Tra tutti i legnami esistenti, sono sfruttati industrialmente solo quelli più “lavorabili”, che permettono di ottenere il manufatto finale con un impiego di energia ridotto e pochi scarti.
La lavorabilità del legno è legata al modo in cui il tagliente asporta il truciolo e alle proprietà meccaniche del legno. Il tagliente deve essere il più possibile affilato per penetrare e separare le fibre, più piccola è l’area di ripartizione della forza (filo del tagliente), maggiore è la pressione applicata nel punto di separazione e, quindi, più netta è l’asportazione del truciolo.
Gli angoli di taglio sono altrettanto importanti, dato che con angoli piccoli (utensile spesso) si ottiene una deformazione maggiore del truciolo con compressione e strappo delle fibre che danno una superficie scadente. É più facile ottenere un buon risultato lavorando i legni duri che quelli teneri in quanto i primi richiedono meno lavoro di finitura. Vediamo nel dettaglio quali sono le proprietà meccaniche del legno.
Proprietà meccaniche del legno – è utile sapere che
Proprietà meccaniche del legno
- Tessitura del legno e fibratura: la tessitura definisce la distribuzione degli elementi cellulari del legno, può essere fine, media e grossa. La fibratura è la direzione delle fibre lungo l’asse longitudinale del legno: dritta, inclinata, intrecciata, ondulata, irregolare.
- Lavorabilità del legno: è la capacità generica del legno di lasciarsi lavorare con utensili manuali ed elettrici. è massima nella direzione delle fibre, minima nel senso trasversale a esse. La possiamo distinguere in alta, media, bassa.
- Densità del legno: è il peso specifico, si misura in kg/m3 su legname stagionato fino a ottenere un contenuto di umidità del 12-15%. A parità di essiccamento la densità è relativa alla porosità del legno, ovvero alla sua compattezza.
- Durezza del legno: è indice della resistenza che un legno oppone alla penetrazione di un punzone. Viene calcolata dall’impronta che il punzone lascia dopo una pressione meccanica o da quella di una sfera metallica caduta da un’altezza prestabilita.
- Essiccabilità del legno o ritiro: è dovuta alla perdita d’acqua contenuta nell’albero al momento del taglio, inizia quando l’umidità delle fibre scende al disotto del 30% del suo peso secco, cioè comincia a perdersi “l’acqua di saturazione” assorbita.
- Durevolezza del legno: il legno vivo si autoprotegge dagli attacchi parassitari, ma una volta tagliato diventa preda di insetti e funghi. Alcuni tipi di legno rimangono impregnati delle sostanze repellenti prodotte dall’albero e sono più durevoli.
Fendibilità del legno a chiodi e viti
La fendibilità è l’attitudine del legno a spaccarsi nel senso delle fibre quando è sottoposto alla penetrazione di un cuneo. I legni più adatti allo spacco sono quelli a fibra lunga e senza nodi come l’abete di prima qualità, l’ontano e il castagno. La fendibilità entra in gioco quando si tratta di avvitare o inchiodare tra loro due pezzi di legno e, in questi casi, è poco apprezzata. La pressione esercitata dai filetti può generare screpolature, per cui è meglio eseguire fori per il passaggio delle viti che non sollecitino il legno.