Autocostruzione di tre macchine piegaferro fai da te; si fissano alla morsa da banco e funzionano sfruttando il principio della leva per amplificare la forza applicata e costringere il ferro a seguire la conformazione della sagoma di riferimento
La piegatura di segmenti di ferro fatta a “suon di martellate” non è propriamente semplice e neppure precisa, soprattutto se è necessario replicare pezzi uguali. Con questa consapevolezza e illuminato dalla famosa frase attribuita ad Archimede di Siracusa “datemi una leva, un punto d’appoggio e vi solleverò il mondo!”, il nostro prolifico lettore Leonardo Telesca ha deciso di costruirsi delle piegaferro fai da te in grado di piegare il ferro in vario modo, senza fare troppa fatica. In effetti è proprio la leva l’elemento che permette di moltiplicare la forza applicata, in questo caso, dall’uomo, riducendo lo sforzo, a parità di effetto ottenuto. Quindi, come tiene a sottolineare lo stesso autore, se si vuole amplificare la potenza, basta allungare la leva. Nel caso in questione la leva non fa altro che obbligare un pezzo di ferro ad adattarsi a una sagoma della piegaferro fai da te preparata ad hoc. La sagoma, che talvolta è soltanto uno scontro, ha solitamente posizione centrale, mentre la leva, che ha fulcro esattamente nel centro, agisce mediante un rimando, regolabile sulla forma della sagoma, che impone al pezzo di ferro di aderirvi fedelmente. Per piegare il ferro ad anello, la sagoma deve essere perfettamente circolare; per ottenere pezzi con andamento a spirale la sagoma è formata da diversi pezzi curvi con raggio crescente; per piegature ad angolo, la leva fa traslare il suo riscontro sulla sagoma che impone al pezzo la conformazione del proprio spigolo con un’eventuale smussatura. Per piegature semplici il più delle volte è sufficiente una piastra piegaferro
Data la differente conformazione che deve avere un sistema di piegatura del ferro per fare anelli, rispetto a quello per fare spirali e anche quello per piegare ad angolo, la cosa più conveniente è realizzare delle piegaferro fai da te differenti. Tutte si avvalgono di una piattaforma rigida e robusta che ha il duplice compito di rendere solidali le sagome con le leve, permettendo a queste ultime di ruotare senza giochi e flessioni di sorta, e di fornire una valida presa per la morsa da banco, che deve immobilizzare l’attrezzo durante il suo utilizzo. Anche il banco deve avere buona stabilità e peso per non muoversi quando si applica forza sulla leva. Tutte le parti d’acciaio devono essere ben dimensionate per non cedere ad alcuna sollecitazione; soprattutto le sagome devono essere fatte con acciaio molto resistente, meglio se fatto temprare, dopo avergli impresso la conformazione voluta; in questo modo si possono piegare anche tondini molto acciaiosi.
Differenze sostanziali delle piegaferro fai da te
La piegatrice con sagoma circolare per ferro permette di piegare ad anello un tondino, un quadrello o una piattina d’acciaio; sul lato destro si nota un fermo a vite che preme sul pezzo per immobilizzarlo in un punto della sagoma, mentre la leva, con il suo riscontro a rullo, ruotando, agisce facendogli prendere la forma della circonferenza. Data l’altezza (spessore) della sagoma, se il ferro è lungo abbastanza, compiuto il giro completo può continuare la circonvoluzione, scartando di lato la prima spira. In questo caso, dato che a un certo punto la leva andrebbe a collidere con il fermo a vite, è necessario liberare momentaneamente il ferro, farlo ruotare di quel tanto che basta sulla sagoma e ribloccarlo per proseguire.
Nella piegatrice a spirale per ferro ha molta importanza lo spazio disponibile all’interno della sagoma, perché da questo dipende direttamente la sezione dei pezzi piegabili. La sagoma qui è separata in due pezzi, perché per iniziare il lavoro bisogna rimuovere la parte esterna, per poi riposizionarla non appena sia stata impressa al ferro almeno tre quarti della prima circonvoluzione.
La piegatrice ad angolo per ferro ha un sistema che blocca il pezzo di ferro tra due ganasce di acciaio duro; mentre il pezzo è immobilizzato, un rostro, anche questo di acciaio duro, viene fatto traslare con il vantaggio della leva, imponendo al ferro di piegarsi. Tra rostro e ganasce deve rimanere lo spazio necessario, poco più dello spessore del ferro, altrimenti questo si troncherebbe; se ce ne fosse troppo, la piegatura non verrebbe precisa.
Buon giorno sono daniele rasi e vorrei chiederle dove posso comprare quei attrezzi per piegare il ferro grazie per la vostra cortese attenzione
Buongiorno Daniele,
Non li trova da nessuna parte, si tratta di attrezzi autocostruiti dal nostro lettore Leonardo Telesca. La guida serve per illustrarne il funzionamento e fornire un’idea su come eventualmente autocostruirseli.
Cordiali saluti.