertice e, sotto quest’ultimo, va inserito un listello di rinforzo; completata la prima capriata, la si usa come dima per le altre due.
  7. Si posiziona la cornice del timpano sul pannello e se ne riporta il perimetro (sul suo vertice troverà posto il fregio proposto nel disegno C).
  8. Si traccia la curva della finestra, con un raggio di 705 mm.
  9. Si taglia la base con la sega circolare munita di guida
  10. …e la curva con il seghetto alternativo.
  11. Dopo aver predisposto i listelli di battuta, si fissa la finestratura all’interno del telaio. Si procede allo stesso modo per il timpano posteriore, ma senza finestratura.
  12. L’inserimento del vetro si effettua dopo l’applicazione della finitura: si nota anche la staffa di collegamento alla trave di colmo. Per realizzare la cornice di battuta del vetro e quella di chiusura si posiziona il timpano sul pannello e si traccia il contorno dell’apertura. Si apre la finestratura con il seghetto alternativo, lasciando legno tutto intorno.
  13. Il pannello con la finestratura D si appoggia su un secondo pannello, si blocca con morsetti e si tagliano i due pannelli insieme, facendo scorrere il seghetto circa 50 mm all’esterno della finestratura. Si ottengono così la cornice di chiusura del vetro, da montare sul lato interno del timpano, e una porzione di pannello a forma di mezzaluna.
  14. Nella mezzaluna risultante si apre una seconda finestratura a 25 mm dal bordo: si ottiene così la cornice di battuta. Le due cornici sono pronte per la finitura.
  15. A smalto asciutto si monta sul perimetro interno delle cornici la guarnizione di mastice e si assembla il vetro.

Le pareti, i timpani, le capriate, le ante e tutti i vari listelli e travetti necessari a ultimare la casetta da giardino fai da te vanno trattati prima del montaggio con una mano di fondo e due di smalto per esterni; si potrebbe anche ipotizzare di preservare l’aspetto naturale del legno con protettivi trasparenti, ma il bianco esalta la luminosità della casetta, soprattutto all’interno, facendola risaltare con discrezione tra il verde circostante. Come per la costruzione dei singoli elementi, tutto il montaggio avviene con viti di varie misure tropicalizzate, ovvero rivestite con un trattamento a base di cromo successivo alla zincatura; questo accorgimento le rende particolarmente resistenti all’umidità, si riconoscono per il caratteristico colore giallastro. La preforazione del legno con una punta di diametro appena inferiore a quello della vite allunga un po’ il lavoro, ma permette di inserire la vite senza rischiare fessurazioni nel legno. Il minor sforzo, oltre a ridurre la fatica (di viti ce ne sono un bel po’), evita che il bit possa sfuggire dall’intaglio della testa e rovinarlo; naturalmente la “coppia” dell’avvitatore va regolata in modo che la testa della vite non penetri in profondità nel legno. Le guarnizioni evitano infiltrazioni attraverso le superfici vetrate; verrebbe spontaneo pensare di siliconare anche i collegamenti legno-legno più esposti, ma sarebbe inopportuno, meglio lasciare che l’eventuale condensa che si può formare nello sbalzo termico tra notte e giorno abbia la possibilità di evaporare. D’altro canto, lo smalto protegge già efficacemente la struttura e l’apertura dei lucernari contribuisce allo smaltimento di quella che si può formare all’interno per la presenza delle piante.

Tirar su le pareti e unirle al basamento

  1.  Il montaggio inizia con la parete di fondo, ben centrata ai margini del lato posteriore del basamento. Se si lavora da soli, occorre almeno una lunga tavola (ma due sono meglio, una all’interno e una all’esterno) per puntellare il pannello e mantenerlo perpendicolare al basamento mentre si inseriscono le viti attraverso il listello di base.
  2. Senza togliere il puntello si allinea a filo esterno del fondo uno dei laterali,
  3. lo si blocca con morsetti e si uniscono i due pannelli con viti che attraversano il listello estremo del laterale e fanno presa in quello del fondo.
  4. A seguire si monta l’altro laterale e, per finire, il pannello frontale.
  5. Per far sì che i primi due pannelli uniti rimangano in posizione bisogna fissarli alla pavimentazione. Si controlla che formino esattamente un angolo retto e si attraversa la cornice inferiore con le viti, leggermente inclinate. Per proseguire il montaggio si può fare a meno di puntelli ausiliari, le due strutture sono in grado di stare ritte da sole (se non c’è vento).
  6. Il pannello frontale si inserisce tra i due laterali, perfettamente allineato a essi. Bloccarlo con morsetti è più semplice di prima, grazie alle specchiature aperte, ma serve un minimo di gioco tra i laterali: potrebbero essere da rimuovere momentaneamente alcune viti che li fissano al basamento, per poi reinserirle dopo aver bloccato il frontale ai laterali con morsetti. Si inseriscono le viti attraverso i montanti come si è fatto in precedenza.
  7. Anche il fissaggio al basamento è meno impegnativo: nella parte centrale le viti possono essere inserite perpendicolari al basamento anziché inclinate, lungo la mezzeria del listello.

Timpani e capriate

Prima del montaggio dei timpani e delle capriate bisogna provvedere a fissare su di essi le battute per i vetri di copertura, sui due lati inclinati. Per i due timpani la battuta si realizza solo sul lato interno, mentre per le capriate occorre su entrambi i lati; i listelli vanno avvitati in posizione ribassata di 10 mm, per tenere conto dell’ingombro della guarnizione e del vetro.

  1. Si appoggia una tavola sulla faccia esterna del pannello di fondo, in corrispondenza di un montante, facendola sporgere in alto di circa 70 cm e la si fissa provvisoriamente con un paio di viti, per avere un riscontro per l’allineamento orizzontale del timpano. Questo si blocca alla tavola con un morsetto e lo si può fissare con viti che attraversano, da sotto, il listello superiore del pannello di fondo.
  2. Al vertice dei timpani, sempre sul lato interno, si avvitano i supporti metallici in cui devono inserirsi le estremità della trave di colmo; ricordiamo che le tre capriate presentano al vertice una gola per lo stesso motivo.
  3. Per montare il timpano frontale, non è necessario avvitare la tavola di riscontro ai montanti: le specchiature permettono il fissaggio con morsetti, senza forare.
  4. La trave di colmo, tagliata alla lunghezza necessaria, si inserisce sui supporti metallici per poi fissarla a essi con viti.
  5. Ciascuna delle tre capriate va sollevata quasi capovolta e fatta ruota
    re, dopo che ha superato l’altezza delle pareti, fino a portarla in verticale con i puntoni in appoggio sulle pareti e la trave di colmo annegata nell’incavo al vertice.

Montare la struttura e chiudere il tetto

  1. A una a una si controlla che le capriate siano a piombo e che la distanza timpano-capriata e capriata-capriata, misurata tra due elementi, sia 615 mm, ovvero la larghezza del vetro più 5 mm. Si procede quindi al loro fissaggio con viti, nei punti di appoggio inferiori (dall’interno) e nell’intersezione con la trave di colmo (dall’esterno).
  2. Sui lati verticali della trave, tra le capriate e i timpani, si avvitano i listelli M a filo dei listelli L, completando così le cornici di battuta per guarnizioni e vetri.
  3. Sul bordo superiore dei listelli che fanno da battuta ai vetri si srotola la guarnizione, lungo tutto il perimetro di ogni settore. La faccia inferiore della guarnizione è già predisposta con un collante protetto da una pellicola adesiva, basta sollevarla man mano che si avanza e premerla per farla aderire al legno.
  4. Prima di montare i vetri di copertura, si riveste la linea di colmo da entrambi i lati con le tavole J, fissate con viti Ø 4×40 mm inserite nel telaio delle capriate e dei timpani: la fessura che rimane tra queste tavole e i listelli di battuta deve permettere di spingere i vetri di copertura sotto le tavole stesse. Se le tavole J dovessero sporgere dai timpani possono essere rifilate con un segaccio dopo il fissaggio.
  5. Le sei lastre di copertura intere vanno spinte verso l’alto e premute sulla guarnizione: i listelli H avvitati a timpani e capriate hanno il compito di immobilizzarle. Prima di avvitarli bisogna applicare sulla loro faccia inferiore la guarnizione adesiva: una striscia continua per quelli da avvitare ai timpani e due strisce parallele per quelli avvitati sulle capriate, in quanto abbracciano due vetri. Le due lastre più corte vanno allineate alle altre lungo la linea di falda, dopo aver fissato tra le due capriate i listelli orizzontali N di battuta.
  6. La cornice del lucernario è costituita da due coppie di listelli A e B uniti con viti Ø 5×80 mm.
  7. Si preparano i listelli di battuta per il vetro come si è già visto, si applica la finitura su tutto e si stende la guarnizione; il vetro deve rimanere ribassato di circa 3 mm, perché poi si applica una seconda guarnizione perimetrale per i listelli C (che fanno battuta laterale sulle tavole H, sporgendo di lato) e F. Il listello D fa invece battuta sulla lastra di copertura, rivestita da una striscia di guarnizione sulla linea di contatto.
  8. Il lucernario finito viene incernierato sul listello J; vanno stese anche due strisce di guarnizione sui listelli H per assicurare una buona tenuta ad aria e acqua.

Il montaggio delle porte

  1. Le due ante devono aprirsi verso l’esterno: la soluzione scelta per la loro articolazione è costituita da tre cerniere a bandiera che, quindi, vanno avvitate sulla faccia esterna, in corrispondenza delle traverse.
  2. La prima anta va sollevata e inserita nella specchiatura, appoggiata contro la cornice perimetrale di battuta. Bisogna tenere a portata di mano uno o più spessori da collocare sotto l’anta in modo che sopra e sotto sia distanziata equamente dal telaio.
  3. Controllando che il montante dell’anta e quello del pannello siano a filo esterno, la si blocca in posizione con una coppia di morsetti, poi la si avvita al pannello inserendo le viti nelle ali corte delle cerniere. Lo stesso si fa per l’altra anta.
  4. Dopo aver testato la corretta articolazione delle ante, nonché l’allineamento reciproco, si può provvedere al montaggio della maniglia, degli scrocchetti e dei sistemi di aggancio; si applica poi la guarnizione sulla cornice di battuta della prima specchiatura e si posiziona il vetro.
  5. I listelli fermavetro, già provvisti di guarnizione, si avvitano al telaio, ripetendo l’operazione per tutti gli altri.

I vasconi per l’orto

  1. Le piante orticole, che con lo sviluppo diventano più ingombranti e richiederebbero innaffiature frequenti, vengono coltivate in cassoni che rilasciano gradualmente l’acqua in essi contenuta per capillarità. In questo modo il terriccio rimane sempre umido a sufficienza senza pericolo di ristagni che potrebbero danneggiare le radici (e il pavimento) o di doversi ricordare di bagnarle. Non serve neppure un contenitore per il terriccio: lo stesso sacco, appoggiato sopra il cassone, può essere inciso quel tanto che basta a collocarvi direttamente le piante. Questo sistema di irrigazione è detto comunemente “a stoppino”: riserva d’acqua e pianta non sono direttamente a contatto, basta utilizzare una striscia di materiale in grado di impregnarsi d’acqua (stuoia filtrante, lana intrecciata), bagnarla bene e porre un’estremità in immersione e l’altra in prossimità delle radici: la pianta sarà in grado di “bere” da sé in base ai bisogni. Anche se molto funzionale, l’insieme non è altrettanto bello da vedere, perciò conviene costruire una schermatura che lasci visibili solo le piante.
  2. Si costruisce una cornice di listelli che abbia la stessa larghezza interna della serra (meno qualche millimetro) e che risulti abbastanza alta da nascondere frontalmente anche i sacchetti di terriccio. L’altezza, all’interno della cornice, deve essere un multiplo esatto delle tavole stondate utilizzate per i pannelli.
  3. La cornice va suddivisa in 4 specchiature, in modo che i montanti ricadano esattamente allineati a quelli del pannello posteriore della serra; come per le pareti, si realizzano le battute per le tavole orizzontali di rivestimento.
  4. Il pannello finito, una volta smaltato e messo in posizione, risulta perfettamente sovrapposto alla parete di fondo;
  5. va provvisto di piedini a filo sul lato anteriore, ma sporgenti su quello posteriore, per garantire una buona stabilità.

Le mensole angolari e la lancia sul timpano

  1. Per sfruttare bene tutto lo spazio disponibile all’interno, una buona idea è quella di preparare mensole da collocare negli angoli. Sono sufficienti due listelli da 20×20 mm con le estremità sagomate per assecondare la geometria angolare e tre tavolette da 20×95 mm, anche queste con i lati corti bisellati.
  2. I due listelli di supporto si avvitano alle pareti appena sotto la base dei vetri, con viti Ø 4×40 mm; su di essi, con le stesse viti, si montano le tavolette. Da notare che la lunghezza dei listelli va calcolata tenendo conto che le tavolette non vanno accostate, ma distanziate di circa 15 mm.
  3. Un ulteriore abbellimento della facciata è la guglia a lancia posta al vertice del timpano: la si ottiene da un pezzo di compensato marino da 12 mm. Anche in questo caso per il fissaggio è sufficiente una
    coppia di viti, ma è opportuno stendere un velo di sigillante per esterni lungo tutto il perimetro per evitare infiltrazioni d’acqua; se si vuole assicurare una lunga durata al legno, questo accorgimento andrebbe attuato anche sugli altri collegamenti legno-legno della copertura, maggiormente esposti alla pioggia.

Accurati particolari

  1. Per l’apertura dei lucernari basta prolungare il sistema di ribalta con un listello avvitato a esso per effettuare l’operazione senza bisogno di scale o sgabelli.
  2. I due ganci avvitati sui montanti laterali della parete frontale, all’esterno, si inseriscono in occhielli avvitati ai montanti interni delle ante per bloccarle in apertura.
  3. Un terzo gancio, a circa metà altezza dell’anta principale, sul lato interno, permette di bloccarla in posizione semiaperta grazie a un occhiello corrispondente avvitato sul lato esterno dell’altra anta, lasciata chiusa.
  4. L’anta secondaria si blocca in alto e in basso tramite due scrocchetti; un terzo chiude le ante dall’esterno.
  5. Un semplice sistema permette di chiudere la serra anche dall’interno.
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