Il fantastico mondo delle viti in acciaio … ma anche quello di altri metalli

Tratto da “Far da sé n.546 – Dicembre/Gennaio 2026″

Autore: Nicla de Carolis

Reduce da una giornata trascorsa nella fabbrica MUSTAD, la storica azienda piemontese, che
partendo all’inizio del ‘900 con la produzione dei chiodi per ferri da cavallo è oggi una delle
più importanti aziende Europee nella produzione di eccellenti viti esportate in tutto il mondo,
sono ancora affascinata da tutto quel che c’è dietro un componente all’apparenza così insignificante.
La visita guidata ai vari reparti parte dai magazzini, dove viene stoccato il filo di acciaio
proveniente dall’Austria, e prosegue con la trafilatura, la ricottura per “ammorbidire” il
filo e renderlo lavorabile, lo stampaggio della testa della vite, l’appuntitura per le viti autoforanti.
Si passa poi alla rullatura, l’operazione con cui si realizza il filetto, senza avere sfrido
come quando lo si otteneva fresando: il filo, con la testa già formata, passa tra i due pettini in
acciaio e il gioco è fatto, rimane solo un passaggio termico a 900 gradi per la tempra, la carbocementazione
che dà maggior resistenza alla vite e, per finire, un trattamento estetico e lubrificante.
Tutto questo per produrre una semplice vite destinata a durare nel tempo che, se
facciamo mente locale, è utilizzata per comporre quasi tutto ciò che ci circonda.
Viti di acciaio dunque, indispensabili anche per unire il legno, materiale più utilizzato per i
progetti far da sé, ma su questo numero parliamo anche di altri metalli che sembrano più difficili
da utilizzare; nel dossier da pagina 12 troverete costruzioni con rame, alluminio, acciaio e
ferro, realizzabili anche senza saldatura, le unioni sono fatte con viti, per l’appunto, e rivetti, il
tutto con risultati davvero molto belli e ben rifiniti. Troverete inoltre tutte le tecniche per tagliare,
forare, curvare i prodotti semilavorati in metallo reperibili in tante varietà.
Un lavoro poi da vero professionista è quello del lettore Daniele Nalon a pagina 86: ha realizzato
una tettoia in tubolari quadri e lastre di fissaggio unite con saldature ad arco e rivetti,
una struttura che serve come carport per la sua auto ma che soprattutto ha la funzione di
reggere pannelli fotovoltaici del suo impianto casalingo.
Anche se questi materiali sono meno trattati su FAR DA SÉ, quest’anno, per chi si abbona alla
rivista, c’è in omaggio il GRANDE LIBRO DEL FERRO, indispensabile per chi comincia, ma
anche per chi ne sa già, per conoscere tutte le tecniche di lavorazione e avere numerosi
spunti e sequenze passo passo per fare nuovi, fantastici progetti.

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