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Periodicamente occorre effettuare un lavoro di manutenzione della terrazza per ripristinarne l’estetica e la funzionalità
Terrazzi e balconi sono zone a rischio di degrado in quanto sono permanentemente esposti alle intemperie. Gli agenti atmosferici causano un continuo logoramento di superfici calpestabili, finiture delle pareti, ringhiere, infissi, ecc. Periodicamente dobbiamo effettuare la manutenzione della terrazza, passando in rassegna le strutture per controllarne lo stato di decadimento e decidere se è il caso di intervenire. La manutenzione della terrazza fatta si risolve in poche e rapide operazioni: se, invece, si lascia andare avanti il danno, prima o dopo dovremo sostenere una spesa maggiore. In questo articolo affrontiamo alcune situazioni tipiche come, ad esempio: il ripristino dell’aspetto di un muretto ormai ammuffito e scrostato, la sostituzione di un interruttore non più funzionante, la riparazione di alcune piastrelle rotte del pavimento, la pulizia e protezione di un cancelletto di ferro. Predisponendo mezzi e materiali ed organizzando la manutenzione della terrazza con una successione logica, si risolve l’intervento in una giornata e con una spesa di pochi euro. Nel nostro caso il terrazzo si trova in località marina dove piccole problematiche come la muffa sui muri, la formazione di crepe, gli scrostamenti e la ruggine tendono ad essere accentuate dalla presenza di variazioni termiche e di umidità più elevate rispetto ad altri luoghi. Inoltre la salsedine presente nell’aria contribuisce a danneggiare gli elementi metallici e di legno che devono essere particolarmente controllati e protetti.
È possibile evitare molti degli interventi sopracitati se si utilizza regolarmente (una volta al mese) un’ottima idropulitrice in grado di eliminare sporco, muffa e quindi di mantenere sani i materiali nel tempo evitando il loro deterioramento.
Manutenzione della terrazza: Ripristinare il muretto
- Come prima operazione eliminiamo tracce di muffa e di sporco utilizzando un buon detergente spray a base di ipoclorito di sodio e una spazzola di saggina a setole dure.
- Con un raschietto o una spatolina eliminiamo completamente eventuali parti di vecchia idropittura o dell’intonaco che non sono più ben ancorate. Con un spazzola si pulisce la superficie.
- Risaniamo le scrostature utilizzando un buon stucco riempitivo, da stendere e rasare con una spatolina metallica. Quando lo stucco è indurito si carteggia per pareggiare la superficie.
- Utilizzando un nastro per mascheratura di buona qualità, copriamo i bordi del muretto e parte del pavimento in modo che non vengano macchiati durante la tinteggiatura.
- Trattiamo il muro con un’idropittura traspirante per esterni contenente antimuffa. Utilizziamo il rullo per velocizzare il lavoro, stendendone due mani.
- Rifiniamo i bordi e le zone poco accessibili utilizzando un piccolo pennello piatto. A tinteggiatura ultimata rimuoviamo i nastri per mascheratura.
Sostituire l’interruttore
Gli interruttori installati in esterno, anche se di buona qualità, tendono a deteriorarsi con il tempo, compromettendo la loro funzionalità. In genere non conviene procedere con operazioni di ripristino: è più utile sostituire integralmente il corpo del comando e la sua mascherina isolante. Tutti gli interruttori a norma per esterno riportano l’indice di protezione indicato con “IP” seguito da due numeri. Il primo di questi è una cifra da 0 a 6 ed indica la protezione contro i corpi solidi (dalla completa assenza per lo 0 fino alla totale protezione dalla polvere per il 6). Il secondo numero va da 0 a 8 ed indica la protezione contro l’acqua. Ad esempio: se un interruttore è “IP68” significa che l’apparecchio può lavorare in totale immersione. Per gli impieghi esterni usuali basta di solito un IP44.
- Dopo aver staccato la corrente dall’interruttore generale, possiamo lavorare tranquillamente sull’interruttore svitando le viti che lo tengono fissato alla sede.
- Estraiamo delicatamente l’interruttore dalla sede e allentiamo le viti dei morsetti presenti sul frutto in modo da poter sfilare i cavi elettrici.
- Configuriamo la nuova mascherina portafrutti inserendo un nuovo frutto-interruttore. Gli spazi vuoti si chiudono con i coperchietti a scatto.
- Inseriamo e fissiamo nel frutto i cavi elettrici stringendo le viti dei morsetti. A questo punto si può reinserire nella sede a muro il corpo dell’interuttore, avvitare le viti di bloccaggio e riattivare la tensione elettrica per provare il funzionamento.
Manutenzione della terrazza: riparare le piastrelle
Gli sbalzi termici e l’usura portano, con il tempo, alla formazione di crepe e rotture lungo le fughe delle piastrelle. L’infiltrazione dell’acqua piovana che ne consegue causa il distacco (o la rottura se la temperatura scende sotto lo zero) delle piastrelle. L’intervento deve essere tempestivo, in quanto il danno si estende rapidamente.
- Incidiamo con uno scalpello le fughe in prossimità delle piastrelle rotte e asportiamole utilizzando una spatola. Facciamo attenzione a non danneggiare le piastrelle vicine, ancora sane.
- Asportiamo i residui di colla ed eventuali detriti dal massetto, in modo da disporre di una sede pulita per il fissaggio di nuove piastrelle.
- Per il fissaggio delle piastrelle utilizziamo una colla poliuretanica impermeabile per edilizia, da estrudere sulle crepe del massetto con l’apposita pistola. Gli adesivi di montaggio per uso esterno sono a base poliuretanica o di gomme neopreniche; si presentano come paste morbide di colore giallognolo o grigio. I migliori risultati si ottengono erogando il mastice su entrambe le superfici per poi attendere la parziale evaporazione del solvente che, in condizioni normali, richiede 5-10 minuti. Trascorso il tempo di attesa, l’oggetto va sistemato in posizione e premuto con forza per una presa tenace. Si incolla legno, pietra, laterizio e vari altri materiali.
- Stendiamo un cordone di colla anche sotto le nuove piastrelle e premiamole in posizione per alcuni secondi. Poi ripristineremo le fughe con una pasta riempifughe.
Manutenzione della terrazza: Eliminare la ruggine dal cancelletto
I manufatti di ferro necessitano di cure particolari, soprattutto quando sono installati all’esterno. Una periodica manutenzione che consiste nel rinnovo della pittura protettiva, quando è il caso, va preceduta da ulteriori interventi come la pulizia, la carteggiatura e l’eliminazione della ruggine, passaggi fondamentali se vogliamo preservare a lungo il metallo.
- Asportiamo la ruggine e lo sporco utilizzando una spazzola metallica rotativa montata su trapano. Sulle superfici maggiori impieghiamo una spazzola radiale, negli spazi stetti, come le volute, una cilindrica.
- Rifiniamo a mano la pulizia del cancelletto, utilizzando la spazzola metallica con setole d’ottone, che sono particolarmente flessibili e resistenti.
- Prepariamo il cancelletto alla successiva fase di smaltatura carteggiando accuratamente il metallo e insistendo sulle zone arrugginite. Poi puliamo tutto con uno straccio inumidito con acqua ragia.
- Trattiamo il cancelletto con un buon antiruggine. Quando questo è asciutto si possono applicare due mani di smalto. Se la ruggine fosse molto avanzata ed estesa conviene iniziare con l’applicazione di un convertitore. Il convertitore è un liquido speciale in grado di trasformare la ruggine in un composto protettivo contro ulteriori ossidazioni. Il convertitore va applicato a pennello in uno strato continuo, versando in un contenitore (di solito il tappo di chiusura) la quantità di prodotto che si prevede di usare. L’eventuale rimanenza non va reimmessa nel contenitore originale, perché le inevitabili tracce di ruggine innescherebbero il processo di conversione e renderebbero inutilizzabile tutto il liquido. Poi bisogna procedere a una buona smaltatura, in più mani, in quanto il convertitore non resiste all’aria.