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Come costruire un Orologio a pendolo fai da te

orologio a pendolo fai da te

La costruzione passo-passo di un bellissimo orologio a pendolo fai da te

La scoperta di Galileo che il movimento del pendolo è “isocronico” che cioè, trascurando le perdite dovute all’attrito, le sue oscillazioni hanno sempre la medesima durata, uguale per pendoli di uguale lunghezza, rivoluzionò la costruzione degli orologi.

Galileo scoprì la cosa verso il 1585, ma passarono circa ottant’anni prima che il principio venisse applicato alla realizzazione di orologi ed un’altra ventina prima che l’adozione dello scappamento ad ancora li rendesse precisi (scarto di non più di cinque minuti al giorno anziché le due o tre ore di quelli precedenti).

Dalla fine del ‘600 ad oggi l’orologio a pendolo non ha subito altre variazioni se non l’assai maggior precisione di taglio degli ingranaggi, fatti di leghe assai più resistenti all’usura e, talora, l’uso di motori non azionati dai pesi (a molla, a gas, ad acqua, a cremagliera ecc.).

Gli orologi a pendolo in legno sono belli da vedere

Il pendolo, tranne alcuni di altissima classe e prezzo adeguato, non può competere in precisione con gli orologi al quarzo, ma per quanto riguarda il lato estetico non c’è paragone. La lunga cassa che in alto ospita il quadrante e in cui brillano dietro uno sportello vetrato il pendolo, i pesi e le catene rimane uno dei più bei complementi d’arredo di tutta l’arte dell’ebanisteria.

Osservare il regolare movimento del pendolo ha un effetto quasi ipnotico e rilassante né danno fastidio il ticchettio del meccanismo, più o meno avvertibile nei vari modelli, e la necessità della periodica ricarica e messa a punto. Il fascino dell’oggetto ha ispirato molti fra i migliori ebanisti che vi hanno profuso la loro arte realizzando veri e propri capolavori, oggi visibili in musei, castelli e palazzi signorili di tutto il mondo.

La cassa dell’orologio a pendolo fai da te è semplice e raffinata

Studiata per un orologio con quadrante di diametro compreso fra i 250 ed i 320 mm, la cassa dell’orologio a pendolo fai da te che proponiamo all’attenzione dei lettori più ambiziosi (realizzarla richiede amore per il lavoro ben fatto, pazienza, precisione ed abilità manuale) non vuole paragonarsi all’opera dei grandi del passato; la pendola non prevede intarsi o sculture né parti dipinte come in quelle inglesi o veneziane del ‘700.

Tutta la decorazione è affidata alle modanature che arricchiscono spigoli e bordi dei numerosi pezzi. Altro elemento decorativo è creato dalla sporgenza, pezzo su pezzo, di elementi sovrapposti, come nella cimasa o nei piedi. Interamente realizzata in lamellare (di betulla, bella e cara, nel modello ma comunque di legno duro) per le parti strutturali e in multistrato da 6,5 mm per i fondi, i suoi elementi si uniscono con spinatura cieca o tasselli piatti. I più esperti e meglio attrezzati uniranno i pezzi con incastri a tenone e mortasa o, per le cornici, con ugnature a mezzo legno rinforzate con spinette a tergo, maggiorando di quanto occorre le misure dei pezzi.

I preliminari

La pendola è composta da diverse parti da costruire separatamente e da unire fra loro dopo averle perfettamente rifinite una per una. L’elevato numero di pezzi consiglia, via via che li si porti a misura, di numerarli, fissandovi un pezzetto di carta maschera, come dall’elenco dei materiali.

Per non ripeterci ogni volta diciamo subito che tutti gli spigoli a vista dei vari elementi vanno modanati con la fresatrice prima di montarli assieme. L’incollaggio dei numerosi pezzi sovrapposti va sempre rinforzato con spine inserite da tergo o, se non a vista, passanti. Nel bordo posteriore delle pareti 10 e 14 e del tetto 30 va aperta la battuta, larga 9 e profonda 6,5 mm per il fondo.

La cassa

Coi pezzi 15, 16, 17 e 18 si crea il frontale. A tergo dei montanti 15, a 8 mm dai bordi esterni, si apre una scanalatura con inserita una linguetta di MDF o simili su cui si incastrano le due pareti 14, unite in alto e in basso dai due ripiani 29 e 30. Attorno al 29 si fissano, con viti dall’interno, le pareti della base che poggia su quattro piedi fatti con tre tavolette di lamellare sovrapposte.

Una gabbia di listelli e montanti fissata alle pareti ed al ripiano 1 ne porta la larghezza interna a pari di quella della cassa e regge il pannello posteriore. Uniti i due pezzi si montano il fondo, la cornice a C fatta coi pezzi 19, 20 e 21 e le quattro semicolonne 39 e 40, coi relativi capitelli 41. La cassa si completa calzandovi sopra la cimasa fatta coi pezzi da 22 a 28, avvitandola dall’interno.

Le antine e la cimasa dell’orologio a pendolo fai da te

Qui l’unica difficoltà sta nel tagliare gli elementi curvi di lamellare (22, 23, 25, 27 per la cimasa; 32, 35, 36 per le ante) e di aprire a tergo del 35 la battuta per il pannello semicircolare 36. I vetri, solo appoggiati a tergo delle ante, sono tenuti dai listelli sezione 18×19 aperti su uno spigolo da una battuta profonda 3 e larga 6 millimetri.

Il cassetto

Più che altro decorativo, ha fronte e retro chiusi fra le pareti nelle quali si incastra, in una scanalatura, il fondo, coi lati lunghi avvitati sotto gli altri due pezzi (più semplice che incastrarlo a regola d’arte in tutti e quattro i pezzi). Lo completano una cornice frontale e due maniglie.

Cosa serve per costruire un orologio a pendolo fai da te (misure in mm):

PER LA CASSA

PER LE ANTE

PER IL CASSETTO

PER IL PORTAMECCANISMO

INOLTRE

Come costruire la cassa dell’orologio a pendolo fai da te

La realizzazione è molto impegnativa, soprattutto per quanto riguarda esatta misurazione e preciso taglio dei numerosi pezzi. Chi non è più che certo che la sua attrezzatura garantisca al 100% squadratura e taglio a misura di millimetro farà bene a rivolgersi ad un centro attrezzato con seghe a controllo numerico (costa qualcosa di più ma garantisce il risultato finale).

Tagliati a misura e numerati i pezzi, si passa a lavorarli con la fresatrice per aprire le battute di incasso del fondo (1) e delle altre specchiature (2) e per modanare gli spigoli a vista, unico elemento decorativo. Il telaio frontale vede le traverse incastrate (3) a mezzo legno nei due montanti, incollate ed avvitate da tergo. Meglio, se si sa e si può, collegarle con tenoni e mortase.

  1. Sulle linguette inserite a tergo del telaio frontale si incastrano le pareti 15 (ovviamente scanalate, nello spessore, con la circolare o la fresatrice) fra le quali si chiudono, incollandoli e spinandoli anche alle traverse del frontale, il fondo 29 ed il tetto 30.
  2. Incollati alle pareti della base i listelli di restringimento ed appoggio 11 e 12, la sommità delle pareti 10 si avvita (o si spina) contro le pareti 14. Occorre inserire sotto la cassa un listello che la sollevi portandone il bordo posteriore a livello col bordo delle pareti 10, che debbono sporgere in avanti.
  3. Se i pezzi sono stati tagliati esattamente a misura e correttamente montati, a tergo del mobile troviamo l’esatta sede per l’inserimento del fondo di multistrato, avvitato nella battuta delle pareti e sui listelli 11.
  4. Capovolta la cassa, irrigidita e squadrata dal fondo, vi si fissano la traversa 13 e la vera e propria base cioè il pezzo 1 con le sue cornici interne di listelli 2, 3, 4, 5, 6 e 7 (contro i 4 e 7 va poi avvitato il lato inferiore del multistrato di fondo).
  5. La parte inferiore si completa con i quattro piedi e le tre tavolette da 14 mm. I piedi posteriori hanno una tavoletta da 80 fissata su due da 75. Quelli anteriori tre da 80, di cui la prima a filo della base 1 e le altre spostate in avanti e di lato di 30 mm. Una fresatura a semicerchio marca la divisione fra gli elementi.
  6. Contro la traversa 17 si fissa la cornice ornamentale a C, costituita dai pezzi 19 e 20, sovrapposti, e 21, questi fissati direttamente alle pareti 14. 20 e 21 si uniscono con taglio a 45°. I loro bordi lunghi sono modanati.
  7. Ad incorniciare il frontale troviamo, inserite fra i dadi 41 che fanno da capitello e piede, le lesene 39 e 40, listelli dagli spigoli arrotondati e percorsi da una coppia di fresature parallele o semilavorati commerciali.
  8. Le lesene ed i loro capitelli debbono entrare di stretta misura in basso fra la traversa 13 e la cornice 19/20, in alto fra la cornice ed il frontale 22. Non dovendo sostenere sforzi si possono soltanto, ma saldamente (attenzione a non marcarle coi morsetti), incollare.
  9. Se si è lavorato bene frontale e lati della cimasa coincidono esattamente, in spessore e in larghezza (provare prima “in bianco”) per cui non resta che bisellarli a 45° e fissarli alla cassa.

Il taglio dei pezzi curvi

  1. Il raggio interno dei semicerchi delle traverse è di 100 mm; il raggio esterno della 36 è di 142 mm. Il taglio va levigato a specchio prima di fresare battuta (nel 35) e modanature.
  2. Se gli elementi delle cornici vengono uniti, come qui, con spinatura cieca anziché, come sarebbe meglio, con incastri a mezzo legno ed ugnatura a 45°, è essenziale usare una delle tante guide di foratura disponibili sul mercato del far da sé.
  3. Sempre riferendosi alla spinatura cieca, è importante, perché l’anta riesca ben squadrata, che i pezzi, nello spingerne uno contro l’altro munito di marcatori, siano tenuti esattamente sullo stesso piano e guidati con una squadra di precisione.
  4. Particolarmente delicata la fase di taglio dei pezzi curvi della cimasa (18, 22, 23, 25 e 27) da sovrapporre l’uno sull’altro ottenendo una cornice fortemente modanata a gradini. Il raggio dei semicerchi parte dai 125 mm del pezzo 18, ai 235 mm interno e 265 esterno del 27.
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Le antine vetrate

  1. per comodità di montaggio è preferibile che le spine siano inserite nei pezzi più corti. Nel metterli in pressa va curata la planarità.
  2. il montaggio dei vetri non richiede la battuta nella cornice; a fissarli bastano i quattro listelli fermavetro.
  3. un punto più critico di quanto possa sembrare è il montaggio delle cerniere Anuba. Servono una dima di foratura, anche autocostruita (un listello con due fori aperti a squadra) e il trapano guidato.

Il cassetto e la sua guida

  1. le due pareti corte sono larghe 16 mm più di quelle lunghe in quanto solo nelle prime si apre la fessura per incastrarvi il fondo di multistrato poi incollato ed inchiodato sotto i lati maggiori.
  2. a parte si prepara la cornice frontale, con le quattro tavolette (coi bordi già fresati) bisellate a 45° e incollate in quanto la giunzione vi
    ene poi consolidata fissando la cornice al cassetto.
  3. la larghezza delle pareti lunghe segna su quelle corte la posizione della scanalatura (Se si può, meglio rispettare la regola d’arte con pareti di uguale larghezza e tutte scanalate). Le pareti corte, con già incastrato il fondo, si chiudono, spinandole ed incollandole, fra quelle lunghe.
  4. ad evitare che l’attrito del cassetto (non montato su guide) consumi la sua sede basta incollare negli angoli interni della base strisce di plastica dura e liscia.

Il supporto del meccanismo

Negli orologi al quarzo le misure, salvo che del quadrante, sono pressoché costanti perchè il meccanismo è la nota scatoletta di circa 60x60x15 mm, scatoletta che si appende ad un gancio, per quelli meccanici le cose sono più complicate. I meccanismi sono assai più grandi: dai 120 ai 200 e più mm di lato, spessi dai 60 ai 100 (cifre largamente approssimative), ed assai più pesanti. Da ciò deriva la necessità di fornire loro un supporto adeguato a peso ed ingombro, come quello illustrato, da adattare al tipo di orologio da montarvi. Il supporto (1) è una robusta U capovolta, da fissare (6) al tetto della cassa, chiusa in basso da una tavoletta…

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