Tetto ventilato

Il rifacimento di un tetto ventilato è un intervento da considerare con attenzione, visto che si tratta di un lavoro impegnativo sia sotto il profilo operativo, sia economico: va affrontato e portato a termine con tutti gli accorgimenti del caso, in modo che si riveli durevole per alcuni decenni. Una copertura apparentemente in buono stato nasconde vizi ed inadeguatezze che emergono già dopo aver rimosso le prime file di tegole.
E’ possibile che in tetti non recenti non sia stato previsto un isolamento strutturato e sotto la copertura sia stata messa soltanto una sottile guaina catramata ed un eventuale strato di lana di vetro.
Il tetto che abbiamo rifatto era proprio strutturato in questo modo e, non avendo provveduto a precludere l’accesso agli animali, una volta scoperto abbiamo trovato la guaina strappata ovunque e lana di vetro scalzata ed utilizzata qua e là dai roditori per una serie di caldi nidi.
Per essere efficace l’isolamento deve essere omogeneo, le interruzioni vanno ridotte al minimo. Al tempo stesso bisogna far sì che tra tegole ed isolamento sia possibile una buona circolazione d’aria, senza che in questo spazio possano nidificare ghiri ed uccelli.
Si utilizzano pannelli in polistirene, leggeri e compatti, di forma rettangolare e dello spessore di 4-5 centimetri: dopo aver rivestito le perline con la guaina, si realizza un primo strato di pannelli a file trasversali, disponendoli per il lungo. Tutti i materiali indicati sono reperibili nei centri bricolage.
Si procede salendo verso il colmo bloccando ogni fila con listelli alti quanto i pannelli. Si posa quindi il secondo strato, con i pannelli disposti nel senso dell´altezza, procedendo questa volta da destra verso sinistra, alternandoli con listelli più alti, per formare una serie di corridoi che dalla falda del tetto salgono verso il colmo, stesso percorso seguito dai moti convettivi dell’aria.
Su questi listelli si inchiodano quelli che supportano le tegole del tetto ventilato e che, pur essendo disposti in senso trasversale, non ostacolano la circolazione dell’aria.
Il colmo e le basi delle falde vanno protetti con griglie in materiale plastico per consentire il solo passaggio dell’aria: oltre a preservare dagli animali, proteggono l’intercapedine da foglie e sporco in genere che potrebbero accumularsi nelle giornate ventose.
I benefici di questo risanamento si godono in tutte le stagioni: nei mesi freddi la minore dispersione di calore si traduce in un risparmio di combustibile e contribuisce ad un ambiente domestico più confortevole. Nella stagione estiva l’isolamento termico dato dai pannelli è accentuato dall’aria che circola sotto la copertura del tetto ventilato, neutralizzando l’effetto serra provocato dall’insistenza dei raggi solari. Il tetto ventilato è conforme alle prescrizioni del decreto legislativo 192/95, finalizzato all’abbattimento dei fabbisogni energetici per la climatizzazione estiva.

LA NUOVA COPERTURA

Sopra la guaina si dispone un primo strato di pannelli isolanti affiancati, disposti a file separate da listelli che rimangono a filo piano dei pannelli; i listelli usati per il secondo strato, incrociato rispetto al precedente, sono più alti dei pannelli per formare la camera d’aria. Su questi si inchiodano i listelli fermategole.

TRE STRATI DI LISTELLI E DUE DI POLISTIROLO

  1. I listelli vanno inchiodati tenendoli ben appoggiati ai pannelli, formando un rivestimento compatto.
  2. Occorrendo un gran numero di chiodi, è bene disporre di una chiodatrice a batteria o pneumatica.
  3. Per collegare due listelli consecutivi si fanno combinare le estremità al centro del listello sottostante.

CANALI DI RAME

  1. Una buona cesoia è indispensabile per sagomare le scossaline nei punti difficili.
    I due spezzoni da collegare vanno accostati riprendendo più volte il taglio e la piegatura per una giunzione ottimale.
  2. Con pazienza fai da te si riesce ad ottenere un accostamento preciso e si può proseguire forando il rame nei punti in cui i due spezzoni si sovrappongono; si mettono alcuni rivetti e si sigilla l’unione con silicone appropriato.
  3. Gli spezzoni di scossalina e di canale vanno sovrapposti di diversi centimetri per essere fissati uno all’altro in due punti, con 3-4 rivetti anch’essi in rame ad ogni estremità.
  4. Se si devono asportare grosse porzioni di rame si può utilizzare un disco da taglio di spessore ridotto: si ottengono tagli precisi e si velocizza il lavoro, completando gli aggiustamenti finali con cesoia e pinza.

TEGOLE BEN POSATE

E’ bene chiedere al magazzino edile o al centro bricolage di consegnare le tegole con un mezzo dotato di braccio idraulico. I bancali possono essere appoggiati sull’orditura del tetto ventilato, evitando ripetuti passaggi che moltiplicano la fatica. Lavorando in coppia e con le tegole a portata di mano la copertura del tetto si realizza velocemente; l´operazione di lanciarsi le tegole lasciamola fare però a chi di professione fa questo lavoro e sa muoversi con tutta le necessaria destrezza! Noi fai da te, se lavoriamo sul tetto, adottiamo tutte le tecniche necessarie a garantire la nostra sicurezza.
Quando ci si deve muovere sulle tegole già posate, per evitare rotture possibili anche se la superficie è calpestabile, bisogna camminare in corrispondenza dei listelli, dove la tegola appoggia stabilmente evitando di gravare con il proprio peso sul centro della tegola.

IL COLMO

  1. Una particolare protezione, inchiodata al listello che supporta i coppi del colmo, assicura la ventilazione nella parte superiore, specialmente in estate quando l’aria calda sale per convezione; contemporaneamente impedisce l’accesso agli animali.
  2. I coppi si mantengono in posizione con fermacoppi inchiodati al listello.

UTENSILI
Martello, chiodatrice, cesoia, trapano, motosega, roditrice, smerigliatrice, chiodi, tasselli,viti

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