Bike sharing inquina e si fa arte

Tratto da “Fai da te n.89 – Agosto-Settembre 2018″

Autore: Nicla de Carolis

Nel mondo ci sono oltre 18 milioni di bici condivise, la Cina fa la parte del leone con oltre 5 milioni di mezzi a pedali e Milano è la seconda città europea per numero. Ma la notizia è che l’operazione di ridurre l’inquinamento proponendo ai cittadini di circolare in centro con questi mezzi in affitto ha disatteso i suoi obiettivi ecologisti nati nel lontano 1965 ad Amsterdam. Infatti in Cina, ma anche in Europa, montagne di bici sono state abbandonate lungo le strade da quando è stata introdotta la nuova tecnologia che consente di lasciarle in qualsiasi posto senza riportarle alle stazioni di aggancio.
L’Olanda, paradiso mondiale delle bici, è arrivata a bandire quelle a flusso libero perché non si riusciva più a parcheggiare.
Alla resa dei conti il bike sharing si è rivelato poco efficace contro il traffico e l’inquinamento e non remunerativo per le società private che lo esercitano, scarsi gli introiti derivanti dal noleggio raffrontati ai costi di acquisto e di manutenzione. Sembrerebbe molto più ecologico e sensato utilizzare quotidianamente una bici di proprietà, custodendola gelosamente.
Per chi la pensa così a pagina 86 c’è un passo passo per una corretta manutenzione del sempre attuale e comodissimo mezzo a due ruote.

Negli ultimi due anni molte città cinesi sono state inondate da milioni di biciclette che, a causa del sistema di noleggio a flusso libero, sono state abbandonate ovunque. il fenomeno ha costretto le autorita’ a farle rimuovere perche’ bloccavano i marciapiedi e i portoni e a farle ammucchiare in vaste aree di deposito. In questi due scatti, le bici, fotografate dall’alto, sembrano opere d’arte

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