Tratto da “Far da sé n.469 – Febbraio 2017″
Autore: Nicla de Carolis
Tempo fa la comica Luciana Litizzetto, in uno dei suoi esilaranti monologhi, ha tessuto le lodi del ferramenta come una delle due categorie sopravvissute di maschi (l’altra è quella dei pompieri) “… in un mondo di maschi con il risvoltino e le sopracciglia a rondine…”. Definisce la ferramenta un luogo magico, perché “… sai quando entri e non sai quando esci…”. Il ferramenta infatti si trova spesso con i clienti che chiedono cose impossibili come una vite introvabile, individuata dopo lunghe ricerche che però “… non va bene perché ha la capocchia piatta e io la volevo bombata…” e, sempre pazientemente, dopo aver dedicato tanto tempo al cliente della vite, si accontenta di battere uno scontrino di 75 centesimi. È un vero maschio perché sa ascoltare le donne che, a volte, non sanno esattamente cosa chiedere e comunque “lui” riesce a risolvere il loro problema.
Il ferramenta sa un sacco di cose e, se non le sa, s’ingegna per risolvere concretamente i quesiti dei clienti; dal ferramenta non succede, prosegue la Litizzetto, che “… chiedi una brugola e ti portano una trappola per topi…” come può accadere per l’incompetenza di giovani dipendenti di grandi centri di bricolage di origine francese. Effettivamente non è un lavoro facile quello del ferramenta perchè richiede una competenza a 360 gradi su interventi che vanno dalla muratura, all’idraudica, all’elettricità, ai montaggi, al funzionamento di meccanismi di una quantità enorme di oggetti che utilizziamo quotidianamente. Nel suo negozio le referenze sono decine di migliaia, basti pensare alle scaffalature scorrevoli contenenti un’infinità di cassettini ognuno con qualcosa di diverso che ha uno o più utilizzi, dalle minuterie metalliche, alle viti, ai rivetti, alle attaccaglie, alle chiusure magnetiche, agli anelli, alle guarnizioni, agli accessori per tende, solo per citarne alcuni.
Eppure “lui”, alla nostra richiesta, si dirige sempre senza indecisione verso il cassettino giusto ed estrae miracolosamente il pezzo che ci serve. Senza parlare della vendita degli utensili elettrici di cui il ferramenta conosce le caratteristiche, il funzionamento e perché preferirlo a seconda del lavoro da affrontare; il cliente si rivolge fiducioso a “lui” nella scelta di acquisti importanti, per avere un confronto e le rassicurazioni di un interlocutore preparato. La figura del ferramenta si avvicina molto a quella del far da sé perché tutti e due hanno un sapere maturato con il tempo, la passione e l’esperienza diretta, perché tutti e due “in un mondo dove ci sono APP per poter fare tutto e nessuno sa più fare una mazza…”, citando sempre la Litizzetto, ferramenta e far da sé hanno una mente e due mani che sanno come affrontare e risolvere problemi pratici, con soddisfazione dei clienti, i primi, e delle persone vicine, i secondi. Due categorie speciali, guardate con ammirazione e invidia dagli “incapaci di piantare un chiodo”, siano essi intellettuali o non, troppo poco elogiate.