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Tavolino comodino fai da te | Ecco la guida per realizzarlo

tavolino comodino

Realizzare un tavolino comodino fai da te, aggiungendo un vassoio sempre pronto all’uso, che quando non serve sparisce alla vista, con un ingombro realmente trascurabile

Fare colazione a letto è per molti uno di quei piccoli piaceri della vita a cui è un peccato rinunciare. Grazia a questo tavolino comodino sarà possibile mangiare, scrivere o leggere senza dover uscire dalle lenzuola, sia quando si è costretti a letto da qualche malanno di stagione, o semplicemente quando ci si vuole prendere una pausa rilassante.

[amazon_link asins=’B00F32HG16′ template=’ProductAd’ store=’bricoportale-21′ marketplace=’IT’ link_id=’62ae0616-7cde-4148-92a0-56e19e8592ff’]Fare colazione a letto con un vassoio precariamente poggiato sulle cosce o sulle ginocchia non è né piacevole, né sicuro e si finisce per riempire di briciole il letto o per rovesciarsi addosso il caffè bollente. Questa idea è invece perfetta per via della sua stabilità e praticità. E non solo, anche la comodità con cui viene riposto, senza occupare spazio prezioso è un’ottima ragione per costruire questo tavolino comodino.

Il mobile è realizzato con una base costituita da un comodino al quale vengono aggiunte tavole appositamente realizzate per creare il vassoio mobile e la sua struttura.

Ecco come realizzarlo.

Tavolino comodino – Realizzazione

La base

In questo caso, l’indispensabile sostegno per la tavola mobile, è costituito da un comodino commerciale di stile “svedese”, in pratica si tratta di un cubo di 400 mm di lato, realizzato in MDF da 20 mm impiallacciato in acero. Si è scelto un mobile in MDF in quanto, più pesante è la base, tanto più stabile risulta il vassoio. Se non si trovasse o non si volesse costruire il comodino in MDF occorrerà appesantire la base con qualcosa che le faccia raggiungere il peso di almeno 15 kg, necessario a controbilanciare quello del vassoio carico.

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Le misure non sono vincolanti se non per il fatto che i due elementi orizzontali fissi della struttura reggi-vassoio, di multistrato di legno duro (betulla o faggio) da 15 mm, risultano lunghi quanto la larghezza della base mentre quelli del vassoio vero e proprio sono 35 mm più corti (gioco necessario per poterli introdurre ed estrarre dalla sede).

Per poter usare comodamente il comodino così modificato occorre montarlo su quattro rotelle piroettanti di tipo adatto al pavimento della stanza da letto.

Occorrente

Materiali: Multistrato da 15 mm in legno duro: 2 montanti (C) da 140×695 mm; 2 traverse (D) da 110x 400 mm; 1 piano pieghevole (E) da 365×550 mm; 1 reggi-piano (F) da 50×365 mm; 2 distanziali (G) da 15,5×110 mm (anche massello); tondo ramin (H) o faggio Ø 45×400 mm. Inoltre: 1 comodino (A) o piccola cassettiera squadrata; 4 rotelle piroettanti (B); 2 cerniere; viti Ø 4×30 e 4×40 mm; colla; materiale di finitura.

Utensili: sega per tagli diritti e per tagli curvi; trapano; levigatrice; avvitatore o cacciaviti; scalpello e mazzuolo (o fresatrice).

Guida illustrata

Le misure date nell’elenco del materiale sono in rapporto a un letto alto 450 mm da terra, calcolate in modo che il vassoio venga a trovarsi a una trentina di centimetri sopra il copriletto, dando spazio alle gambe di chi lo usa. Se il letto cui il mobile va accostato è più o meno alto si rimedia allungando o accorciando gli stanti “C”.

A parte il comodino che fa da base e i nove pezzi di legno necessari alla realizzazione del tavolino, il lavoro prevede soltanto pochi accessori e ferramenta, quali: rotelle, cerniere e viti.
Il sistema di montaggio e di fermo del piano, richiede un’elevata precisione di taglio (il multistrato di legno duro non è soggetto né a scheggiarsi sotto la sega, né a smussarsi con l’uso). Se non si dispone di attrezzi adeguatamente precisi è meglio farsi tagliare a squadra i pezzi in segheria, riservandoci solo l’apertura delle sedi delle cerniere e la lavorazione dei montanti che richiede l’uso dell’alternativo o della sega a nastro.
Incastrare le due cerniere di lamierino ottonato “a libro” praticando due incavi nel legno in quanto la costola sporgente può causare qualche fastidio nei movimenti di apertura e chiusura. In alternativa si possono utilizzare le cerniere di ottone fresato a libro o “da macchina per cucire”; queste sono più costose, ma molto più resistenti e possono inserirsi a filo piano. Sono ideali, ma di montaggio più complesso, le cerniere cilindriche o “invisibili”.
Il comodino non ha incastri; tutte le unioni sono eseguite con viti e colla e, per evitare la noiosa e spesso poco soddisfacente stuccatura delle teste delle viti, queste entrano tutte dall’interno, completamente fuori vista. Nei distanziali G, stretti sui capi della tavola D inferiore si aprono tre fori passanti Ø 4,2 mm. Nei listelli si aprono con la stessa punta anche due fori passanti, a squadra coi primi.
Fissare i listelli alle espansioni dei montanti.
Sui listelli si avvitano, dal basso, le due tavolette D.
Sulle due tavolette, che assieme al listello debbono essere esattamente e specularmente centrate sull’espansione dei montanti, si incolla il mezzo tondo di ramin o faggio che chiude la fessura. La base del mezzo tondo è meglio che sia leggermente abbondante; qualche passata di carta o spugna abrasiva la porterà a filo delle tavolette.
A questo punto i tre pezzi necessari sono pronti. Non resta che avvitare alle pareti del comodino, il reggi-piano a U capovolta (sempre dall’interno) ed inserire la ribalta nella sua fessura.
Il tavolino comodino è ora pronto per essere utilizzato.

Il vassoio mobile è articolato “a falda”, come le prolunghe di molti tavoli e tavolini. Ma mentre in questi la falda viene tenuta orizzontale allargando a ventaglio una o due gambe o a mezzo di traverse scorrevoli, in questo caso la falda E viene retta a sbalzo, spingendo all’indietro la tavoletta F, sollevandola ed incastrandola nella fessura fra le due assicelle che collegano gli stanti.

Grazie alla praticità del vassoio mobile il comodino può essere riposto nella sua postazione con un ingombro di spazio realmente trascurabile.

Chi non si fidasse della tenuta risultante dall’incastro può aumentarla con due trapezi di multistrato rettangoli, lunghi 200 mm, con una base di 100 incardinata su C e l’altra di 50, mobile. In questo caso la tavoletta D inferiore va ristretta di tanto quanto è lo spessore dei due trapezi.

Altra soluzione, non altrettanto robusta, ma più semplice e che in più aumenta lo spazio a disposizione, è quella di mantenere invariato il sistema di ancoraggio, ma di allargare da 110 a 200 mm le tavolette D e i listelli G e da 140 a 230 mm le teste dei montanti.

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