Tratto da “Rifare Casa n.63 – Maggio/Giugno 2019″
Autore: Nicla de Carolis
“Tutti gli aerei possono e dovrebbero trasformarsi in case meravigliose, il pensionamento in un castello di classe aerospaziale dovrebbe essere il destino costruttivo di ogni aereo di linea. Non dovrebbero mai essere spazzati via senza senso”, così dice Bruce Campbell, un ingegnere elettrico in pensione che ha scelto un aereo come dimora pagando 100.000 dollari il vecchio Boeing 727 e altri 120.000 tra spese per la sua ristrutturazione e il suo trasporto nelle foreste dell’Oregon, lo stato costiero americano nel Pacifico di Nord-Ovest: oggi l’aereo è una casa unica al mondo dove l’ingegnere vive sei mesi all’anno. La superficie dell’aereo è sicuramente adeguata per accogliere una camera da letto, uno studio, la cucina e il salotto; all’interno Campbell ha conservato il maggior numero di arredi e accessori originali del vecchio Boeing 727 e nella toilette ha aggiunto una doccia. L’insieme, quanto ad estetica, è piuttosto spartano e disordinato, niente di paragonabile alle suite della first class sui migliori Airbus di oggi in volo da un continente all’altro, ma l’idea bizzarra dell’ingegnere americano è supportata da considerazioni pratiche da prendere in considerazione.
Questi veivoli sono opere magistrali di scienza aerospaziale, incredibilmente forti e duraturi nel tempo progettati per sopportare senza alcun problema tempeste e terremoti: “Non ha senso distruggere queste straordinarie strutture per poi costruire case con materiali scadenti, progettazioni e metodi costruttivi antichi e superati”, dice l’ingegnere. Sono centinaia gli aeromobili da smantellare a livello globale ogni anno e questo potrebbe essere un modo ecologico per riutilizzarli dando loro una seconda vita.
Certo bisogna essere audaci per fare una scelta come quella di Campbell, però è vero che in edilizia si è molto lontani dal realizzare strutture con prestazioni così elevate. Questi colossi sono dei veri e propri contenitori sigillati e possono durare per secoli senza deteriorarsi; la loro coibentazione acustica e termica, data dai materiali speciali utilizzati ma anche da “cuscini”, posati tra la scocca esterna e i suoi rivestimenti interni, ci riporta al tanto importante tema del cappotto, il rivestimento esterno o interno con materiale isolante, che un’abitazione di oggi deve avere.
Per gli immobili di oggi i criteri costruttivi di coibentazione adeguata sono
imposti per legge ma anche per regole di mercato, oggi nessuno comprerebbe una casa nuova senza questi requisiti. Mentre, per quelle d’epoca e per quelle costruite negli anni dell’edilizia selvaggia, sia pur per motivi diversi, sono tante le possibilità di riqualificazione in termini di risparmio energetico. Il cappotto di una casa è uno dei principali argomenti per migliorarne la vivibilità, ovviamente insieme agli infissi, al tetto e alle solette. In questo numero l’argomento cappotto è analizzato nelle sue diverse declinazioni che ci aiuteranno a valutare quale soluzione scegliere per trasformare la casa se non proprio in un ambiente sigillato come un Boeing ma in una “scatola” con pareti che mantengono temperature costanti in estate e in inverno.