Decorare le pareti di casa pratica vecchia 40.000 anni

Tratto da “Rifare Casa n.81 – Maggio/Giugno 2022″

Autore: Nicla de Carolis

Già, hanno proprio 40.000 anni le immagini molto elementari o astratte, segni, cerchi, spirali, impronte di mani, rinvenute sulle pareti di una caverna; qualche migliaio di anni dopo fu il mondo animale il primo, vero soggetto pittorico affrontato dagli artisti dell’epoca, i cacciatori paleolitici, che dipinsero bisonti, bovini, cavalli e cervi, perfino rinoceronti. Ora non si può sostenere con certezza che i nostri antenati volessero con questi disegni decorare le caverne per renderle più belle ma di sicuro aprirono la strada verso questo concetto che andò avanti nei secoli e divenne il piacere di rendere più godibili gli ambienti domestici.

Basti pensare al gusto artistico di Livia Drusilla, moglie dell’imperatore Ottaviano Augusto, manifestato all’interno della sua casa a Prima Porta con gli eleganti e raffinati affreschi (databili tra il 40 e il 20 a.C.) che decoravano le stanze della residenza e che, per essere meglio conservati, nel 1951, furono staccati e trasferiti nel Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo alle Terme, dove ancora oggi si possono ammirare. Pitture di rara bellezza, una minuziosa rappresentazione delle specie vegetali sta su uno sfondo vago e verde che si incontra con il cielo turchese. E poi, saltando decisamente più avanti, al 1700, epoca barocca, vediamo che le decorazioni delle pareti dei palazzi nobiliari si arricchiscono in maniera particolare: specchi per creare giochi di luce, stucchi ricoperti di patine dorate e lacche, tessuti colorati, pannelli dipinti e lignei con cornici in cui si intrecciano riccioli, arabeschi e volute.

Tutte cose di cui possiamo godere visitando le meravigliose residenze storiche del nostro Paese ma che oggi non sono nei desiderata dei più benestanti della terra, se si escludono alcuni oligarchi russi, dal gusto discutibile, le cui dimore a volte si ispirano a questi fasti del passato.

Le pareti decorate, in maniera decisamente meno impegnativa, sono tornate di moda (vedi dossier da pagina 48) con soluzioni innovative e di effetto: dalle carte da parati utilizzabili addirittura per rivestire il vano doccia, alle grandi lastre in grès con decori floreali, ai pannelli in vetro stratificato con texture dei più pregiati minerali, ai rivestimenti continui spatolati dai molteplici effetti e addirittura a quello che in soli 2 mm di spessore crea un realistico/superminimalistico effetto cemento faccia a vista… chissà cosa avrebbero detto di questa finitura gli architetti/decoratori del ’700?

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