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Impariamo a sturare il lavandino e a capire come e perché si ingorgano gli scarichi e quali sistemi adottare per liberarli dalle ostruzioni
Il problema dello scarico intasato è uno dei più fastidiosi e, se trascurato, può diventare anche molto… costoso. Per questo motivo dobbiamo prestare particolare attenzione ed evitare che gli scarichi si otturino; oppure ricorrere ai metodi per sturare il lavandino.
Ci sono due tipi di ostruzioni, a seconda che si tratti di scarichi della cucina o quelli del bagno. Nei primi è facile che si formino depositi di grasso su cui si incollano particelle alimentari, pezzetti di insalata, granelli di pepe, spine e scaglie di pesce, ecc. Nei secondi, invece, abbiamo come “colla” i residui di sapone e come particelle solide soprattutto i capelli, i peli della barba e, più spesso di quanto si creda, mollette e forcine.
Per evitare la formazione di queste “colle” è opportuno, in bagno, far scorrere molta acqua calda dopo la toilette. In cucina si deve evitare, nei limiti del possibile, di versare nel lavello olio e grassi (dalle padelle o dai barattoli di conserve sott’olio), da buttare in un secchio pieno di segatura che poi si smaltisce fra la spazzatura o, se c’è la raccolta differenziata,
nell’organico.
In cucina, in ogni modo, è opportuno completare la rigovernatura con un abbondante flusso di acqua calda che sciolga i grassi che comunque si depositano nelle tubature. L’uso di reticelle metalliche o di plastica, evita che negli scarichi entrino le particelle solide di cui si è detto (ed evita anche il rigurgito della schiuma di detersivo attraverso il troppo pieno).
Prima di sturare il lavandino se ci accorgiamo che il sifone è in cattivo stato, dobbiamo sostituirlo. Prima di acquistare i pezzi nuovi, misuriamoli oppure portiamoli con noi. Le misure standard per i sifoni dei lavandini sono 1 pollice con 40 mm di scarico.
Se l’allacciamento a muro è in una posizione scomoda e con il set standard non riusciamo ad allacciarci, possono essere d’aiuto i raccordi per i tubi con giunto a compressione o i sifoni in plastica con raccordi flessibili.
Cosa serve
- Sturalavandini a ventosa
- Scovolino
- Spirale flessibile
- Pinza a pappagallo
- Nastro crespato adesivo
- Aspiraliquidi
- Sturalavandini a pistola
- Prodotti sgorganti
ATTENZIONE: Se le tubazioni sono vecchie, i prodotti liquidi in commercio per sgorgare il lavandino possono causare danni agli scarichi.
Come sturare il lavandino
Con la ventosa
È l’attrezzo più usato per per sturare il lavandino. È meglio che sia grande, anche se ingombrante, così da spingere nello scarico molta acqua. Controlliamo che i bordi non siano screpolati o comunque irregolari.
Riempiamo il lavabo (o il lavello) immergendo interamente la campana, quindi facciamo pressione per “sparare” l’acqua nello scarico e stacchiamo con forza la ventosa per “tirare” verso l’alto i residui. Con questo rimescolamento in verticale, ripetuto più volte, l’occlusione può cedere.
Con getto caldo
Quando l’acqua è veramente calda, diciamo bollente, possiamo sturare gli scarichi con un getto indirizzato direttamente nella piletta. Il sistema è tanto più efficace quanto più a fondo si può introdurre l’ugello e quanto maggiore è la pressione dell’impianto idraulico.
È perciò opportuno usarlo con gli scarichi a salterello o dopo aver svitato la rosetta di filtro di quelli con tappo di chiusura.
Possiamo inserire una sonda con estremità rigida per cercare di aprire un varco nel tappo che si è formato così da disgregarlo meglio e permettere il passaggio dell’acqua.
Con la pistola ad aria compressa
Lo sturalavandini ad aria compressa è uno strumento più efficace e professionale, che si adatta a qualunque tipo di scarico, essendo corredato da diversi accessori che permettono di sturare anche il WC.
Come per lo sturalavandini a ventosa, dobbiamo riempire parzialmente il bacino del sanitario e tappare il foro del troppo pieno con uno straccio.
Per sturare il lavandino appoggiamo la ventosa sul foro di scarico, azioniamo lo stantuffo avanti e indietro più volte, per comprimere l’aria manualmente, e premiamo il grilletto tenendo la pistola appoggiata con forza. Se l’otturazione non cede al primo colpo, si può ripetere l’operazione. Questo strumento è in grado di sviluppare una pressione fino a 4 bar.
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