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Saldare a stagno pone meno difficoltà pratiche, economiche e di addestramento rispetto ad altre tipologie di saldatura: con lo stagno si impara a saldare nel giro di pochi minuti.
Per saldare a stagno si usa una lega di stagno e piombo che fonde a temperatura variabile tra i 195 ed i 325 °C a seconda della percentuale di piombo contenuta in essa. Richiede il riscaldamento di ambedue le parti da saldare, ma di solito è questione di pochi secondi. Viene utilizzata molto nei collegamenti elettrici e nei circuiti elettronici, offre una resistenza meccanica modesta, ma serve anche per unire parti metalliche di rilevanti dimensioni. É eccellente per saldare rame e ottone.
è utile sapere che
La saldatura a stagno è di fatto una brasatura, perché l’unione avviene con apporto di materiale. La saldatura vera e propria avviene per fusione senza materiale d’apporto. Per dissaldare un componente basta riscaldare la saldatura con la punta del saldatore, lo stagno si ammorbidisce e si può liberare il componente. Il residuo di stagno può essere assorbito, mentre è liquefatto, con una pompetta a stantuffo (succhiastagno). L’esatto riscaldamento dei pezzi determina la riuscita della saldatura che deve somigliare a una lucente pagnottella. Troppo calore rende lo stagno sottile, poco non lo fa aderire né al conduttore né alla sede. Il disegno sintetizza l’effetto di tre differenti modalità di saldatura.
Leggi la nostra guida su come saldare correttamente
Saldare a stagno in elettronica
- Il disossidante contenuto nei fili di stagno non è sempre sufficiente a garantire una buona saldatura. Prima di iniziare, immergiamo la punta ben calda del saldatore nel vasetto di disossidante.
- Per evitare di scottarsi durante la saldatura vera e propria conviene trattenere il pezzo con le pinze, qualora non fosse possibile appoggiare le parti da unire affiancate su un piano.
- Nelle schede elettroniche, la saldatura dei componenti si effettua dalla faccia inferiore, dopo aver inserito i conduttori rigidi, dalla faccia opposta, all’interno dei fori riportati sulla scheda. Avviciniamo il filo di stagno alla punta riscaldata del saldatore, attendiamo 2-3 secondi affinché la goccia si sciolga e si espanda uniformemente, quindi allontaniamo la punta e aspettiamo qualche secondo per lasciar condensare lo stagno.
Unire lamiere
- Per prima cosa sgrassiamo i lembi delle lamiere da unire con uno straccio imbevuto di solvente e, se possibile, strofiniamoli con carta vetrata per irruvidire la superficie.
- Sulle zone da portare a contatto passiamo, con un pennellino, il liquido disossidante. Questa pulizia è indispensabile per ottenere un buon risultato finale e una saldatura efficace.
- Riportiamo un sottile strato di stagno su entrambi i lembi, mettiamo i pezzi in posizione e facciamo sciogliere lo stagno per realizzare la giunzione, aggiungendo altro materiale di apporto.
- Sovrapponiamo i lembi stagnati e premiamoli con il saldatore. I due strati di stagno fondono e le due lamiere si uniscono. Eventualmente si ripete l’operazione anche sulla faccia opposta.