Tratto da “Far da sé n.503 – Marzo 2020″
Autore: Nicla de Carolis
Appena uscita da un’interessante conferenza stampa al Palazzo Reale di Torino, dimora storica della famiglia Sabauda, Patrimonio dell’UNESCO dal 1997, affascinata e quasi turbata dalla quantità di bello che in essa si può vedere, ancora una volta ho concluso che tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’abilità manuale degli artigiani/artisti che qui hanno lavorato.
L’occasione è stata l’inaugurazione del camino monumentale che troneggia nel Salone delle Guardie Svizzere, dopo il suo restauro possibile grazie alla sponsorizzazione di un imprenditore illuminato, Ruben Palazzetti, la cui produzione di stufe e focolari è sempre all’avanguardia in termini di tecnologia e sostenibilità. Questo camino imponente e arricchito di statue, marmi di varie e preziose specie, datato 1661, nei secoli ha subito rielaborazioni per assecondare i gusti dei tempi. E gli interventi per ripristinarne ogni sua parte sono stati tanti e magnificamente documentati con foto e video.
Si è partiti da una pulizia degli strati di polvere e degli strati oleocerosi protettivi con prodotti poco aggressivi. Poi si è lavorato sulle tante stuccature realizzate con materiali diversi agendo con il bisturi e anche con una sonda ad aria calda (una specie di pistola a caldo con beccuccio sottile) per eliminare quelle eseguite a cera. Infine c’è stata un’opera importante di lucidatura a mano con panno di lana; un lavoro faticoso, come ha sottolineato il direttore dei restauratori, che rende ancor più onore e merito a queste professionalità la cui opera importantissima sarebbe degna di una ribalta e riconoscimenti eclatanti con ore di trasmissioni in tv almeno al pari di quelle dedicate agli insulsi personaggi dei vari reality.
La visita delle stanze del Palazzo lascia senza fiato per il lavoro di architetti e artisti, ma soprattutto per quello svolto dagli artigiani: gli intarsi in legno dorati decorano le pareti, formano le cornici dei quadri e delle tele che arricchiscono i soffitti, mentre le sontuose boiserie rendono ovattati questi ambienti enormi e altissimi. I parquet originali del ‘700, di essenze diverse, sono ancora impeccabili nei colori e nelle composizioni, frutto di sistemi di posa di una complessità oggi irripetibile. E poi gli arazzi, di una bellezza e di un mistero che ha del miracoloso, se si pensa che le raffigurazioni, copie di bozzetti realizzati su tela, sono eseguite interamente con l’alternarsi di fili che seguono colori e disegni.
Intelligenza, impegno, conoscenza delle tecniche e quella favolosa abilità manuale che va sempre di più perdendosi. Siccome crediamo, come voi che ci leggete, nel valore del saper fare con le mani, proponiamo il nuovo manuale TORNIRE IL LEGNO, una perla di approfondimenti svelati con foto e testi; non garantiamo che studiando questo testo diventerete maestri tornitori come quelli che hanno lavorato a Palazzo Reale di Torino ma siamo certi che potrete realizzare qualcosa di bello e con grande soddisfazione.