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Tratto da “Fai da te n.85 – Dicembre 2017 – Gennaio 2018”
Autore: Nicla de Carolis
In Italia vengono consumate 72 miliardi di sigarette l’anno con i conseguenti danni per la salute e per l’ambiente determinati dalle cicche gettate ovunque, in mare (nel Mediterraneo sono il 40% dei rifiuti) in spiaggia, in strada.
Un mozzicone con filtro si dissolverà in 5/12 anni. Il problema è davvero serio e di difficile soluzione, visti gli interessi che ci sono dietro. Molto più semplice da parte del singolo prendere coscienza di quanto questa pratica sia deleteria, magari proprio cominciando con l’eliminare l’apparentemente innocuo gesto di gettare una cicca in terra. Alcuni artisti hanno provato ad affrontare il problema con le loro incredibili opere.
Lavoro da cinesi
Lavoro da cinesi… come si usa dire per parlare di qualcosa che richiede grande pazienza; Xu Bing, uno dei più importanti artisti cinesi contemporanei, ha creato nel 2011, per il Virginia Museum of Fine Arts, un’installazione dalle dimensioni inaudite avente come protagonista la sigaretta. Infatti, aiutato dagli studenti della virginia Commonwealth University’s School of the Arts (che ha sede in uno dei paesi americani maggiori produttori di tabacco), ha assemblato 500mila sigarette, per un peso complessivo di circa 200 kg, componendo così sul pavimento del museo il tipico tappeto a pelle di tigre. Quest’opera fa parte di un progetto,durato diversi anni e volto a sensibilizzare le coscienze, in modo sottile e ironico, sui rischi insiti nella pratica del fumo e su tutti gli interrogativi che questo commercio pone.
Lavoro da inglesi
Anche per il molto discusso artista inglese Damien Hirst, tra i più pagati al mondo, noto per i suoi animali in formaldeide e per il teschio di diamanti, il tema della sigaretta rappresenta un filone importante. Per alcune sue opere ha utilizzato non sigarette, ma mozziconi, con l’obiettivo, anche in questo caso, di scioccare, di diffondere un messaggio trasgressivo, ma d’impatto comunicativo con lo spettatore che lo porti a riflettere : “… e il posacenere è un cimitero, come la morte.”