Sedia dondolo

Anche un avvocato come Vincenzo Padula, che si autodefinisce “vecchio abbonato”, può dedicarsi nel tempo libero ad attività di bricolage sicuramente rilassanti e appaganti, nel suo laboratorio ben attrezzato di cui va fiero ha costruito questa sedia dondolo.

Per esempio, la costruzione di questo dondolo in stile, elaborato su modelli di scuola napoletana, imbottito e rivestito con stoffa operata. La struttura è costruita a partire da due spessi tavoloni di faggio, che si trovano in falegnameria o bricocenter, mentre i materiali di rivestimento sono reperibili da un tappezziere.
STRUTTURA
Occorre fare un progetto, tenendo conto di dimensioni e forma dei pezzi, che si tracciano su schema quadrettato e si riportano in proporzione sul modello di taglio in cartoncino. Tagliare o rifinire insieme pezzi uguali tenendoli in posizione con morsetti può essere utile per una maggior precisione.
Dalle tavole si ricavano i vari pezzi secondo i profili riportati dal modello, mediante seghetto alternativo. Per ciascun lato abbiamo il dondolo curvo, della lunghezza di 880 mm, il pezzo con gambe e parte della seduta, la rimanente seduta più schienale, lungo 750 mm, e il bracciolo ricurvo.
Si rifiniscono con carta vetrata e vi si realizzano profili modanati a fresatrice. Le due metà, assemblate con spine o lunghe viti bronzate e incollate, sono collegate per mezzo di cinque traversine di rinforzo con spine passanti e colla.
Si incollano lateralmente le due mascherine con il decoro. Stuccate e carteggiate le imperfezioni, si rifinisce con varie mani di mordente mogano, fino a ottenere coloritura uniforme.
RIVESTIMENTO
Per sorreggere il rivestimento e dare la necessaria solidità e flessibilità, sulle traverse del telaio si passa varie volte del nastro elastico che si trova dal tappezziere, realizzando varie fasce a intreccio, almeno tre verticali e tre orizzontali, omogeneamente distanziate e fissate con punti metallici.
Su questa base si fissa, sempre con punti metallici ai lati, il rivestimento tagliato a misura, sistemandolo in modo che sia leggermente abbondante e non tiri troppo, ma evitando grinze. Si usa schiuma di lattice più spessa e rigida per il lato superiore (la seduta) e gommapiuma più morbida e sottile per il retro dello schienale. Il rivestimento finale è con drappo da tappezzieri fermato da una spessa fettuccia e fissato con chiodini ottonati. Stessa tecnica si usa per il poggiatesta e le imbottiture dei braccioli. Sul telaio, dove rimangono teste delle viti o delle spine passanti a vista, si completa incollando delle rosette ottonate.

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