Tratto da “Far da sé n.528 – Dicembre 2022/Gennaio 2023″
Autore: Nicla de Carolis
Sicurezza, controllo e pollice verde, sono questi i pilastri delle smart city sulle quali la Cina ha deciso di indirizzare il proprio sviluppo urbano dicendo fine alle megalopoli superinquinate. Xi Jinping, presidente della Repubblica Popolare Cinese, ha dato il via alla realizzazione di 500 smart city, città di media grandezza (due milioni e mezzo di abitanti, media grandezza per i cinesi…) che abbiano le caratteristiche chiave della digitalizzazione e che facciano transitare la popolazione verso una civiltà ecologica intesa come armonia tra l’uomo e la natura, attraverso una gestione rispettosa dell’ambiente, fondata su di un cambiamento culturale. Interessanti i documentari che, con rendering, simulano come sarà la vita delle persone: ampi spazi verdi, auto elettriche e a guida autonoma in car sharing, incroci regolati da semafori intelligenti, traffico fluido, oggetti che si scambiano informazioni tra loro grazie all’Internet of Things, baristi che preparano prima che tu ordini ciò che vorrai consumare. Ogni dato che ci riguarda sarà memorizzato e gestito per… facilitarci la vita. Non è una realtà così lontana perché diverse cose, fra quelle elencate, ci sono già , altre si faranno a breve; si tratta di assemblare i pezzi, lavorare sulla cultura digitale dei cittadini, soprattutto dei più vecchi, e il gioco è fatto. Il nodo più difficile da sciogliere rimane quello della produzione di una quantità più abbondante di energia elettrica (qualsiasi funzionamento dipenderà da questa), senza utilizzare combustibili fossili, ma solo fonti rinnovabili. La smart city incuriosisce anche se non si capisce se la digitalizzazione di qualsiasi processo potrà aggiungere molto alla qualità della vita di chi vive in un Paese piccolo come il nostro, dove le città con milioni di abitanti sono solo due, Roma e Milano; dove, soprattutto in passato, si creavano giardini e parchi nelle zone abitate di cui ancor oggi godiamo; e dove il 38% del territorio è costituito da boschi facilmente raggiungibili per gran parte dei cittadini. La nostra dimensione è ancora molto diversa e ci consente comunque di dare altri contributi alla sostenibilità , per esempio utilizzando stufe e caminetti a legna molto evoluti, non inquinanti, godendoci il caldo e la magia della fiamma magari dopo aver tagliato la legna nell’aria pura in un bel bosco, dove le piante nascono spontaneamente. Se volete provare questa sensazione, da pagina 12 trovate un ricco dossier su tutto ciò che c’è da sapere per attrezzarsi nella maniera giusta con una bella stufa o un caminetto moderno… questo finché non potremo o dovremo inebriarci delle meraviglie che offre una smart city