Tornitura longitudinale | Approfondimento tecnico

La tornitura longitudinale è una tecnica che si realizza disponendo il pezzo di legno nel senso della lunghezza del tornio: ne nascono colonnine, gambe ed elementi di ringhiere

La tornitura longitudinale si esegue fissando il legno tra punta motrice e contropunta. Questo può essere o di forma cilindrica (se è un tronco) o a forma di parallelepipedo, a base quadrata se è stato ricavato da una tavola o da un listello; in questo secondo caso prima di fissarlo al tornio è bene smussare gli spigoli longitudinali (specie se il legno è duro) con ascia, sega o pialla in modo da renderlo prossimo ad una forma cilindrica e diminuire, durante la tornitura, i contraccolpi dovuti all’urto dell’utensile contro gli spigoli stessi.

Preparare il pezzo per la tornitura longitudinale

Si effettua la centratura del pezzo alle due estremità. Nel caso del tronco d’albero si esegue sulle due basi la centratura, incrociando una coppia di parallele tracciate in prossimità del presunto centro e con un chiodo (o punzone) si segna un incavo nel centro del quadretto ottenutodall’intersezione delle coppie di parallele. Per verificare questa operazione si usa il compasso.

Per centrare il pezzo tra punta e contropunta si deve individuare il centro delle facce opposte. A questo scopo si tracciano più diagonali (a seconda della forma) e si segna con la matita il centro presunto. Esistono piccole dime che consentono di segnare il centro senza troppe complicazioni.
Il pezzo da tornire deve essere sagomato grossolanamente a forma di cilindro, utilizzando la sega circolare o a nastro, spianando gli spigoli più rilevati con qualche passata alla pialla manuale o elettrica.

Facendo centro nel punto determinato si traccia la circonferenza uguale al diametro massimo che dovrebbe avere il pezzo finito e si vede se è compresa tutta nel tronco. 

Per centrare invece un pezzo di legno a forma di parallelepipedo, prima di smussare gli spigoli longitudinali, si tracciano, nelle due basi, le diagonali e nella loro intersezione si segna il centro. 

Quando il legno è particolarmente duro si effettua una leggera punzonatura sul centro, in entrambe le facce, per facilitare la penetrazione della punta e della contropunta.

Eseguita la centratura si colloca il pezzo fra la punta motrice e la contropunta avendo cura di conficcare nel pezzo i denti trascinatori della punta motrice per quasi tutta la loro lunghezza e parte della contropunta in modo da realizzare un appiglio sicuro. Si noti infatti che sono solo i trascinatori che fanno ruotare il legno trasmettendo ad esso la potenza del motore e che sono contrastati dall’azione di attrito che gli utensili esercitano durante la lavorazione al tornio.

Il bloccaggio del pezzo sul tornio, quindi, è un’operazione che bisogna fare con molta cura e attenzione. Se la contropunta è fissa, è bene lubrificarla con cera sia nella collocazione del pezzo che nelle varie fasi della lavora-zione in modo da ridurre l’attrito durante la rotazione del legno; se invece è ruotante tale lubrificazione non è necessaria.

Ci sono realizzazioni in cui servono tanti elementi tutti uguali: una ringhierina, una testata, una balaustra, ecc. Anche con un tornio aggiuntivo per trapano si può far fronte a questa necessità.

La punta motrice e la contropunta lasciano le loro impronte sul legno per una certa profondità; se le estremità del pezzo dovranno essere incastrate o poggiate a terra da una parte (gambe di tavoli, sedie, ecc), queste impronte possono restare benissimo. Se invece uno dei due estremi o entrambi sono terminali a vista, bisogna tagliare la parte che porta quelle tracce e che dopo si deve rifinire.

La sgrossatura

È la prima lavorazione da eseguire: si dispone il cambio di velocità in modo che l’asse motore giri alla minima velocità (750 giri/min). Si dispone poi il poggiautensile di fronte alla parte del pezzo da tornire in modo che l’utensile possa essere spostato longitudinalmente per poter lavorare la maggior parte della lunghezza del pezzo.

Se la lunghezza del legno supera quella della piastra, o questo si lavora a tratti spostando successivamente il poggia-utensile oppure si monta il poggiautensile prolungato. Si solleva infine la piastra del poggiautensile in modo che il filo di taglio dell’utensile, su essa poggiato, sia all’altezza dell’asse del pezzo, cioè al-l’altezza della contropunta. 

La piastra poggiautensile si distanzia dal pezzo, (manovrando il supporto), di 3/4 millimetri.

Tornitura longitudinale – Velocità periferica

Quando si procede nel lavoro di tornitura longitudinale il diametro del pezzo si riduce, per cui diminuisce anche la velocità periferica di rotazione. Per mantenerla entro valori accettabili è necessario aumentare la velocità di rotazione del pezzo da lavorare.

tornitura longitudinale

Il pezzo da lavorare si stringe tra punta motrice e contropunta quindi si aziona il tornio alla velocità adeguata. Durante le lavorazioni al tornio si producono trucioli in notevole quantità che devono essere eliminati successivamente per mantenere il tornio perfettamente pulito.

La protezione

E’ bene mettere gli occhiali di protezione per difendersi dai trucioli che vengono scagliati dall’azione di taglio ed una maschera di carta per evitare di respirare la polvere del legno sia nella fase di lavorazione e soprattutto in quella di finitura con la carta vetrata.

Terminati questi preliminari, prima di mettere in moto il tornio, bisogna far ruotare manualmente il pezzo per accertarsi che esso sia ben fissato, che non urti o strofini contro parti della macchina e controllare infine che tutte le leve di fermo e di bloccaggio siano ben serrate.

Si procede alla sgrossatura del pezzo con la sgorbia più larga e si avanza l’utensile contro di esso esercitando poca pressione per evitare gli sbalzi degli spigoli. Successivamente, quando il pezzo comincia ad assumere forma cilindrica, si può aumentare la pressione in modo da asportare il legno nelle zone dove si deve incavare di più. Nelle zone che invece debbono rimanere cilindriche, si passa lo scalpello in modo da rendere liscia ed uniforme la superficie.

Angolato rispetto alle fibre

Durante la tornitura longitudinale l’utensile non deve essere appoggiato al pezzo perpendicolarmente alle fibre, ma sempre con una certa angolazione verso destra o sinistra rispetto ad esse.

Tracciare i settori

Terminata la sgrossatura, è bene tracciare con la matita (a macchina in moto) i diversi settori da tornire sul legno in modo da “vedere”, durante il moto, le varie parti da lavorare.

Si cambia la velocità inserendo la media e quindi si comincia l’operazione di sagomatura con una sgorbia stretta o larga a seconda dell’ampiezza dell’incavo da fare.

Per le prime volte è bene cominciare con sagome semplici e poco profonde; quando poi si acquista destrezza, nelle velocità da usare, nel tenere gli utensili tornio, e nella pressione da esercitare, ci si può sbizzarrire in quelle più complicate.

Durante le varie passate di tornitura, è necessario, a macchina ferma, controllare i diametri con un calibro specialmente quando si debbono costruire pezzi uguali fra loro.

La brunitura

Fra i lavori che è possibile fare al tornio c’è quello di brunitura che consiste nel tracciare dei solchi poco profondi bruciando il legno per attrito con un utensile a spigolo non affilato o con un filo d’acciaio. Nel primo caso si pressa contro il legno in rotazione (500 giri al minuto) lo spigolo non affilato di un intagliatore e per attrito questo brucia il legno lasciando un solco di colore scuro, molto decorativo nei legni chiari. 

Se non si ha a disposizione l’utensile si può ottenere lo stesso risultato mediante un filo d’acciaio (corda di chitarra o similare). Questo da un capo si aggancia con un morsetto al bancale e dall’altro si sottende con la mano sul legno in rotazione; spostando a volontà il filo si possono ottenere simpatici motivi a seconda dell’estro dell’operatore. Si può decorare poi il pezzo con qualche ornamento mediante l’uso dell’utensile intagliatore.

La carteggiatura

Per eseguire la finitura del pezzo si innesta la velocità massima, si toglie la piastra poggiautensile e si procede a carteggiare con carta vetrata fine tutto il pezzo. Si comincia dalle superfici estese e poi gli incavi delle sagome, piegando o arrotolando opportunamente la carta vetrata, sostenendola con un legnetto di irrigidimento. Questo è sagomato in modo da seguire meglio le anse del legno e avendo cura di non smussare gli spigoli.

E’ consigliabile usare la carta vetrata del tipo a strisce adoperata nelle levigatrici perché ha un supporto più rigido.

Per ottenere una finitura quasi speculare, si passa sul legno la paglietta d’acciaio o meglio ancora i trucioli dello stesso legno tenuti con la mano e pressati sotto il pezzo in rotazione. 

Fermata la macchina, si sposta quindi la contropunta verso destra e si libera il pezzo rifinendo le estremità; come si è detto prima tagliandole o riempiendo i buchi della contropunta con stucco e mordente.

Se nel pezzo ci sono parti non tornite (cubi, parallelepipedi) si portano a misura. Oppure se il pezzo si è fatto tutto cilindrico, si tagliano (con sega a nastro o segaccio) le parti curve per sagomare il cubetto o il parallelepipedo, e quindi si passa alla rifinitura con carta vetrata (ovviamente a tornio fermo). 

Elementi uguali e diversi

tornitura longitudinale
Quando si realizzano più elementi che devono essere uguali senza l’uso del copiatore occorre ogni tanto confrontare il prodotto finito con quello in fase di esecuzione.
Le quattro gambe di un basso tavolino da salotto possono, per un gesto di originalità, essere tornite una diversa dall’altra; ognuno può tornirle secondo la sagoma preferita ma la costruzione del mobile richiede che tutte abbiano comunque una larga base di attacco ai rinforzi del piano.

Tornitura longitudinale – Operazioni nel dettaglio 

Vediamo nel dettaglio le varie operazioni di tornitura longitudinale.

tornitura longitudinale

Sgrossare

tornitura longitudinale
L’utensile si afferra saldamente, con una mano, nell’impugnatura di legno, mentre con l’altra, si tiene ferma la lama sul poggiautensile accostato al pezzo in rotazione. Per realizzare uno stelo tornito si procede alla sgrossatura del pezzo impiegandola sgorbia più larga.

Lisciare

tornitura longitudinale
Tutto il pezzo deve essere reso cilindrico prima di procedere a scavare i decori. Nelle zone che devono restare lisce si passa lo scalpello diritto.

Tracciare

tornitura longitudinale
Si segnano con la matita o con un ferro (mentre il pezzo ruota lentamente bloccato tra testa motrice e contropunta) i diversi settori da tornire.

Sagomare

Si comincia l’operazione di sagomatura con una sgorbia larga, in rapporto all’ampiezza dell’incavo da realizzare.

Incavare

Dopo aver impiegato la sgorbia per realizzare gli incavi e gli spallamenti curvi si usano gli scalpelli a tagliente obliquoper contornare gli incavi.

Impugnare

Per i primi lavori conviene realizzare forme semplici e poco profonde, esercitando poca pressione con l’utensile che, però, va impugnatosaldamente e controllato con le due dita sulla lama.

Controllare

Durante l’esecuzione del lavoro è bene fermare il tornio e controllare i diametri con un calibro a compasso, in particolare quando si devono realizzare più pezzi uguali.

Intagliare

tornitura longitudinale
Con l’intagliatore si può decorare il pezzo, incidendo sottili e profonde gole nei punti più tozzi.

Levigare

tornitura longitudinale
La levigatura della superficie si effettua con carta vetrata a grana fine avvolta su di un pezzo di legno. Si inizia dalle superfici più estese quindi si passa agli incavi, facendo attenzione a non smussare gli spigoli.

Lucidare

Per rendere la superficie lucida e ben rifinita si accosta al pezzo in rotazione della paglietta di ferro o un pugno di trucioli. Se nel pezzo vi sono parti non tornite si portano a misura con la sega e si rifiniscono con carta vetrata.

Tornitura longitudinale a sbalzo

Per tornire oggetti di piccole dimensioni come pomelli, sferette o similari è conveniente usare i mandrini a diametro fisso (o coppale). Sono dei tubi cilindrici che si avvitano all’asse ruotante al posto della punta di traino.

Per fissare il legno a questi mandrini, si deve praticare, su un’estremità di que-sto, una tornitura cilindrica di diametro uguale a quello interno del mandrino in modo che il legno possa esservi inserito dentro a pressione. 

Per migliorare la tenuta si blocca il pezzo con una vite a legno che si serra dall’interno del foro di fissaggio oppure con una vite trasversale, praticando un foro vicino al bordo del mandrino. 

tornitura longitudinale a sbalzo
Per tornire elementi a sbalzo si impiegano particolari mandrini a diametro fisso che accolgono il pezzo da lavorare e lo bloccano con una vite o con qualche giro di nastro adesivo.

Se il codolo cilindrico si fa più lungo della profondità del mandrino e si tornisce una battuta in modo che il diametro esterno del legno sia uguale a quello esterno del mandrino, si può bloccare il legno al mandrino con una striscia di carta adesiva che salda i due pezzi. 

Questo tipo di fissaggio è possibile anche per pezzi di un certo diametro, ma non molto sporgenti perché allora sarebbe necessaria la lunetta fissa di sostegno. La parte di legno bloccata nel mandrino si taglia via oppure si può utilizzare per incastrare il pezzo nel mobile per il quale è stato realizzato.

Tornitura di una estremità 

Dopo aver tornito il legno in tutte le sue parti e intagliato fino alla massima profondità possibile l’estremità destra che dovrà essere rifinita con tornitura a sbalzo, lo si stacca dal tornio e si sostituisce la punta di trazione con la punta bipasso o meglio con il mandrino autocentrante.

Si rimonta quindi il legno sul tornio e lo si blocca momentaneamente con la contropunta. Si fissa la lunetta al bancale nei pressi dell’estremità da lavorare facendo in modo che i cuscinetti, serrati ad uno ad uno, cominciando da quelli inferiori, blocchino il legno senza eccessiva pressione, ma saldamente. 

Dopo aver allontanato la contropunta, si fa ruotare manualmente il pezzo per accertarsi che non vibri e che non abbia gioco sui cuscinetti. Si faccia attenzione perché, in questa operazione, la lunetta sopporta le spinte trasversali dell’utensile contro il legno e non sostituisce la pressione di sostegno della contropunta, per cui deve essere saldo l’attacco al mandrino.

Si monta il portautensile in prossimità della parte da tornire e, con bedano e intagliatore, si rifinisce l’estremità agendo delicatamente.

Tornitura di un tondino 

In questo caso per effettuare la tornitura longitudinale si usa la lunetta come appoggio intermedio per evitare che il tondino possa vibrare, flettersi o rompersi per effetto della pressione esercitata dall’utensile che lo tornisce.

Si fissa la lunetta al bancale e la si blocca nella parte centrale del pezzo. 

La lunetta deve essere usata quando la lunghezza del pezzo supera dieci volte la misura del diametro. Supponiamo di dover fare un tondino di 700×30 mm di diametro; va scelto un legno a sezione quadra di 35 mm di lato lungo 700 mm, si smussano gli spigoli e si blocca fra punta e contropunta. Si tornisce nella parte centrale, esercitando poca pressione con una sgorbia e scalpello, un solco cilindrico della larghezza di circa 60 mm e sezione 30 mm di diametro.

Ora la lunetta va fissata sul bancale in modo da bloccare i tre cuscinetti nel solco già ricavato; poi si torniscono le due parti restanti del legno controllando con il calibro affinché la sezione sia uniforme.

Se poi nel tondino si debbono eseguire incavi o sagome, si sposta la lunetta in prossimità di questa. 

Il tortiglione

La bellezza di un tortiglione dipende dalla regolarità del passo principale (giro intero di un risalto) e di quello secondario (distanza fra due risalti successivi).

I tortiglioni possono essere sia destrorsi sia sinistrosi; per cambiare la direzione dei risalti basta solo variare l’inclinazione delle diagonali.

I tagli di sega, susseguendosi da un tratto all’altro formano una o più spirali che si cominciano ad approfondire con una sgorbia lavorando prima da una parte e poi dall’altra del taglio che fa da fine corsa.
Pian piano i solchi, passando dalla sgorbia allo scalpello, vengono allargati fin quasi a raggiungere le linee blu che segnano il dorso dei risalti; la sezione di questi può variare dal semicerchio al triangolo.
La finitura richiede l’uso di raspe, lime cilindriche e spugne abrasive; se il tornio ha l’inversione di marcia ed una velocità lentissima, in questa fase lo si può mettere in moto, sempre però con la massima prudenza.

Non sono torniti

I manici di scopa, i tondini per aeromodellistica e similari non sono fatti al tornio, ma con macchine particolari che rendono cilindrico il legno facendo avanzare longitudinalmente il pezzo e non l’utensile. Nel tornio, come è noto, avviene il contrario.               

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