Creativi sì, ma con manualità

Tratto da “Far da sé n.485 – Luglio 2018″

Autore: Nicla de Carolis

Apriamo questo numero con un reportage che mostra il lavoro di Fabio Franchini, un ex meccanico con un vivace talento creativo, buon gusto e capacità manuale; doti che, tutte insieme, sono difficili da trovare in una persona sola. Presentiamo una parata di lampade da lui realizzate con pezzi di recupero che vanno dai tubi idraulici, parti di elettroutensili, bottiglie e altro; mostriamo anche la sua abilità in lavorazioni diverse, impiegate per ottenere l’oggetto progettato, dal taglio del vetro, fatto in maniera assolutamente inusuale ma con risultato perfetto, alla curvatura del tubo di rame… il resto è nell’articolo. Insomma, Franchini affronta le sue realizzazioni con la padronanza di tecniche varie, da vero e bravo far da sé.

è chiaro che per arrivare a progettare cose simili non basta la cosiddetta e abusata “creatività”, dote che in molti pensano di avere soprattutto oggi che, grazie ai programmi dei computer, uniti all’uso delle stampanti 3D, “creano” facilmente qualcosa che ritengono esclusivo, ma in realtà è insignificante.
Dietro oggetti come le lampade che presentiamo nel reportage c’è la conoscenza di come è fatto il pezzo di recupero che si vuole usare, la conoscenza teorica e pratica delle tecniche che saranno necessarie per modificarlo, la consapevolezza delle difficoltà che determinate modifiche potranno comportare; tutto questo frulla nella mente di un far da sé quando si accinge a progettare qualcosa, ma se le conoscenze non ci sono, anche un progetto creativo parte zoppo. Questi creativi, che smanettano solo al computer, ma non hanno nessuna manualità, sono qualcosa di analogo al pittore che non sa disegnare o allo scultore che non sa scolpire; senza avere avuto a monte un percorso formativo a supporto di un’attitudine artistica naturale non ci si può esprimere da subito con opere astratte/concettuali tipo un pilastro in cemento armato corrotto dal tempo, una volpe impagliata, sic… Anche Picasso, prima di arrivare alle sue figure scomposte, aveva realizzato dipinti figurativi, dimostrando di conoscere la tecnica.

E poi sono convinta che ad alimentare la creatività possa essere anche il processo inverso ovvero l’apprendimento di una tecnica che porta a un progetto innovativo: a conferma di ciò abbiamo ogni giorno le vostre realizzazioni che, prendendo spunto da argomenti trattati su queste pagine, si sviluppano in altre realizzazioni che spesso ci stupiscono quanto a originalità, creando utili stimoli come ci scrive il nostro lettore Riccardo Castellan: “Vi manderò ancora altre realizzazioni, ma ancora allo scopo di poter collaborare con i nostri tanti amici creativi. I premi fanno piacere, ma lo scambio di idee è impagabile…”

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