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Come girare una porta senza commettere errori

come girare una porta

Questo non è di quei lavori che si facciano molto spesso, ma può sempre capitare, risistemati i mobili o addirittura cambiato l’arredamento, che il movimento originale della porta si riveli scomodo.

Come girare una porta senza commettere errori? Iniziamo con dire che non è difficile e richiede, fra smontaggio, cambio della direzione d’apertura e rimontaggio, un paio d’ore di lavoro.

Più tempo occorre, come tutti sappiamo, per la rifinitura che comprende alcune stuccature, da lasciar seccare e levigare, e una o due mani di smalto o vernice che cancellino le tracce del lavoro. Vediamo ora nel dettaglio come girare una porta

Premesso che il senso d’apertura si chiama destro quando spingendo l’anta i suoi cardini si trovano sul lato destro e sinistro nel caso opposto, ricordiamo che, secondo la regola d’arte, le porte debbono aprirsi verso l’interno dei locali cui danno accesso e verso una parete, norme generalmente rispettate dai costruttori. Il giro della porta quindi è possibile solo in situazioni particolari e per porte lontane dalle pareti.

Come girare una porta senza stress

Gli elementi che determinano il senso di apertura sono tre: i cardini (il nome con cui vengono chiamati nelle ferramenta varia da Aosta a Siracusa; sulle scatole sono definiti paumelles), e l’inclinazione della faccia dello scrocco comandato dalla maniglia.

Lo smontaggio della porta

Tirata giù dai cardini porta interna l’anta, si tolgono da questa le femmine dei cardini e dal telaio i loro maschi e la guardia metallica della serratura. Il più delle volte è necessario ricorrere allo scalpello ed alla termopistola per eliminare lo stucco che copre la testa delle viti e la vernice che incolla al legno la guardia e le ali del cardine.

Si passa poi allo smontaggio della maniglia liberando così il corpo della serratura, di solito fissata con due o tre viti e, spesso, dalla vernice che ne riveste la faccia esterna e si elimina facilmente esponendola alla fiamma del gas fino a farla bruciare. Lo stesso sistema va bene anche per la guardia.

Lavoro sull’anta

A meno che le due facce dell’anta siano diverse per finitura e quindi da sverniciare e riverniciare l’unico lavoro necessario è quello di creare, con la fresatrice o lo scalpello, la sede per l’ala dei nuovi cardini, da acquistare di misura identica a quelli vecchi (le misure sono standardizzate).

Per comodità conviene riutilizzare la sede del vecchio cardine così che rimanga da scavare solo il passaggio per l’aletta della femmina (sul lato opposto a quello vecchio) e, se il vecchio cardine non fosse esattamente centrato sulla mezzeria del montante, allargandola quanto basti. Due striscette di legno, da incollare e levigare a filo, riempiono la parte di scavo preesistente lasciato vuoto dal cambio di posizione.

Lavoro sul telaio

Qui, chiuse con lo stesso sistema le sedi delle ferramenta eliminate da un montante, si debbono aprire su questo la sede per guardia, scrocco e catenaccio e su quello opposto le sedi per i maschi dei nuovi cardini.

Questo è un punto delicato, che richiede molta cura sia per la loro posizione in altezza e distanza dal bordo sia per la scomodità di dover lavorare su elementi verticali. Per la posizione dei cardini si usa come dima l’anta stessa con rimontate le femmine e poggiata su un pezzo di masonite che la tenga sollevata da terra di due o tre mm.

La posizione della guardia e degli incassi per lo scrocco ed il catenaccio si può trovare solo dopo aver rimontato i cardini e la serratura. Si passa un pennello sporco di un colore vivace sul bordo dello scrocco e sulla faccia del catenaccio.

Tenendo la maniglia abbassata si chiude la porta, si rialza la maniglia e, agendo con la chiave, si spinge il catenaccio contro il montante. La traccia di colore lasciata sul legno da scrocco e catenaccio indica l’esatto posto in cui eseguire gli scavi.

Come girare una porta partendo da stuccatura e levigatura

I cardini, maschi e femmina, la serratura e la relativa guardia, sono di solito avvitati con viti a testa svasata, affogata sotto filo piano, stuccata e verniciata, per cui occorre (1) agire con la termopistola e la spatola per eliminare la vernice e raggiungerle col cacciaviti. Nel montare i nuovi cardini sull’anta (2) e sul telaio (3) occorre molta precisione. Il fondo delle sedi per l’ala dei cardini si spiana (4) con la fresatrice (difficile usarla, in verticale ed in presenza della battuta, sul telaio dove è più comodo lavorare a mano con scalpello e mazzuolo). I vetri sono fragili e pesanti e rendono più difficile il lavoro di ripristino. Toglierli non costa molta fatica e rende poi più agevoli tutte le lavorazioni dalla levigatura (5) alla riverniciatura.

Come cambiare il senso di apertura di una porta se non si spostano serratura e maniglia?

  1. per togliere la serratura, bisogna prima smontare le maniglie, cosa su cui non si può dare altro consiglio che di usare molta pazienza per trovare il sistema, più o meno sofisticato, con cui erano state montate. Tolte le maniglie e le viti di fermo, la serratura si estrae dalla sua sede aiutandosi con un cacciaviti, delicatamente per non danneggiare il bordo della porta.
  2. un passaggio con la fresatrice regolarizza le pareti della cava. Tutte, o quasi, le serrature per porte interne hanno lo scrocco reversibile così da poter essere usate tanto su porte destre che su porte sinistre.
  3. diversi, ma sempre facilmente intuibili, i sistemi di smontaggio dello scrocco che basta girare su se stesso di 180° per adattarlo alla nuova apertura.
  4. riverniciata, se del caso, la porta e rimontate le maniglie, il lavoro è finito.
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