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Tavolo taverna fai da te | Costruzione illustrata passo-passo

tavolo taverna

Un tavolo taverna fai da te si costruisce con spesse tavole di abete giuntate in costa con spine di faggio, unendo gambe e fascia laterale con quattro piastre di ferro fatte ad hoc

La tavernetta è un luogo conviviale in cui si radunano spesso amici in quantità con cui condividere allegria e “buona tavola”. Proprio in merito a questo, compatibilmente con lo spazio a disposizione, bisogna che tutti trovino posto a sedere e, ovviamente, con una certa comodità. Un tavolo taverna diventa elemento di primaria importanza: deve essere ampio e robusto, spesso va calcolato proprio per le massime dimensioni in lunghezza, lasciando ai due capotavola soltanto il dovuto margine di manovra per chi deve passare e muoversi dietro i loro schienali. Solo per caso si può trovare un tavolo taverna di misura giusta per la propria tavernetta, quindi la soluzione migliore è costruirselo fai da te. Così ha fatto il nostro lettore Nicoletto Marte, che in questo articolo ci illustra i passi salienti della costruzione di un tavolo taverna fai da te. Non sono stati trascurati i principi fondamentali di estensione e robustezza anticipati sopra, ma neppure quello imprescindibile dell’estetica, che deve risultare consona all’ambiente; si è badato al sodo usando legno economico, ma c’è stata molta cura per renderlo rustico e dargli quell’aspetto “vissuto” che merita.

Cosa serve per costruire un tavolo taverna fai da te:

Progetto tavolo taverna fai da te

Il tavolo taverna risulta molto ben proporzionato nei suoi elementi: con lunghezza di 2 metri e larghezza circa di 1 metro.
Lo spessore del piano d’appoggio di 50 mm è perfetto, soprattutto in considerazione del legno scelto e dello stile attribuito al manufatto.
Stessa considerazione per l’altezza delle fasce laterali di irrobustimento, che vanno in battuta di testa all’estremità alta delle gambe con sezione quadrata 80×80 mm.
Le tavole di abete spesse 50 mm e i pali quadrati 80×80 mm sono acquistati in un grande centro di bricolage dove, essendo gratuito il taglio, sono stati portati a giusta lunghezza seguendo la traccia del progetto.
Le giunzioni delle tavole per comporre il piano del tavolo e quelle delle altre parti sono effettuate con spine di faggio e colla vinilica.

Giunzione delle tavole del piano

Le tavole di abete devono essere di tipo piallato, per poter contare su superfici perfettamente lisce e squadrate, in modo da poterne unire in costa un certo numero per realizzare il piano del tavolo taverna (vedere schema di giunzione nel disegno sopra). Avendo scelto il sistema di giunzione con spine di faggio, si praticano prima i fori per le spine sulla costa di una tavola; per questa operazione la cosa migliore è usare una guida per spinatura che permette di effettuare il foro esattamente nel centro dello spessore della tavola.
Parte importante del risultato stilistico del tavolo è l’aspetto “vissuto” delle singole tavole; in questo caso non interessa ottenere una superficie liscia e continua del piano, anzi si vuole rendere ben marcata e netta la distinzione fra l’una e l’altra. Quindi, prima di eseguire la giunzione con l’incollaggio, si smussa lo spigolo fra l’una e l’altra passando la lama di uno scalpello con un’angolazione di circa 45°. Facendo il lavoro a mano con lo scalpello lo smusso non viene molto regolare e questo è proprio il risultato ricercato.
La stessa manovra va fatta anche sugli spigoli di testa delle tavole, dove il risultato è differente perché si prendono le fibre al traverso e diventa molto più difficile mantenere regolare l’affondo dello scalpello; ma anche in questo caso, l’effetto torna a vantaggio del risultato.
Per effettuare i fori sulla seconda tavola di ogni giunzione si inseriscono i marcatori di rame nei fori effettuati nella prima, si affiancano le tavole appoggiate su un piano regolare e si dà un colpetto con un martello di gomma a una delle due, tenendo ferma l’altra. Fatti i fori, vi si inserisce qualche goccia di colla vinilica e si inseriscono le spine di faggio; si spalma colla anche su una delle due facce di contatto e, completato il piano, lo si mette in pressione laterale in modo da tenere fortemente unite le tavole.
La finitura del tavolo è fatta con la stesura di una mano di impregnante protettivo; una volta essiccato si dà una leggera passata con carta vetrata fine e si stendono un paio di mani di flatting trasparente.

Staffatura delle gambe del tavolo taverna

Per rendere più salde e robuste le giunzioni fra gambe, piano e fasce laterali, se non si trovano staffe già pronte allo scopo, si realizzano quattro piastre sagomate, usando una piattina d’acciaio da 2 mm di spessore tagliata e piegata ad hoc. La costruzione di pezzi di questo genere, tutto sommato, non presenta particolari difficoltà, se non il fatto che mentre si saldano i singoli (qui spieghiamo nel dettaglio come saldare) elementi bisogna che siano perfettamente bloccati a 90° l’uno con l’altro.
La particolare forma delle piastre permette di abbracciare due lati della gamba e nel contempo trovare corrispondenza e dare scontro sia alla fascia laterale, da un lato e dall’altro, sia al piano del tavolo, fornendogli un’ampia superficie di supporto. Nelle piastre va praticata una serie di fori per un adeguato fissaggio con viti da legno; nel settore dove le viti risultano convergenti, i fori sono posizionati in modo asimmetrico per evitare che le viti possano interferire una con l’altra nell’applicazione.

Morsetti fai da te

Altri elementi autocostruiti, ma questa volta si tratta di attrezzi riutilizzabili in altre occasioni, sono i lunghi morsetti fai da te indispensabili per mettere in pressione le assi una volta assemblate con spine e colla per comporre il piano del tavolo. Ogni morsetto è composto da due lunghe barre filettate da 10 mm di diametro di misura maggiore di una quindicina di centimetri rispetto alla larghezza del piano da ottenere.

Per ogni morsetto si tagliano due pezzi di tavola di buono spessore (possono essere ricavati da scarti delle tavole da 50 mm usate per il piano). Poi si praticano due fori con una punta da 10 mm di diametro montata sul trapano a colonna in modo da effettuarli perfettamente perpendicolari.
Le barre si inseriscono nei fori dei due blocchetti di legno; uno rimane a un’estremità e uno all’altra delle barre, che vanno terminate con grosse rondelle e dadi autobloccanti da una parte e normali dall’altra (dove vengono tirati quando in posizione).
I tre morsetti si posizionano ben distanziati nel piano del tavolo da mettere in pressione e si tirano i dadi progressivamente; contestualmente si applicano anche due coppie di travetti di legno di buono spessore con strettoiche impediscono alle tavole di imbarcarsi sotto la pressione dei tre morsetti.

 

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