Tratto da “In Giardino n.66 – Maggio-Giugno 2019″
Autore: Nicla de Carolis
Le tante notizie che hanno riguardato il terribile incendio della Cattedrale di Notre Dame a Parigi, uno dei simboli della capitale francese, ci hanno portato a conoscere meglio i dettagli di questo mitico edificio; si è saputo, tra l’altro, che sopra il tetto della cattedrale, posto impensabile, ci sono degli alveari. Si temeva che molte delle 200.000 api fossero morte fra le fiamme, invece si sono salvate. Il rischio maggiore dovuto all’incendio era legato alle alte temperature, più che al fumo provocato dal legno bruciato: «invece di ucciderle, il fumo le rende come ubriache, le fa addormentare» così dice Nicolas Géant, apicoltore della cattedrale, che dal 2013 si occupa dei tre alveari installati lassù nel cielo di Parigi, spiegando che gli apicoltori usano comunemente il fumo per sedare gli insetti e ottenere l’accesso al loro alveare.
Le api europee, quando percepiscono il pericolo di incendio, rimangono accanto al loro alveare, ingoiano miele e si adoperano per proteggere la loro regina; in questo caso, per il fumo appunto, sono rimaste stordite nelle loro “casette” che fortunatamente non sono bruciate.
Non deve stupire che degli alveari siano stati installati in un posto tanto speciale, vista l’importanza che hanno questi insetti all’interno del nostro ecosistema: spesso li colleghiamo solo alla produzione di miele, cera, propoli, veleno, cosa peraltro già notevole, e ci dimentichiamo la loro funzione fondamentale per la nostra vita, poiché buona parte del cibo che consumiamo dipende, direttamente o indirettamente, dall’opera di impollinazione.
L’Apis mellifera (ape domestica) è un insetto utilissimo anche per le nostre piccole coltivazioni perché, trasportando e smuovendo il polline, attua la fecondazione necessaria per la produzione di frutta e verdura. Per richiamare le api nell’orto bisogna sistemare tra gli ortaggi alcune piante mellifere, vegetali che producono fiori a cui questi preziosi insetti non riescono proprio a resistere: malva, rosmarino, trifoglio risupinato, calendula, lupinella, tagete, girasole e tante altre a cui dedicheremo un bel servizio sul prossimo numero di “faidate ingiardino”.
Ecco spiegato il perché negli orti più rigogliosi ci sono anche piante fiorite che, a un occhio inesperto, potrebbero sembrare messe lì solo per un fatto estetico, per rendere ancora più bella la geometria di questi quadrati così ben coltivati.