Come individuare le dispersioni termiche con la termografia

Metà della facciata di questa casa è stata rivestita a cappotto, quindi è stata eseguita la termografia: la fotografia ad infrarossi (sopra) evidenzia l’efficacia dell’intervento. Mentre sul lato destro si notano i ponti termici attraverso i quali si verificano le dispersioni più significative, la parte sinistra, rivestita, si presenta isolata in modo uniforme.

Rivestire l’abitazione con materiale isolante senza avere ben chiare le caratteristiche termiche dell’involucro può non garantire la piena efficacia dell’intervento: si rischia di spendere più del necessario sovradimensionando gli spessori o non ottenere il massimo rendimento possibile. Anche se spesso non viene proposta, l’analisi termografica dell’edificio può rivelare zone insospettate soggette a dispersione; costa poche centinaia di euro, ma può essere un’ottima guida nell’esecuzione del cappotto.

La termografia evidenzia con il colore rosso le zone di maggior dispersione, virando attraverso il giallo ed il verde, fino al blu per le zone fredde e pertanto meglio isolate. Anche se il calore disperso non è quantificabile, il risultato può contribuire alla scelta dei materiali da utilizzare e dello spessore necessario per isolare efficacemente l’edificio.

Per avere un preciso quadro della situazione, l’analisi va fatta nei mesi invernali, quando esiste il maggior salto termico tra interno ed esterno, meglio se in una giornata nuvolosa per evitare che i raggi solari possano riscaldare i muri perimetrali. Anche le ore centrali della giornata, per gli stessi motivi, andrebbero evitate.

Come si è detto, la termografia permette di individuare i difetti non riscontrabili “a sensazione”, ma ci sono anche molte valutazioni che possono essere fatte senza particolari strumenti: discontinuità nei giunti tra elementi della struttura e spifferi non sono difficili da localizzare, in quest’ultimo caso basta aspettare una giornata ventosa e testare l’eventuale presenza di infiltrazioni d’aria con il semplice aiuto di una candela accesa avvicinata ai punti sospetti.

Isolare i muri perimetrali intervenendo dall’esterno è senza dubbio la soluzione che prospetta i migliori risultati di comfort e contenimento delle spese di gestione; il volano termico migliora in quanto il calore assorbito viene rilasciato gradualmente al calare della temperatura. Il cappotto è un vero e proprio “sistema” che si ottiene con l’utilizzo in successione di diversi prodotti per posare un rivestimento isolante in grado di “dissociare” l’escursione termica della temperatura delle pareti della casa, evitando possibili formazioni di condensa. La stabilità dell’isolante è fondamentale per evitare tensioni dovute agli sbalzi termici nel corso della giornata e delle stagioni; i materiali vanno scelti in funzione della posizione geografica dell’edificio, la sua esposizione e le condizioni ambientali.

Le termocamere ad infrarossi possono essere utilizzate anche per individuare malfunzionamenti e dispersioni localizzate negli impianti di riscaldamento o in particolari zone della struttura. Il funzionamento di questi apparecchi si basa sul rilevamento della radiazione infrarossa emessa dai corpi, come espressione del calore emesso. I dati vengono trasformati in un’immagine visibile i cui colori segnalano i vari range di temperatura.

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