Il flusso solare agisce con gli strati generando una differenza di potenziale elettrico. L’insieme di una serie di celle solari compone un modulo o pannello fotovoltaico, l’insieme dei pannelli fotovoltaici un campo fotovoltaico.
Un impianto fotovoltaico può essere di due tipi: a isola oppure connesso alla rete. L’impianto a isola è autosufficiente e rifornisce utenze elettriche isolate da altre fonti energetiche. Si compone di un campo fotovoltaico, deputato a raccogliere energia, di un regolatore di carica, che stabilizza l’energia raccolta, di una batteria di accumulo, costituita da una o più batterie ricaricabili, opportunamente connesse (serie/parallelo), che permettono di conservare la carica elettrica raccolta dal campo durante l’irraggiamento solare e utilizzarla quando serve; un inverter infine converte la tensione continua (12-24 V) in tensione alternata (230 V – 50 Hz).
L’impianto connesso alla rete è quello che immette la sua produzione nella rete nazionale in corrente alternata. Strutturalmente è più semplice di quello a isola, col quale condivide solo il campo fotovoltaico e l’inverter; di diverso ha una speciale quadristica di protezione e controllo, da situare in base alle normative vigenti tra l’inverter e la rete nazionale.
I campi fotovoltaici possono essere situati su terreno, su tetto o in facciata.
Fondamentale in tutti i casi è la migliore esposizione possibile al sole; questo porta da un lato lo sviluppo di tecnologie di automazione per fare pannelli motorizzati capaci di orientarsi verso il sole sull’orizzonte, e dall’altro celle sempre più sensibili ai raggi che le colpiscono con angolazioni non ideali.
SEMPRE PIU´ INTEGRATI
La tendenza è quella di integrare sempre più il campo fotovoltaico nelle superfici di copertura o di facciata delle costruzioni, alla ricerca di un minor impatto negativo sull’estetica della casa.