Realizziamo un portasalviette fai da te con una specie di scaletta appoggiata alla parete che è in grado di ricevere e mantenere in ordine numerosi asciugamani e salviette nella stanza da bagno
La struttura di questo portasalviette fai da te a “scaletta” è costituita da un telaio rettangolare in listelli di legno al cui interno sono presenti quattro pioli paralleli su cui andranno poggiati gli asciugamani. Il telaio è formato da due montanti e due traverse avvitate agli angoli, mentre i pioli sono inseriti in fori corrispondenti sui montanti.
Materiali:
- 4 Listelli di faggio sez. 50×30 mm: 2 lunghi 2000 mm, 2 lunghi 600 mm.
- 4 tondini di ramin Ø 20 mm lunghi 630 mm.
- Viti da legno in acciaio inox 60×3 mm.
Attrezzi:
- Trapano-avvitatore
- Levigatrice orbitale
- Sega a dorso
- Cassetta tagliacornici
Scelta del legno e suo formato
Se scegliamo listelli di ramin, che si trova facilmente nei centri di bricolage già piallato, con lunghezze di 2000 o 3000 mm, avremo legno di buona qualità, già liscio e, acquistando il formato da 3 metri, lo scarto sarà inferiore: bastano 2 listelli dai quali ricaviamo subito un montante lungo 2000 mm da ognuno; con i due pezzi rimanenti (lunghi poco meno di 1000 mm) ricaviamo le due traverse lunghe 600 mm ognuna. Anche per i pioli scegliamo ramin, ma in questo caso potrebbe essere difficile trovare una stecca (tondino Ø 20 mm) lunga 3000 mm: i formati più reperibili sono 2000 e 1000 mm. Acquistiamo un tondino da 2000 e uno da 1000 mm: dal più lungo ricaviamo 3 pioli lunghi 630 mm, il quarto, lungo sempre 630 mm, lo otteniamo dal tondino da 1000 mm.
Note di costruzione
Per eseguire nel legno fori di diametro rilevante (da 15 mm in su) si possono utilizzare le punte o frese Forstner che abbiamo usato in questa realizzazione, ma si possono usare anche le “mecchie” o punte “a lancia”, meno costose delle precedenti. La mecchia è costituita da un gambo, che va inserito nel mandrino del trapano, e da una parte piatta, che taglia frontalmente, dotata di un vettino di centratura: una punta centrale sporgente e acuminata che serve per iniziare il foro e agevolarlo.
La scelta della Forstner al posto della mecchia è data proprio dal vettino che nella prima è appena accennato, mentre nella seconda è piuttosto lungo: in caso di fori non passanti, il vettino della mecchia rischia di fuoriuscire nella parte posteriore del pezzo di legno, se questo non è spesso abbastanza. In entrambi i casi, per limitare la lunghezza del foro, in questo caso 16 mm, è necessario disporre di limitatori di profondità di cui sono dotati alcuni trapani oppure le colonne per trapano.
Costruzione del portasalviette fai da te: taglio dei pezzi
Tutti questi tagli sono troncature a 90° e, soprattutto quelli fatti sui listelli del telaio, richiedono, oltre alla precisione (le due coppie di pezzi devono avere lunghezza identica), che i lembi risultino puliti e regolari. Per questo utilizziamo una cassetta tagliacornici che guida l’angolo della lama della sega a dorso sui 90° rispetto al pezzo, sia in senso verticale sia orizzontale. Ovviamente, eseguiamo con le stesse modalità e i medesimi strumenti anche i tagli dei pioli.
Fori passanti e ciechi
I fori passanti li dobbiamo fare alle estremità dei montanti, per fissare le traverse del telaio, sulle quali i montanti vanno in sormonto. I fori sono due per ogni estremità e devono essere di diametro uguale o leggermente superiore (massimo 0,5 mm) rispetto a quello delle viti previste. In questo modo la vite non riesce ad avvitarsi nello spessore del montante, ma fa presa solo nella traversa, col risultato di un ottimo serraggio fra i due pezzi. I fori ciechi servono per fare le sedi alle estremità dei pioli, quindi devono essere di diametro uguale a questi ultimi (Ø 20 mm). La profondità del foro deve essere di 16 mm, sufficienti per un saldo fissaggio del piolo con la colla.
La colonna per trapano
Si tratta di un aggiuntivo che ha il compito di mantenere il trapano (e quindi la punta inserita nel mandrino) perpendicolare rispetto al pezzo da forare. Nella maggior parte dei casi i trapani si montano sulla colonna tramite il collare, una zona posta subito dietro il mandrino, con sezione cilindrica e diametro standard di 43 mm, che però non tutti hanno; quindi, prima di acquistare la colonna, ci si deve accertare della presenza del collare su uno dei trapani che si posseggono. Nella colonna, il supporto che tiene il trapano scorre lungo un tubo, agevolato da leveraggi o sistema a cremagliera, azionato da leva o manettino.
La base della colonna è costituita da una piastra, fissabile al banco da lavoro, che ha al centro un foro per non interferire con il lavoro della punta e scanalature che agevolano il posizionamento dei pezzi, anche tramite l’applicazione di morse. Wolfcraft