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Per traforare a mano bisogna usare nel modo corretto l’archetto da traforo. Approfondiamo l’argomento
Scegliere e montare la lama
La lametta del traforo è molto sottile per poter seguire i percorsi più tortuosi e si monta sull’ archetto da traforo con dadi a farfalla. Esistono lame con dentatura di diverse dimensioni per adattarsi ai vari materiali: la dentatura grossolana è adatta a materiali teneri e spessi mentre le lame a denti fini si adoperano per metalli e lastre di legno sottile o duro.
Un forellino piccolo piccolo
La tecnica del traforo prevede spesso di realizzare tagli chiusi su se stessi per cui è continuamente necessario inserire la lama in un campo di taglio senza danneggiare quello che sta intorno. Allo scopo si realizzano piccoli fori da 2-3 mm di diametro, con un semplice trapanino a vite con la punta a lancia (quello originale del traforo) o a manovella, all’interno di un’area di scarto.
Appoggio ben fissato
Basetta a coda di rondine e morsetto sono necessari per appoggiare il pezzo mentre lo si taglia; se si tiene il pezzo sul tavolo può succedere che venga a mancare l’appoggio laterale con il rischio di rompere la lama o rovinare il pezzo. Con la basetta a coda di rondine, invece, comunque si ruoti il pezzo, l’appoggio è sempre garantito ed inoltre si evitano danni al tavolo.
Per ogni apertura si sgancia la lama
Bisogna tenere presente che ogni volta che si deve iniziare un nuovo taglio si smonta la lama dall’archetto o dal telaio e la si inserisce nel foro, con i denti rivolti verso il basso. L’ archetto da traforo, per agganciare e sganciare la lama, deve essere compresso, operazione che si compie con una mano mentre l’altra aziona la vite a galletto. Si rimonta l’archetto e si comincia a tagliare senza premere troppo la lama sul pezzo.