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Lavorare il legno a mano è un’attività fondamentale che ogni fai da te deve conosce
Tutto comincia con un taglio del legno fai da te ben fatto: sapere lavorare il legno a mano è un’operazione indispensabile per qualsiasi tipo di realizzazione. Quali utensili bricolage usare e come.
Chi si avvicina al mondo del bricolage, dovrebbe sempre imparare prima l’utilizzo degli strumenti manuali e passare solo in seconda battuta agli elettroutensili. L’azione di lavorare il legno a mano è condizionata dalla bassa velocità che imprimiamo alla lama: ciò può creare inconvenienti soprattutto se non sappiamo riconoscere le giuste direzioni di taglio. Supponiamo di tagliare una tavola per il lungo con un segaccio qualunque. Otterremo una fenditura compatta, abbastanza lineare e senza grande fatica. Però, se sullo stesso piano e con il medesimo attrezzo tagliamo trasversalmente, cioè in maniera perpendicolare alle fibre, non otteniamo un buon risultato.
Anzi, oltre a fare una grossa fatica, il taglio non viene ben diritto e il legno si scheggia con facilità: quindi dovremo usare una sega circolare (che ci consenta di eseguire il taglio con l’aiuto di una guida). Anche il tipo di lama è importante. Se si tratta di segare un’essenza porosa, a fibra tenera, è bene avere una lama a denti fitti e fini. Con legno duro, invece, non si hanno particolari difficoltà. Possiamo lavorare il legno a mano con qualunque tipo di segaccio.
Taglio con il saracco
- Il saracco è in grado di tagliare con molta precisione purché all´inizio del taglio, nella partenza e nei primi colpi, sia correttamente guidato col dito pollice.
- Perché la lama non si blocchi, conviene tenere aperta la linea di taglio con una zeppetta.
- Pezzi piccoli difficili da bloccare si tagliano tenendo ferma la sega e facendoli scorrere sulla dentatura.
Il segaccio per il taglio manuale del legno
Con esso è possibile lavorare bene tanto su grandi tavole, quanto su listelli. Le sue misure sono variabili e la lama può essere intercambiabile. Una variante di questo attrezzo è quello a dorso. Viene cioè costruito con una costola di lamiera o ottone sul dorso della lama. Così fatto, aumenta la sua rigidità e si lavora con notevole precisione. Mantiene un taglio nitido e lineare, tanto che è ottimo per segare compensati o multistrati, così come per preparare tenoni. Con esso, però, si possono lavorare soltanto dei pezzi di limitato spessore, perché proprio la costola non gli permette di penetrare più dell’altezza della lama.
Taglio del legno fendente o trasversale
Si possono effettuare due tipi di taglio. Uno fendente, cioè fatto lungo le fibre, e l’altro trasversale, detto anche taglio sfibrante che, invece di separare la fibra, la recide.
Sappiamo che la lama taglia soltanto nel movimento di andata, mentre non può recidere durante il ritorno. Quindi, dobbiamo fare pressione solo in avanzamento. Il taglio inizia dopo aver tracciato la linea da seguire. Rimanendo un poco all’esterno del segno, useremo l’unghia del pollice per guidare la lama e solcare la traccia. Una volta iniziato il taglio, si prosegue con movimento regolare,ritmato, senza eccedere in velocità. Facciamo lavorare la lama per tutta la sua lunghezza, con un’ampia oscillazione del braccio e della spalla. Il peso stesso della sega, unito al movimento regolare, basta a garantire sufficiente penetrazione. Quando dobbiamo tagliare grosse superfici, la lama tende a surriscaldarsi. Per ovviare all’inconveniente, teniamo l’attrezzo leggermente inclinato, in modo da aprire un poco il taglio che solitamente va a chiudersi sulla lama. Se l’azione risulta ancora difficoltosa, passiamo sui denti della paraffina oppure del sapone asciutto, in maniera da facilitare lo scorrimento. Un inconveniente che capita frequentemente, è arrivare alla fine del taglio e vedere che una delle due parti segate si porta dietro una scheggia dell’altro pezzo. Per evitare che la lama strappi la tavola rimasta, basta mettere uno spessore nel tratto finale. In questo modo, la lama trova una più grande superficie d’appoggio. Quando si deve tagliare una zona interna, al centro di una tavola, dobbiamo provvedere dapprima a forarla, rimanendo a debita distanza dalla traccia che si deve poi segare.
Tenere la linea di taglio
Durante il taglio manuale è importante procedere diritti. Perché questo avvenga, la lama della sega deve essere stradata. Significa che i suoi denti risultino piegati a destra e a sinistra alternativamente. Soltanto così si crea lo spazio per segare agevolmente, evitando di scaldare eccessivamente il ferro. Messi in questa posizione, i denti si dicono allicciati: più vi è allicciatura e più legno viene asportato durante il taglio. Un fai da te prudente ha cura di rimanere sempre all’esterno della traccia da seguire, tanto da evitare l’inconsapevole asportazione di qualche millimetro in più. Per effettuare la stradatura si adopera una particolare pinzetta, detta licciaiola. Con essa si riescono ad allicciare lame di ogni genere: basta chiuderle in morsa, con i denti rivolti verso l’alto.
Quindi si prendono gli stessi denti nei fori della licciaiola e si piegano alternativamente, l’uno da un lato e l’altro in senso opposto. Successivamente si ravviva il filo di taglio con una lima a triangolo e un poco di pazienza, visto che è da far scorrere su ogni dente.
Taglio manuale del legno con traforo
Tutto ciò che occorre per traforare sono l’archetto, la tavoletta, un morsetto, un trapanino, punta e lame. Molti fai da te si sono avvicinati alla lavorazione del legno già da bambini proprio grazie a questo kit. L’archetto in tubo o in piatto, dev’essere abbastanza elastico da tendere le lame, ma non tanto da chiudersi sotto lo sforzo; l’importante è che le lame siano fissate con un sistema comodo da bloccare e sbloccare perché è necessario non solo cambiarle spesso, ma farle di volta in volta passare da un campo di taglio all’altro. Le lame da traforo, tutte lunghe 130 mm, si distinguono per la dimensione dei denti, piccolissimi in quelle doppio zero, ben più grossi in quelle n° 11 e per la loro spaziatura che varia in base al materiale che sono destinate a tagliare, più fitta per i materiali duri e nettamente più rada per quelli teneri. Naturalmente esiste anche la versione elettrificata del traforo che permette di realizzare lavorazioni molto veloci su pannelli di ampie dimensioni grazie alla notevole estensione del braccio che porta la lama.
Chiaro e preciso. Corredato da belle immagini che aiutano tantissimo a comprendere l’articolo.
In poche parole ti prendono per mano e ti accompagnano fino in fondo.
Nel libro “Lavorare il legno” è presente un articolo simile.
Complimenti