Editoriale tratto da “Far da sé n.435 Febbraio 2014”
Autore: Carlo De Benedetti
“Sono 20 anni che uso FAR DA SÉ. I primi numeri li ho comprati da ragazzo insieme ai primi utensili e ancora li conservo in laboratorio, dove possono sempre servire per qualche spunto. Avete creato e portato avanti non una rivista, ma una filosofia di vita, fatta di uomini e donne che non hanno paura di sporcarsi le mani pur di realizzare ciò che desiderano: persone che insegneranno ai propri figli che non tutto è dovuto, ma che nella vita ogni giorno bisogna guadagnarsi il pane a qualsiasi livello sociale si appartenga. Per la prima volta mando alcuni spunti di cose che ho realizzato negli ultimi 5 anni, ovvero da quando ho gettato il primo solaio della mia nuova casa e impiantato il laboratorio in quel garage appena costruito”.
Vorremmo sottolineare due cose di questa lettera che ci scrive Leonardo Riu da Sassari, senza soffermarci sulla filosofia del far da sé di cui già più volte abbiamo parlato.
Ci ha colpito quel verbo “usare” legato alla rivista: si usa un martello, una penna, un computer, una sega ecc, ma, il lettore ci dice, si usa anche una rivista, in questo caso la nostra FAR DA SÉ, se le sue pagine non sono solo da guardare, ma brillano di concretezza, di informazioni tecniche, di illustrazioni che mostrano ogni particolare e se, sfogliandole e tenendole lì a portata di mano, quelle pagine sono utili in qualsiasi momento proprio come un attrezzo che si impugna con forza e consapevolezza.
Cogliamo poi, nell’urgenza di approntare il laboratorio nello spazio tra le fondamenta e la soletta del primo piano appena gettati, tutta quell’ansia di fare, di muovere le mani, di dare corpo alle proprie idee che caratterizza un buon far fa sé: immaginiamo Leonardo, come mille altri nostri lettori, che scalpita davanti a questo nuovo ambiente, che lo arreda di banco e di scaffalature, che è pronto a riempirle di attrezzi manuali ed elettrici, di barattoli e di ferramenta, in una frenesia che è la sana voglia di fare. E la rivista FAR DA SÉ sta lì appoggiata sul banco a ricordare che le idee possono diventare progetti e i progetti possono concretizzarsi in mobili, arredi, oggetti, ma anche miglioramenti e riparazioni per la casa all’interno e all’esterno.