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Centrotavola in argilla

L’argilla impastata con acqua si utilizza da tempi remoti, prima per ottenere recipienti per cibo e bevande, oggi per lo più per oggetti decorativi come questo centrotavola in argilla: vediamo le fasi da seguire per ottenere un buon risultato

I pani di argilla si trovano in commercio chiusi in sacchetti di plastica, dai quali si preleva la quantità necessaria, la si impasta a mano con acqua, a lungo, fino a ottenere una certa plasticità.
Gli oggetti possono essere ottenuti per semplice manipolazione, per formatura in stampi o per tornitura su piatti girevoli (vasellame): per elaborare questo centrotavola si utilizza la prima tecnica, sagomando uno a uno i vari elementi della composizione e unendoli di volta in volta con la barbottina. Questa non è altro che la stessa argilla miscelata con una quantità d’acqua eccessiva, fino a ottenere una poltiglia che si comporta come una colla, da conservare a parte. Con una prima cottura l’argilla diventa dura come la pietra e si colora con smalti stabilizzabili con una seconda cottura.

 

 

 

Per asportare dal pane d’argilla la quantità di materiale da lavorare si utilizza un filo metallico ritorto alle estremità su due bastoncini (o su due tappi di sughero). Per poter riutilizzare l’argilla già prelevata e avanzata a fine lavoro occorre avvolgerla in uno straccio bagnato onde evitare che si asciughi.

 

 

 

Cosa serve per modellare

 

 

Le mirette sono tipici attrezzi da ceramista con il corpo di legno e profili sagomati metallici alle estremità che servono per asportare in modo mirato l’impasto; occorrono poi stecchi per le incisioni, spatole di legno e metalliche, taglierini. A portata di mano spugne, stracci e mattarello, oltre al filo metallico.

 

 

 

Passo passo la realizzazione del centrotavola in argilla

La prima cottura

In base alla massa dell’oggetto, l’essiccazione può richiedere fino a 2 settimane: durante questo periodo va tenuto in un luogo fresco e asciutto. Lo si pone poi in forno e si procede al preriscaldamento graduale per eliminare l’umidità: la prima ora a 50 °C, la seconda a 100 °C, poi 200 e infine 350 °C. Qui termina l’essiccazione e inizia la cottura vera e propria, lasciando salire la temperatura liberamente fino a 920-950 °C (oltre questo limite gli oggetti possono deformarsi) e mantenendola per circa 10 ore.
La fase finale di raffreddamento richiede altre 10 ore durante le quali il pezzo va lasciato in forno.

 

La seconda cottura

 

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