Tratto da “Far da sé n.534 – Dicembre 2023/Gennaio 2024″
Autore: Nicla de Carolis
Si è scritto molto su tutto questo, anche cose divertenti che stigmatizzano come la tecnologia, a volte, pur avendo l’obiettivo di semplificarci la vita, ce la complica: succede quotidianamente a ciascuno di noi e questi episodi, legati a complicazioni dell’evoluzione tecnologica, ci portano a volte a ridimensionare il nostro entusiasmo per le innovazioni.
Nel dossier di questo numero analizziamo una case history davvero interessante e di estrema attualità: il passaggio dalla caldaia a condensazione (colpevole di alimentarsi a gas, le cui emissioni sono responsabili del cambiamento climatico, con i conseguenti disastri naturali di cui tutti abbiamo oggi esperienza diretta) a un complesso sistema di riscaldamento/produzione acqua calda ecologico (con qualche riserva, come vedremo) che proponiamo da pagina 12.
Il sistema è composto da una pompa di calore (alimentata a elettricità) aiutata da una serie di dispositivi, fra cui una caldaia a condensazione, necessaria per i periodi più freddi, due puffer, per l’accumulo dell’acqua calda, un impianto fotovoltaico, che ha il compito di alleggerire la fornitura di elettricità, completo di batterie per lo stoccaggio dell’energia elettrica non consumata.
Tutto ciò non rende autonomi dalle forniture di rete, nemmeno per ciò che concerne l’energia elettrica, che tra l’altro viene prodotta da fonti rinnovabili solo per una percentuale indicata nella bolletta (nel caso in questione, solo il 42%), mentre il resto viene prodotto utilizzando combustibili fossili. Molti gli incidenti di percoso nella realizzazione di questo impianto da parte dei tecnici, forse ancora con poca esperienza in materia, non poche le difficoltà di gestione per l’utilizzatore e sorvoliamo sulla spesa che si è dovuta affrontare, peraltro indicata nell’articolo.
La caldaia a condensazione resta, a mio avviso, il punto più alto dell’efficienza in termini di resa, di dimensioni, di funzioni svolte per scaldare tutta una casa e produrre contemporaneamente acqua calda istantanea, in quantità, senza bisogno di un accumulo. La manutenzione davvero poca, una volta l’anno (per legge), con l’intervento dell’installatore per la prova dei fumi e pochi settaggi per una resa ottimale di questa macchina che, come detto, ha il neo di utilizzare combustibili fossili.
Comunque, siccome questo passaggio da caldaia a condensazione a sistemi più complessi e volti nel tempo a inquinare meno l’aria, diventerà obbligatorio, ci pare che un fardasé, sempre avanti su tutto, non possa ignorarne i segreti.