Indice dei contenuti
Lo sciroppo di rose, legato alla tradizione della Valle Scrivia e delle zone limitrofe, si ottiene dalla lavorazione dei petali delle rose: alcune sono più adatte allo scopo
Rosanna, titolare dell’agriturismo La Traversina di Stazzano (AL), si considera una predestinata dal suo nome, composto da Rosa e Anna. Le talee di rosa, infatti, si effettuano tradizionalmente nel giorno di S. Anna (26 luglio).
Oltre a una coltivazione di rose che conta 250 varietà, un appezzamento con 403 piante e 50 varietà è destinato alla produzione di rose per farne il dolcissimo sciroppo di rose che, oltre ad avere proprietà dissetanti e rinfrescanti, è anche ottimo come aperitivo (un dito di sciroppo in un bicchiere di vino bianco Cortese), sul gelato, sulla panna cotta, nelle torte; seguiamone passo passo la preparazione, arricchita con qualche consiglio dettato dall’esperienza.
Quali sono le rose più adatte
La specie più idonea in assoluto, per avere uno sciroppo di rose dal profumo intenso e dal colore rosso rubino acceso, è la Madame Isaac Pereire, una specie rampicante e arbustiva che produce grandi fiori. In senso più generale, per lo sciroppo si utilizzano rose muscose, centifolie e damascene.
I fiori vanno raccolti al mattino, poi i petali vanno distesi sopra un piano pulito per effettuarne la cernita e verificare la presenza di insetti o altre impurità.
La bollitura e la macerazione
- Le proporzioni per la preparazione dell’infuso prevedono un litro di acqua ogni 400 g di petali.
- Per questa dose dobbiamo avere a portata di mano due limoni da cui ricavare il succo per spremitura: di uno di essi utilizziamo anche la buccia.
- Prendiamo una pentola di capienza adeguata, mettiamo l’acqua necessaria e aggiungiamo delicatamente i petali di rosa.
- Dopo una prima amalgamazione aggiungiamo le scorze e il succo di limoni: mescoliamo e portiamo a ebollizione il tutto.
- Dopo la bollitura, la base per lo sciroppo va chiusa ermeticamente e posta in un luogo caldo (chi ha una serra, può utilizzarla allo scopo) dove va lasciata riposare per 24 ore.
- Si può utilizzare una pentola a pressione, oppure chiudere una pentola normale con un coperchio adatto e rivestire la zona di chiusura con pellicola trasparente.
Spremitura e filtrazione
- Dopo un’intera giornata di riposo, possiamo dedicarci alla preparazione dello sciroppo vero e proprio.
- I petali vanno estratti e “strizzati” per recuperare tutta l’acqua che hanno assorbito: allo scopo è molto utile uno schiacciapatate.
- Sia la parte liquida rimasta nella pentola, sia quella recuperata dai petali, vanno filtrate attraverso un colino. Meglio far defluire il liquido direttamente in un contenitore graduato, per verificarne la quantità.
- Poniamo il liquido in una pentola e, per ogni litro di questo, aggiungiamo un chilo e mezzo di zucchero.
- Per ottenere lo sciroppo dobbiamo far sobbollire la miscela per una ventina di minuti. Attenzione: il fuoco va regolato in modo da non raggiungere il punto di ebollizione, ma molto vicino a esso.
- L’imbottigliamento avviene quando lo sciroppo è ancora caldo, poi lo si pone in un luogo fresco e buio in attesa del consumo, per il quale è pronto appena raffreddato. In questo modo la bottiglia integra si conserva a lungo, ma una volta aperta, trattandosi di un prodotto privo di conservanti, va tenuta in frigorifero.
Sciroppo di rose limpido
L’aggiunta di succo di limone all’acqua in cui si mettono a bollire i petali conferisce allo sciroppo il tipico colore rosato e contribuisce a renderlo più limpido.
Realizzazione di Rosanna Varese