Nutrire il pianeta … virtualmente

Editoriale tratto da In Giardino n.52 di Giugno-Luglio 2015

Autore: Nicla de Carolis

Nutrire il pianeta, tema dell’EXPO 2015, forse dovrebbe essere cambiato in nutrire i visitatori, peraltro già ben nutriti, di questa imponente e suggestiva fiera dell’agroalimentare.
La sensazione è che le motivazioni dei partecipanti siano due: avere una vetrina per promuoversi e vendere (per le multinazionali che si contendono la prima fila, per i ristoranti e le bancarelle di cibo e anche per produttori e “artisti” che nessun legame hanno con il tema e che, con funambolismi, cercano di crearli) e scoprire nuovi e speciali sapori, ammirare le architetture dei vari padiglioni (per la maggior parte dei visitatori). Due obiettivi più che legittimi, ma non legati al tema, un tema vitale… che più vitale non si può.

Per non parlare dell’inconsistenza del manifesto di EXPO per nutrire il pianeta, “La carta di Milano”, partorito da centinaia di esperti in sei mesi di lavoro. Tra i numerosi punti del documento alcuni sono davvero lapalissiani: chi potrebbe essere contrario alla disponibilità di cibo sano e sufficiente, sempre e per tutti, chi non condividerebbe la lotta allo spreco, alle frodi, al lavoro minorile e aumentare l’educazione a un consumo corretto? E comunque ben vengano anche queste 16 pagine di parole e promesse, a patto che si traducano in qualcosa di tangibile.
Questa mancanza di contenuti concreti è denuciata, tra altri, anche da un nome di peso come quello di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food: “Ma ad Expo dove sono pescatori, contadini, formaggiai e trasformatori, tutti quelli, insomma, che insieme fanno la più grande economia del mondo? Se questi soggetti non sono protagonisti, costruiamo sulla sabbia la manifestazione”.

Forse siamo talmente drogati dalle soluzioni virtuali che pensiamo di poter affrontare la fame nel mondo solo con le parole e con la costruzione di “eventi”, prescindendo dalla concretezza. E stride vedere che giovani disoccupati e popolazioni in fuga dalla povertà siano capaci di digitare sulla tastiera del cellulare o del computer e, quasi sempre, incapaci di coltivare un orto come di fare tutte quelle cose legate alla terra e alla produzione del cibo.
Chi ha la passione per il verde di casa non si è allontanato dalla terra, conosce le gioie dei suoi frutti, ma sa che questi costano impegno, sudore e fatica fisica; per far sbocciare un fiore e per far nascere un ortaggio non basta una tavola rotonda o una fantastica APP…

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