Tratto da “Rifare Casa n.75 – Maggio/Giugno 2021″
Autore: Nicla de Carolis
La mansarda nell’immaginario di molti di noi porta a Parigi e al fascino dei suoi palazzi d’epoca che nel sottotetto hanno romantici appartamenti con finestre e affacci di vari tipi: la parola infatti deriva da mansarde, a sua volta tratta dal nome dell’architetto francese François Mansart (1598-1666) che progettò per primo questo elemento architettonico del tetto e la sua struttura. Un tempo erano sistemazioni poco apprezzate, più economiche o destinate al personale di servizio, perché bisognava salire tante scale, il tetto ovviamente non era isolato e le finestre erano piccole e davano poca luce. Oggi le cose sono decisamente cambiate: la mansarda, sia essa un’estensione di un appartamento all’ultimo piano o un’unità a sé stante, è qualcosa di molto ambito perché tutti gli svantaggi del passato sono stati superati.
Di conseguenza, nei palazzi d’epoca, si tende a trasformare in mansarde i sottotetti, ovvero lo spazio compreso tra il tetto e il solaio di copertura dell’appartamento all’ultimo piano: spazi non abitabili, destinati a camera d’aria per isolare l’ultimo piano dell’edificio o come magazzino comune nei condomini. Quasi sempre, per raggiungere le altezze previste dai regolamenti, il recupero prevede il rifacimento del tetto alzando il colmo e modificandone la pendenza, il rinforzo della soletta, la costruzione di pareti perimetrali leggere, ottime quelle in legno che non appesantiscono il carico sulla struttura dell’edifico. L’isolamento della copertura e del resto dell’involucro è fondamentale perché la mansarda non sia un inferno d’estate e una ghiacciaia d’inverno. Indispensabili anche l’installazione di un impianto di climatizzazione adeguato, di finestre coibentate e schermate per avere la giusta quantità di aria e luce che nelle mansarde è la zenitale, quella che viene direttamente dall’alto, costante durante tutto l’arco della giornata. Come affermava Le Corbusier, uno dei più influenti architetti dell’epoca contemporanea, “L’architettura è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico, dei volumi assemblati nella luce”; questo a sottolineare come l’architettura e la luce naturale siano dipendenti l’una all’altra. E in una mansarda la progettazione degli spazi in funzione della luce, come si può vedere nel bellissimo progetto di pagina 26, può dare risultati davvero sorprendenti.
el dossier del numero troverete una guida ben documentata per affrontare un intervento di questo tipo che non è certo una passeggiata in termini di progettazione, permessi/concessioni, denaro, ma che porta a un risultato vantaggioso da tutti i punti di vista. E, al di là del buon investimento che aggiunge valore all’immobile, c’è il piacere di essere inondati di luce di giorno, con tutti i benefici psicofisici che ciò comporta, e di notte, meraviglia, il godimento della vista del cielo stellato, quando c’è.