La novità per la produzione di acqua calda sanitaria viene dai sistemi scaldacqua a pompa di calore che aspirano aria, la comprimono per riscaldarla e, attraverso uno scambiatore, cedono calore all’acqua contenuta in un serbatoio: sono apparecchiature ecologiche che assicurano risparmi economici interessanti, si installano con opere minime e beneficiano degli incentivi fiscali per la riqualificazione energetica
I boiler tradizionali alimentati esclusivamente a corrente elettrica o a gas sono destinati ad estinguersi a favore di nuovi sistemi che utilizzano energie rinnovabili. Già da diversi anni questi apparecchi per la produzione di acqua calda sanitaria vengono integrati con impianti solari termici, ma la nuova rivoluzione viene dagli scaldacqua a pompa di calore, che sfruttano l’aria per produrre energia termica attraverso un ciclo termodinamico.
Il funzionamento della pompa di calore consiste nel prelevare calore a bassa temperatura e “pomparlo” per portarlo ad una temperatura superiore, con un consumo di energia minimo, circa 1/3 rispetto ad un tradizionale boiler elettrico.
Lo scaldacqua a pompa di calore aspira aria dall’esterno per riscaldare l’acqua all’interno di un serbatoio d’accumulo, che può essere tutt’uno con la macchina termica (monoblocco) o separato da essa (split). In quest’ultimo caso, il serbatoio è installato all’interno e la macchina termica all’esterno dell’abitazione.
L’efficienza del solare termico è subordinata alla presenza del sole ed al tipo d’installazione (orientamento, parziali ombreggiamenti), oltre ad avere una certa invasività, che con questi apparecchi è nettamente inferiore, anche nella versione split. Inoltre, l’aria è sempre disponibile, giorno e notte, e non è necessario tener conto dell’esposizione. La gamma Nuos di Ariston, per esempio, raggruppa diverse apparecchiature con capacità che vanno da 80 a 300 litri con diverse modalità di funzionamento che permettono di scegliere se massimizzare il risparmio energetico (funzionamento esclusivo a pompa di calore), ridurre i tempi di riscaldamento (pompa + resistenza elettrica) o lasciare alla macchina la gestione del sistema, ottimizzando il funzionamento a pompa di calore con l’intervento delle resistenze ausiliarie.
Per un intervento volto a migliorare l’efficienza energetica, si può accedere alle detrazioni del 65% della spesa (apparecchi + installazione): l’investimento si recupera in pochi anni e, considerato che questi scaldacqua durano 10 anni o più, il risparmio sui consumi energetici è garantito per lungo tempo. La legge di stabilità 2014 (Legge n. 147 del 27 dicembre 2013), modificando quanto già stabilito dalla Legge 90 del 3 agosto 2013, ha prorogato fino al 2016 le Detrazioni Fiscali per gli interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica degli edifici esistenti, secondo le seguenti scadenze e aliquote:
- Interventi relativi a parti comuni degli edifici condominiali o che interessino tutte le unità immobiliari del singolo condominio:
- Detrazione del 65% delle spese sostenute dal 6 giugno 2013 al 30 giugno 2015
- Detrazione del 50% delle spese sostenute dal 1 luglio 2015 al 30 giugno 2016
- Interventi relativi a tutte le altre tipologie di edificio:
- Detrazione del 65% delle spese sostenute dal 6 giugno 2013 al 30 giugno 2015
- Detrazione del 50% delle spese sostenute dal 1 gennaio 2015 al 31 dicembre 2015
Risparmio economico
di pari capacità: il risparmio può arrivare al 75% e consentire di rientrare dall’investimento in circa 3 anni, che si riducono se si usufruisce della detrazione fiscale.
Ma attenzione: i valori riportati nel prospetto sono relativi ad una temperatura media annua di ingresso dell’aria di 15 °C, quindi i dati possono subire variazioni considerevoli in base alle condizioni climatiche del luogo d’installazione. Con temperature molto basse, infatti, la resistenza elettrica di supporto da 1200 W interviene con più frequenza (modalità Boost e Auto), in base alla richiesta.
Monoblocco o split?
Con la pompa di calore monoblocco sono necessarie soltanto griglie esterne per l’espulsione, con un impatto architettonico minimo; tramite opportune canalizzazioni l’aria fresca e deumidificata può essere utilizzata per raffrescare gli ambienti, la prima accensione è immediata e all’installatore non sono richieste competenza ed attrezzature da frigorista.
Nella versione split, per contro, l’unità interna è più compatta (manca il gruppo frigo), le connessioni gas hanno dimensioni contenute e non serve lo scarico della condensa. Ventilatore e compressore sono nell’unità esterna, quindi la rumorosità di funzionamento è nulla; occorre solo un foro Ø 50 mm nel muro per i tubi del gas refrigerante. Quanto alla manutenzione, l’operazione principale è la pulizia dell’evaporatore e, nella versione split, si esegue nell’unità esterna, quindi è più semplice, se questa si trova in posizione facilmente raggiungibile. Ariston
Integrazione con il fotovoltaico
La pompa di calore può però essere collegata ad un impianto fotovoltaico ben dimensionato (anche questo impianto beneficia degli incentivi) ed il costo per il suo funzionamento si può ridurre fino al 95%, tenuto conto che l’energia prodotta in eccesso può essere scambiata sul posto con la rete elettrica o utilizzata per gli altri consumi domestici.