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Il parquet inchiodato ha un fascino irresistibile, ma è un metodo di posa antico che necessita di pazienza e precisione
Il parquet inchiodato è stato per secoli l’unico sistema possibile per realizzare un pavimento in legno; robuste tavole venivano fissate con chiodi a tavolati o su travature, disposte ortogonalmente a queste, poi si è passati a sottostrutture di listelli fissati ai solai.
La chiodatura delle tavole a una sottostruttura di listelli è il metodo di posa più antico, oggi ormai utilizzato solo quando si usano doghe massicce di spessore consistente, ma è quello che esalta il fascino del parquet.
Da decenni, grazie allo sviluppo di collanti tenaci e di prefiniti di spessore ridotto, la posa del parquet avviene quasi esclusivamente per incollaggio o flottante, in quest’ultimo caso senza alcun fissaggio al sottofondo e ponendo tra questo e il pavimento un materassino fonoisolante.
Dal punto di vista pratico i parquet prefiniti hanno spessori ridotti, costano circa il doppio rispetto alle tavole da inchiodare, ma la loro posa è meno onerosa: circa 15 euro/m2 contro i 35-40 euro/m2 di un parquet inchiodato e rifinito in opera.
Parquet inchiodato – Due tecniche
La posa inchiodata si può realizzare in due modi: su un tavolato, esistente o costituito da pannelli di legno spessi almeno 20 mm e ben stagionati, oppure su “magatelli”, listelli di legno equamente distanziati e perpendicolari alle tavole. A sua volta, la posa su magatelli può avvenire in due modi: annegandoli “a fresco” in un massetto o fissandoli con tasselli sul sottofondo.
La posa parquet inchiodato su magatelli annegati si può effettuare solo nelle nuove costruzioni o in ristrutturazioni molto particolari che contemplino la demolizione dei solai.
Il massetto viene realizzato in due tempi: un primo strato cementizio, dello spessore di circa 4-5 cm, si stende a copertura degli impianti, mentre nello strato successivo vengono annegati i magatelli, che devono presentare una sezione trapezoidale (a coda di rondine) e vanno posati con il lato stretto rivolto in alto in modo che, con l’essiccazione del massetto, rimangano vincolati in esso; elementi che, eventualmente, risultassero malfermi a massetto asciutto, vanno stabilizzati con fissaggi a espansione, ponendo attenzione a non intercettare gli impianti sottostanti. Siccome le tavole trovano un appoggio uniforme, è sufficiente che abbiano uno spessore di 20 mm.
Quando i magatelli vanno tassellati sopra un massetto esistente servono tavole spesse 30 mm, sia per evitare flessioni sia per contenere l’effetto cassa armonica che si produce con il calpestio; la distanza tra i magatelli dev’essere di circa 30 cm, mentre per quelli annegati si può tenere un’interasse anche superiore.
Per poter procedere alla posa inchiodata bisogna che il locale da pavimentare si presenti con pareti già rifinite e asciutte e l’umidità del massetto non dev’essere superiore al 2%. Le doghe, grezze, vanno lasciate soggiornare alcuni giorni nell’ambiente dove andranno posate, in modo che possano assumere lo stesso tasso di umidità del locale e stabilizzarsi.
Posa risolutiva in un caso particolare
Il locale in cui è stato posato il parquet inchiodato è l’appendice di un’abitazione, con ingressi indipendenti da essa: un ripostiglio trasformato in una zona dedicata alla convivialità.
Il pavimento, più basso rispetto al calpestio esterno, era costituito da un massetto lisciato, ma presentava una pendenza intorno al 3-4%: se, per l’utilizzo precedente, il problema era trascurabile, la posa di un qualsiasi rivestimento imponeva la risoluzione dell’inclinazione.
Sono state utilizzate: perline d’abete spesse 32 mm (€ 14/m2), magatelli 80×80 mm (€ 7,10/m) e zoccoli 120×20 mm (€ 8,50/m).
La posa, inclusa la finitura, è costata € 40/m2 (prezzi IVA esclusa). Il parquet inchiodato si è rivelato la soluzione più pratica: l’intercapedine sottostante ha inoltre migliorato l’isolamento, non essendo il massetto separato dal terreno con igloo o simili.
Magatelli fissati su sottofondo
Viti o chiodi inseriti alla traditora
Parquet incollato per lo scalino di accesso
Il parquet inchiodato su magatelli ancorati al pavimento esistente e la correzione della pendenza hanno comportato un innalzamento del calpestio notevole; la porta di accesso laterale, nonostante fosse rialzata rispetto al pavimento, non avrebbe più potuto aprirsi verso l’interno.
Per ovviare all’inconveniente, in un’area di poco superiore a quella interessata dalla sua apertura, si è provveduto a realizzare una porzione di pavimento con tavole incollate, ribassata rispetto al resto del locale.
Questa porzione ha una pianta trapezoidale, decrescente dal lato in cui la porta è incernierata; in parte riduce il dislivello preesistente tra pavimento e soglia e accompagna meglio il passo verso il pavimento rialzato.
Finitura del parquet inchiodato
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