Mobili rustici

Tronchi, tronchetti, rami più o meno grossi: tutto è utile per un tavolo, una panca e due vassoi che sono il massimo dei mobili rustici

Dedicato agli amici dei mobili rustici, ai nostalgici della vita dei pionieri o, meglio ancora, dei trappers, ai patiti dell’etnico e agli altri lettori con passioni simili, questo servizio mostra come utilizzare in modo utile e spiritoso le ramaglie di scarto, troppo grosse per far fascina e troppo piccole come legna da ardere: quelle che un tempo si usavano per far carbone.

Rami per gambe mobili rustici Il materiale lo si trova nei boschi, dopo i temporali, o all’epoca della rimonda o resta sul terreno dopo l’abbattimento e lo sfrondamento dei tronchi.
Qualunque legno, tenuto conto che comunque quercia e faggio sono più robusti del pioppo e dell’abete, va bene.

Anche per l’attrezzatura non ci sono problemi: per il taglio bastano un saracco a denti larghi per i rami grossi e l’accetta o la roncola per quelli più fini.
Roncola o coltello da caccia servono per appuntire le zeppe, scortecciare i rami e fenderne i capi.
La punta del coltello andrebbe bene anche per fare i grossi buchi occorrenti per gli incastri ma, anche se meno romantico, è più comodo farli col trapano (ad ingranaggi o a menarola se si lavora nel bosco) e portarli a misura con una raspa a coda di topo. Infine un buon martello con chiodi di varia misura (dai 30 ai 50 mm) serve ad unire i pezzi. In molti casi i chiodi possono essere sostituiti da legature con radici (ottime quelle del faggio, lunghe e resistenti) o strisce di corteccia.

I mobili rustici in questa pagina vanno comunque intesi solo come spunto di partenza: a guidarci nelle realizzazioni sono forma e misura della ramaglia raccolta.
Se poi vogliamo usare i mobili rustici per più stagioni dobbiamo trattarli con un impregnante protettivo.

 

La scortecciatura

Scortecciatura

I rametti raccolti nel bosco della sezione più appropriata per ciò che intendiamo realizzare possono essere usati così come sono oppure scortecciati; la scelta dipende da un giudizio estetico e dall’effetto finale che vogliamo raggiungere, ma anche dal tipo di legno che abbiamo raccolto. Certe cortecce sono lisce, senza disegno, altre troppo rugose, altre tendono naturalmente a creparsi: in certi casi eliminare la corteccia può essere una necessità più che una scelta.
Si usa una roncola o un coltello molto affilato spinto sempre nella direzione contraria a quella del nostro addome contro cui teniamo appoggiata un’estremità del ramo: incidiamo la corteccia quanto basta ad inserire la lama e poi facciamola correre.

Taglio abbondante

Taglio legni

Che cosa costruire dipende dalla lunghezza, diametro e forma dei rami che si sono raccolti. Quale che sia il nostro progetto, i rami vanno tagliati di misura abbondante per essere poi portati a quella esatta a mobile finito in quanto la tecnica costruttiva è per sua stessa natura molto imprecisa.

Gli incastri

foro-legno

Il lavoro più complesso è quello degli incastri: stabilita la loro posizione, si aprono nei pezzi verticali i fori di diametro opportuno per l’inserimento del rudimentale tenone di quelli orizzontali, eventualmente assottigliati col coltello o la roncola.

Zeppa di blocco

Zeppa di blocco

Inserito a fondo il capo del pezzo trasversale nel foro, lo si taglia al filo esterno e poi se ne fende di traverso l’estremità nella quale si forza a martellate una zeppa da tenere trasversale rispetto al pezzo femmina così da non sollecitarne l’apertura lungo vena.

L’altezza delle gambe

Altezza delle gambe

Così montato il telaio, curando che i montanti siano perfettamente verticali, lo si posa su una superficie ben piana e se ne pareggiano gli stanti per metterlo in bolla.
Si usa una tavoletta o il ripiano medesimo per riportare la stessa misura sulle quattro gambe.

Piani e fondi

gambe-panca piani-e-fondi

 

I rami si possono usare così come sono o dopo averli accuratamente scortecciati con la roncola.
I piani o i fondi, in origine realizzati con rami o cortecce intrecciate, sono proposti in tavole tenute insieme da due rinforzi di traverso avvitati da sotto nella panchetta; nel vassoio che non deve fare grossi sforzi basta una striscia di compensato avvitato alla struttura dell’oggetto.

Mobili rustici: il tavolino

Per reggere con maggior sicurezza il piano di cristallo, accoppiamento che fa risaltare la rusticità del supporto, i piedi sono stati ricavati da rami tagliati a Y subito a valle della diramazione così da ottenere otto punti d’appoggio (attenzione a che siano esattamente sullo stesso piano).
Se i rami, come di norma, non sono diritti, conviene montarli con la curva all’interno così che i piedi si rivolgano in fuori, aumentando la stabilità.

Tavolo rustico

Elenco dei materiali per costruire il tavolino:

  • 4 gambe (A) ad Y Ø 40×490 mm;
  • 4 traverse (B) Ø 25×650 mm;
  • 4 traverse (C) Ø 25×800 mm;
  • 4 rametti sottili (D) di 650 mm;
  • un piano di mezzo cristallo da 8 mm di 650×800 mm;
  • 16 zeppe;
  • chiodi;
  • impregnante.

 

Mobili rustici: la panca

Si sfruttano due diramazioni ad Y di rami piuttosto grossi per poter reggere il peso di chi si siede. La X di rami fra i longheroni non è solo ornamentale ma contribuisce ad irrigidire l’in­sieme (all’incrocio ci vogliono un incastro a mezzo legno e due chiodi). La seduta, formata da tre assi avvitate su due traverse, è aperta per il passaggio degli stanti.
I capi delle assi si avvitano poi sulle “braccia” degli stanti.

panca-rustica

Elenco dei materiali per costruire la panca:

  • 2 gambe a Y (A) Ø 60×460 mm;
  • 2 longheroni (B) Ø 30×950 mm;
  • 2 supporti orizzontali (C) Ø 40×310 mm;
  • 2 rami di crociera (D) Ø 20x 300 mm;
  • 3 tavole della seduta (E) 19x95x900 mm;
  • 2 traverse della seduta 19x95x300 mm (F);
  • 4 zeppe (G);
  • chiodi;
  • viti;
  • impregnante.

 

 

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