Demolire, decostruire, riqualificare

Editoriale tratto da “Rifare Casa n.45 Maggio-Giugno 2016”

Autore: Nicla de Carolis

Riqualificazione edilizia: è questa la strategia per risparmiare consumo del suolo ed energia nel nostro Paese, riqualificare è d’obbligo. Tassativo per i palazzi d’epoca che sono tanti e fanno belle le nostre città, come poche altre al mondo, ma tassativo anche per certa pessima edilizia costruita negli ultimi 50 anni. Del resto l’alternativa, per noi impensabile, parlando dei brutti condomini energivori anni 60/70, sarebbe la demolizione, pratica assai diffusa negli Stati Uniti dove oltre 250.000 abitazioni vengono demolite ogni anno: spettacolari i filmati su Youtube che documentano l’implosione di palazzi altissimi che si ripiegano su sé stessi senza danneggiare i caseggiati circostanti. In più negli Stati Uniti c’è il fenomeno dello shrinking cities (le città che si restringono) determinato dalla crisi postindustriale, con la conseguente perdita di migliaia di abitanti; si demoliscono gli isolati in disuso, si convertono gli edifici vuoti in open space per le aziende e si creano spazi per l’agricoltura e l’allevamento. Sempre negli Stati Uniti, generata dal crescente interesse ambientale e incentivata dalle detrazioni fiscali, c’è un’altra tendenza, quella della decostruzione ed è la nuova, o meglio, antica concorrenza all’industria della demolizione. Decostruire una casa significa smantellare pezzo per pezzo, spesso con le mani, ogni parte dell’edificio. Un lavoro che coinvolge decine di operai specializzati per oltre due settimane per ottenere lo stesso risultato che un bulldozer otterrebbe in mezza giornata. In alcuni casi si riesce a recuperare il 98% dei materiali (cemento, metallo, legno) e l’operazione può addirittura diventare conveniente da un punto di vista economico. Ma venendo a noi, anche se troppe volte sarebbe fortissimo il desiderio di vedere implodere palazzi orripilanti, per di più obsoleti da un punto di vista tecnologico, che con arroganza sfidano la gentilezza e l’armonia di costruzioni del passato, sappiamo che questa pratica raramente si concretizza; basti pensare che persino delle 46.760 ordinanze di demolizione e abbattimenti per immobili abusivi (disposte nei Comuni italiani capoluogo di provincia, dal 2000 al 2011) solo 4.956 sono state eseguite, il 10,6%. D’altra parte sembrerebbe, condizionale d’obbligo perché incredibilmente c’è ancora chi non vuol prenderne atto, evidentissimo che non serve costruire nuovi edifici consumando altro suolo; infatti sono 7 milioni in Italia gli immobili inutilizzati, sfitti o abitati da non residenti, sia pubblici sia privati – ultime stime Istat – dato reso ancor più pesante e assurdo se si pensa alle centinaia di migliaia di famiglie senza casa. Seppur non ci sia da parte delle Istituzioni una vera strategia di riqualificazione del patrimonio esistente, di demolizione e ricostruzione per ripensare anche gli spazi urbani, ci sono però delle interessanti detrazioni fiscali sulle ristrutturazioni. Anche questo è un motivo per decidere di riqualificare la propria casa; il dossier di questo numero è dedicato ai lavori da fare nella bella stagione, ma che rendono la casa più godibile tutto l’anno!

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