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Consigli pratici per imparare a lavorare il ferro battuto
Cosa bisogna sapere circa il ferro battuto:
- La forgia è l’attrezzo base per eseguire lavorazioni con il ferro battuto in quanto consente di accendere il carbone e mantenere un fuoco vivace che raggiunge alte temperature. Il carbone si colloca su un piano leggermente sagomato a tramoggia. Al centro c’è la bocca di un condotto da cui esce l’aria inviata da una ventola ad alette, azionata a mano o elettrificata. L’aria alimenta in continuo le braci di carbone in cui viene inserito, per il tempo necessario, il pezzo di ferro da lavorare.
Cosa serve per lavorare il ferro battuto:
- Forgia per ferro
- attrezzi per la lavorazione del ferro
Come lavorare il ferro battuto
- Manteniamo il pezzo di ferro di cui va riscaldata un’estremità per poterla lavorare, immerso nella brace della forgia. Muoviamo il ferro in modo che il calore lo raggiunga da ogni parte.
- Battiamo l’estremità del pezzo sull’incudine appena lo togliamo dalla forgia, in modo da appiattirlo, curvarlo e sagomarlo. Non battiamo troppo forte per non spaccare il metallo ancora tenero.
- Le piattine che devono assumere una determinata curvatura le lavoriamo a freddo, bloccandole nella scanalatura di un elemento cilindrico e piegandole con le mani grazie a elementi di riscontro.
- I riccioli sui tondini li eseguiamo a freddo piegando il ferro entro una cavità praticata in un blocchetto di ferro. A seconda della spinta esercitata possiamo ottenere curvature di raggio diverso.
- Le parti appiattite con il martello le possiamo ulteriormente elaborare e sagomare con la lima, per conferire una curvatura costante ed eliminare eventuali bordi taglienti che possono essersi formati.
- La torcitura dei quadrelli si realizza a caldo. Estratto il pezzo dalla forgia lo inseriamo in un tubolare quadro e lo torciamo con una chiave a forchetta. Se si raffredda, lo riscaldiamo nuovamente.
Fascette e perni in ferro battuto
Le unioni di elementi in ferro battuto possono essere realizzate a freddo. Una piattina nervata viene saldamente avvolta intorno ai pezzi da collegare e stretta in posizione con una chiave a pappagallo. Qualche colpo di martello rifinisce l’unione rendendola ben salda (1). Un altro sistema tradizionale consiste nel forare i due pezzi e inserire un perno di ferro le cui teste vengono ribattute sull’incudine (2).