Tratto da “Rifare Casa n.70 – Luglio/Agosto 2020″
Autore: Nicla de Carolis
In questo numero, tra i tanti approfondimenti e novità, c’è un bell’articolo sulla doccia: un sistema per lavarsi che ha una storia ancora breve; i bagni, diffusi largamente nelle abitazioni solo dopo la seconda guerra mondiale, prevedevano la vasca. La prima doccia di cui si ha un’immagine è il sistema ingegnoso del francese Gaston Bozerian, ideato nel 1880, nel quale “il bagnante” muovendosi su due pedali pompava acqua verso l’alto. La doccia oggi è in testa alla classifica, come gradimento da parte degli italiani, che la preferiscono alla vasca ed è intesa non come la scomoda “scatola” con paretine in policarbonato che delimita uno spazio angusto di 70 x 70 cm, terribile soprattutto per i più corpulenti, ma come uno spazio ampio. Spesso non ha neanche bisogno di essere delimitata da vetri o altri elementi di separazione e viene realizzata a filo pavimento o con un leggero rialzo dei piatti doccia di materiali che possono essere tagliati della misura desiderata; niente a che vedere con quelli massicci, di misure fisse del passato che, nel tempo, insieme agli orribili box di cui sopra, diventavano ricettacolo di muffe e rifiniture ammalorate. Oggi più che di doccia si parla di “sistema doccia” in cui è incluso tutto ciò che è necessario per creare questa zona: le aziende continuano a sfornare novità, dai sistemi ultrasottili per l’impermeabilizzazione, ai sifoni adatti anche ai massetti di basso spessore, tipici delle case d’epoca, agli scarichi a canalina o a muro, ai soffioni con relativi gruppi per regolare temperatura e getti dell’acqua, posizionabili ovunque. Il tutto per assecondare e perfezionare sempre più questa nuova concezione di doccia “libera”, spaziosa e molto godibile, arricchendola anche di optional come la musica che “esce” insieme all’acqua, la cromotetapia, l’idromassaggio e presto anche un vassoio con aperitivo, olive e noccioline…
E poi non potevamo non approfondire l’argomento ECOBONUS 110, previsto dal decreto “cura Italia” che, grazie a un credito d’imposta, consente di realizzare importanti lavori di riqualificazione a costo zero. Certo, fare tutti gli interventi che nel loro insieme contribuiscono a far “salire” di 2 livelli la classe energetica l’immobile, non è proprio una passeggiata, occorre un progetto ben fatto che tenga conto di tutte le componenti necessarie ma, alla fine, i vantaggi sono indiscutibili. Nel dossier di questo numero l’argomento è trattato in generale, con gli aggiornamenti al momento in cui andiamo in stampa e con un approfondimento sull’isolamento dell’involucro, primo passo fondamentale per guadagnare punti.