Martellatrice fai da te

Principalmente costituita di legno, ecco una macchina che agevola la lunga operazione di battitura della lama della falce, prima di essere affilata con la cote. Due i sistemi di azionamento provati: prima un comune trapano, poi, il motore di una lavatrice

Quando non esistevano le falciatrici a motore e tantomeno i rasaerba, i decespugliatori e i tagliabordi, ogni filo d’erba nei campi e nei giardini veniva tagliato con falci e falcetti; le prime, con lama molto ampia, si usavano nei campi e negli spazi maggiori, i secondi, per le scarpate, i bordi di strade e vialetti. Oggi sono rimaste poche le persone che usano ancora questi strumenti, che richiedono molta manualità nell’utilizzo e nella manutenzione; per il resto sono sempre molto efficaci. Proprio per risparmiare tempo nelle frequenti operazioni di affilatura, il nostro lettore Gino Prot si è inventato una martellatrice fai da te per battere la lama della falce e del falcetto, operazione fondamentale per mantenerla regolare e sottile, prima di passare la cote e renderla tagliente come quella di un rasoio. La lama va battuta ripetutamente, centimetro per centimetro con un martello apposito, su una speciale incudine che in molte regioni viene chiamata martelliera. La martellatrice fai da te di Gino aziona il battente a velocità idonea, facendo risparmiare parecchio movimento, già che in seguito se ne deve fare abbastanza per effettuare il taglio. 

Come funziona la martellatrice fai da te

martellatrice

  1. La martellatrice fai da te ha una robusta trave come telaio rigido e base d’appoggio. Su questa si innestano i vari montanti: un primo, laterale, è formato da due legni che abbracciano il collare del trapano, serrandolo con una vite passante per immobilizzarlo. Il trapano è il primo dei due motori provati da Gino Prot, in seguito sostituito da quello di una lavatrice. Tramite una puleggia piccola e una cinghia, il moto viene trasmesso alla puleggia grande, di legno, cui sono uniti altri due dischi. Quello in mezzo di diametro più piccolo, consente di porre fra quelli esterni un tondino trasversale.
  2. Ruotando, il tondino agisce sul manico del martello sollevandolo; giunto al culmine, la testa scende per caduta battendo la lama sulla martelliera. La lama appoggia lateralmente su un montante di legno con perno distanziale.

I particolari

martelliera

  1. La tipica martellier­a che normalmente viene piantata a terra, in questo caso è innestata in un foro fatto appositamente nella robusta trave di legno portante. La posizione, ovviamente, è prestabilita accuratamente.
  2. Il manico del martello è del tutto particolare, essendo studiato per svolgere due funzioni importanti: una è quella di bilanciere con fulcro posto in modo che la testa del martello, una volta sollevata e lasciata andare, vada a cadere con una giusta “pesantezza” sulla martelliera. La seconda particolarità è la sagoma romboidale che, unitamente alle sue dimensioni, permette di intercettare e assecondare il movimento del tondino trasversale che passando produce il sollevamento del martello.
  3. La puleggia/volano si realizza al tornio ottenendo prima un disco di grande spessore. Arrivati al diametro desiderato, si realizza l’incavo della puleggia, in cui trova sede la cinghia di trascinamento.
  4. Con il tornio si realizzano anche il disco distanziale, più piccolo e il disco laterale. Questi vanno uniti e resi solidali mediante colla vinilica, dopo aver fatto due fori ciechi nelle facce interne dei dischi laterali e avervi inserito le estremità del tondino trasversale.

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