Restauro di una bici con freni a bacchetta

Con questo intervento, Sergio Mosca riporta a nuovo una bicicletta da donna degli anni ‘50, smontandola completamente pezzo per pezzo, per determinare come procedere nel restauro a seconda del materiale, del degrado e della finitura del componente in oggetto

In questo servizio, Sergio Mosca affronta il restauro di una bici degli anni ‘50, una Bianchi con freni a bacchetta che, fortunatamente, è stata ritrovata in buono stato: l’ossidazione era molto superficiale, le parti in alluminio solo opacizzate, i componenti in plastica in ottimo stato, tranne i pedali e i copertoni (entrambi sostituiti), infine le cromature erano rovinate, ma per queste ha trovato una soluzione alternativa alla ricromatura.

Smontata completamente la bicicletta, ha pulito a fondo ogni pezzo per determinarne la possibilità di recupero e come eseguirlo, oppure optare per la sostituzione.
Le parti verniciate (telaio, parafanghi e carter), causa la presenza di zone scrostate e ossidate, seppure in superficie, sono state sverniciate con un prodotto chimico, passando poi spazzola di ferro e carta abrasiva. Al termine sono state ricolorate con vernice per carrozzerie con specifica di tinta Bianchi.
Le parti in alluminio (cerchioni e altri particolari dei leveraggi) sono state “lucidate” con un minitrapano, per togliere la patina opaca e ridare lucentezza. Quelle che in origine erano cromate, come il manubrio e alcuni dettagli del telaio, sono state trattate con vernice spray effetto inox e rifinite con uno strato trasparente protettivo.

La sella e le manopole del manubrio hanno retto bene il passare del tempo e sono state solo ripulite a fondo, mentre i copertoni, le camere d’aria, i pedali e i pattini dei freni sono stati tutti sostituiti con pezzi nuovi.
Il rimontaggio è stato eseguito con attenzione, integrando nuove finiture cromate sui parafanghi grazie a un nastro flessibile autoadesivo, che dona un tocco elegante e retrò.

Qui di seguito il passo passo illustrato direttamente dal lettore di Far da sé Sergio Mosca.

Completamente smontata

Della bici ho smontato tutto ciò che si poteva (tranne i cerchi a raggi, dai quali sono stati rimossi solo i copertoni e le camere d’aria). Ho quindi analizzato singolarmente tutti i componenti per ottenere un quadro d’insieme dello stato di conservazione di ognuno e pianificare di conseguenza gli interventi necessari.
Per mettere a nudo le lamiere verniciate ho usato uno sverniciatore chimico, stendendo il prodotto con cura e lasciandolo agire il tempo necessario affinché la vecchia vernice ammorbidisse e si sollevasse.
Con il rivestimento in distacco, sono andato avanti nella rimozione mediante idropulitrice ad alta pressione, ottenendo così una pulizia profonda e uniforme delle superfici.
Il lavoro fatto sino a questo punto è semplice, ma ha richiesto tempo e soprattutto impegno, perché ha coinvolto la maggioranza delle superfici della bici: i tubi del telaio e della forcella, i parafanghi e il carter, tutte parti ricche di particolari.
Messo a nudo il metallo, restano bene evidenti le zone intaccate dalla ruggine e i rimasugli di vernice. Su queste parti ho usato la smerigliatrice angolare con montata una spazzola di ferro; dove non ho potuto usarla, ho utilizzato carta vetrata.

A ogni componente la propria finitura

Ho ripassato i cerchi in alluminio con il minitrapano accessoriato con una piccola spazzola metallica, che permette una pulizia precisa senza fare danni. Dopo la lucidatura, ho coperto i cerchi con nastro carta e ho verniciato direttamente la raggiera e i mozzi, ottenendo un risultato uniforme e rispettoso della struttura originale.
Per ripristinare l’aspetto originale delle parti cromate, ho applicato una mano di vernice spray effetto inox, seguita da una finitura trasparente acrilica protettiva. Il trattamento ha restituito brillantezza e resistenza agli elementi che in origine erano cromati, come il manubrio e i supporti metallici.
Le parti in lamiera, invece, sono state verniciate a spruzzo con smalto bianco da carrozziere, scelto per replicare fedelmente il colore originale della bicicletta. Il risultato è stato una finitura uniforme, resistente e visivamente coerente con lo stile d’epoca.
Molti componenti li ho sgrassati a fondo; tutti li ho puliti e lucidati per dare loro un aspetto rinnovato e splendente. Al termine li ho disposti tutti su un piano, sommariamente divisi per gruppo di appartenenza, in modo da semplificare le operazioni di rimontaggio.

Per rimontare il tutto si blocca il telaio sul treppiede per bici

Per eseguire il rimontaggio in modo comodo e sicuro, ho utilizzato un supporto telescopico regolabile da officina, bloccando il telaio sul tubolare sottosella. Questo mi ha permesso di lavorare con precisione su ogni componente, mantenendo la bicicletta stabile durante tutte le operazioni.
Ho sostituito le sfere dei mozzi per assicurare una rotazione fluida e silenziosa; nel rimontare il tutto, li ho debitamente ingrassati, insieme al perno dei pedali.
Considerando il buon risultato estetico che si stava palesando, ho deciso di sostituire alcune viti, rondelle e dadi rovinati, mettendone di nuovi.
Prima di rimontare le ruote ho messo nuovi copertoni con fascia laterale bianca, in stile vintage. Ho installato nuovi pedali e pattini dei freni, scegliendo componenti compatibili dal design classico, per mantenere l’estetica originale. Infine, ho riposizionato il paragonna originale in plastica, posto tra il mozzo posteriore e il parafango: nonostante gli anni, era ancora integro e ha richiesto solo una pulizia accurata per rimuovere sporco e grasso accumulato.

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