Tratto da “Far da sé n.535 – Aprile/Maggio 2024″
Autore: Nicla de Carolis
Sono finiti i tempi in cui bastava avere un tetto sulla testa che riparasse dagli agenti atmosferici: oggi un tetto, parte integrante dell’involucro di un edificio, deve avere determinate caratteristiche perché da esso derivano grandi possibilità di risparmio energetico, indispensabili per un graduale adeguamento volto a ridurre l’inquinamento. Adeguamento vivamente consigliato anche dall’Europa, con l’approvazione, nei giorni scorsi, della molto discussa direttiva Casa green: l’obiettivo è ridurre entro il 2030 le emissioni di gas serra attraverso un minor utilizzo dei combustibili fossili nel comparto residenziale che, insieme all’industria, è in testa alla classifica delle cause inquinanti, quindi pervenire alla neutralità climatica entro il 2050. Progetto piuttosto ambizioso soprattutto se si ragiona in termini di inquinamento globale ma, a mio avviso, corretto per sensibilizzare ciascuno di noi anche in questa direzione, creando cultura e consapevolezza del problema. L’abbattimento delle emissioni è legato a tre variabili fondamentali: l’efficienza energetica, l’elettrificazione dei consumi, la sostituzione dei combustibili fossili con energie alternative. Quindi si parte dalla riqualificazione energetica, ovvero avere immobili che non disperdano calore in inverno e non lo facciano entrare in estate, e gran parte di questi problemi viene spesso dal tetto. L’isolamento termico di quest’ultimo, quindi, consente di guadagnare tra il 20% e il 40% in termini di efficienza energetica. Ben lo sapevano anche in passato quando il sottotetto non era certo abitato, era una soffitta dedicata al massimo a magazzino e che faceva da camera d’aria isolante per tutto l’edificio.
In realtà l’isolamento del tetto non è un’operazione particolarmente complessa se non bisogna intervenire sulla struttura e un fardasé può senz’altro dare il suo contributo in questo lavoro affiancando gli esperti del mestiere. Il tutto scegliendo a monte se realizzare un tetto ventilato, sapendo quali siano gli strati di materiale da utilizzare: l’impermeabilizzante e l’isolante di origine minerale o animale o sintetica o composita. Per poi valutare la scelta dei diversi sistemi che siano dall’interno o dall’esterno, in pannelli sandwich già pronti che si montano con incastri, in pannelli semplici o a rotolo o in granuli.
Nel dossier di questo numero troverete tutte le dritte per sapere in linea teorica, ma anche pratica, come è meglio intervenire per affrontare questo indispensabile lavoro di riqualificazione che darà enormi, tangibili vantaggi, sia che viviate in una casa singola sia in appartamento, in particolare quello all’ultimo piano di un condominio.