Pialla per legno manuale | Caratteristiche e utilizzo

La pialla per legno è un utensile che serve per eseguire lavori di falegnameria finalizzati a lisciare e a levigare il legno

Il legno va lavorato con strumenti affilati e questo principio vale più che mai per la piallatura con la pialla per legno. Quando ancora non esistevano sistemi di levigatura, l’uomo modellava il legno con pietre (prima) e ferri (poi), togliendo strato per strato, un po’ alla volta, quello che non serviva, per ottenere il pezzo desiderato.

Eppure, con tanta esperienza accumulata nel corso dei millenni, oggi è proprio la piallatura che ci mette più alla prova nell’ambito dei lavori con il legno. I motivi di questo fatto vanno ricercati proprio nell’essenza dello strumento, la pialla manuale per legno, che fra tutti gli altri richiede il rispetto di almeno due regole fondamentali.

La prima è una regola che vale per qualsiasi lavorazione, ma in questo caso non ci sono tolleranze possibili: si deve fare esperienza! In questo caso si intende: provare… provare… provare… e poi ancora provare… anche se i risultati non sono confortanti; quando si pensa di aver acquisito un certo livello, ecco che si torna inaspettatamente indietro, solo perché il tipo di legno ha caratteristiche diverse da quello usato in precedenza.

Il tipo di essenza e l’orientamento della fibratura, infatti, rappresentano una variabile “drammaticamente” importante nella piallatura, più che in molte altre lavorazioni del legno. Imparare a piallare il legno, quindi, comporta anche l’acquisizione di determinate conoscenze tecniche delle essenze, nonché la capacità di valutare il pezzo in sé, ovvero l’orientamento delle fibre, la presenza di nodi, fessurazioni o altre ragioni di debolezza e discontinuità.

La seconda regola fondamentale è che l’utensile sia valido, ovvero di alto livello costruttivo e, soprattutto, abbia il tagliente molto ben affilato e ben regolato. Nonostante la pialla sia un utensile estremamente semplice ed essenziale, deve garantire un sostegno al tagliente solido e durevole. L’affilatura del coltello della pialla per legno merita una trattazione a sé stante, dato che, osservate tutte le premesse, se non c’è quella è del tutto inutile procedere con il lavoro.

Ovviamente affilatura non vuol dire pialla per legno nuova, anzi, il più delle volte che se ne acquista una, la prima cosa da fare è la rettifica e l’affilatura della lama, operazione, quest’ultima, da ripetere più spesso possibile.

In realtà, in questa categoria si possono trovare ulteriori suddivisioni. La pialla per sgrossare, lunga dai 25 ai 35 cm, ha la suola piatta, ma il filo tagliente è leggermente convesso in modo da asportare forti spessori di materiale.

Quale pialla per legno utilizzare?

Le pialle manuali sono classificate in base a tre categorie che ne identificano la destinazione d’uso di base: le pialle vere e proprie, le sponderuole e gli incorsatoi. Le pialle per legno vere e proprie sono quelle che si usano per rettificare le superfici, ovvero renderle piane, lisce, uniformi.

pialla per legno

Il pialletto manuale a finire (1), utilizzato per i lavori di fino sulle superfici, ha tagliente con filo diritto con spigoli smussati per non rigare la superficie da lavorare. Il piallone (4), molto lungo, sino a 65-75 cm, permette di eseguire fili diritti sulle assi e rettificare grandi superfici; la sua massa fornisce maggiore inerzia all’utensile e la piallatura risulta più scorrevole, anche su legni con venatura ritorta o con nodi.

La piallatrice legno da bottai è caratterizzata da una suola curva con cui si possono lavorare i pezzi concavi, come per esempio le doghe per la costruzione delle botti o dei tini in legno. Il pialletto manuale a registro (2), più spesso di metallo, ma si trova anche di legno, prevede la presenza di viti di registro che consentono di regolare in modo semplice la sporgenza della lama e l’apertura della feritoia.

La sponderuola (3), solitamente di spessore sottile, è caratterizzata dall’avere il coltello della stessa larghezza del ceppo e da una buca ridottissima perché i trucioli, dopo la feritoia, vengono espulsi dalle aperture laterali. Si usa per eseguire incastri, battenti o modanature.

L’incorsatoio è una pialla caratterizzata dalla sagomatura della suola e del coltello in modo da realizzare cornici o modanature, direttamente sul bordo del pezzo.

Le posizioni della piallatura

piallatura manuale
  1. La pialla per legno manuale va portata con due mani, anche quando non è presente l’impugnatura anteriore.È di fondamentale importanza, infatti, mantenerla saldamente a contatto con la superficie e usare (sviluppandola col tempo) la propria sensibilità nel mantenere la planarità anche con le superfici sconnesse o strette come la tavola della foto.
  2. La passata non deve essere continua, da cima a fondo del pezzo: sono le nostre braccia a imprimere lo slancio e le mani a gestire la pressione sull’anteriore e il posteriore dell’utensile, in modo ritmico e armonioso, senza rigidità e impuntamenti che possono generare terribili scalini sulla superficie.
  3. La principale cautela va osservata all’attacco e all’uscita dal pezzo in lavorazione. Per quest’ultima si veda in basso in questa stessa pagina, mentre per l’estremità di attacco della piallatura di un legno, va tenuto morbidissimo il posteriore dell’utensile facendo dominare leggermente la mano sull’anteriore.
  4. La pialla per legno si può usare anche per stondare i bordi di una tavola e il lavoro, soprattutto se il pezzo è grosso, risulta semplice, anzi, è un bel modo per acquisire sensibilità sull’inclinazione dello strumento.

Supporto di piallatura

Un supporto di legno, realizzato come in figura, consente di appoggiare stabilmente il pezzo per poterlo piallare sulla superficie maggiore, trasversalmente (di testa) e a 45°.

Piallatura di testa o trasversale con la pialla per legno

La piallatura di testa, ovvero fatta portando la pialla trasversalmente rispetto al senso delle fibre del legno, presenta delle difficoltà. La più evidente è il fatto che le fibre vanno tranciate e in questo modo offrono molta resistenza al passaggio della lama. In più, presentandosi “a mazzo”, è frequente la presenza di zone di debolezza dell’essenza; questo si traduce nella classica rottura in uscita dal pezzo (1).

Per evitare questo pericolo non bisogna portare a fondo il passaggio, ma fermare l’azione della pialla a 2/3 circa della lunghezza totale della superficie (2), completando poi il terzo mancante approcciandolo dall’altra estremità.

Una soluzione alternativa al problema è quella di bloccare molto saldamente un pezzo di legno di scarto contro la faccia relativa all’uscita della pialla (3). Il legno deve rimanere a filo della superficie da piallare, in modo da trattenere le fibre del pezzo buono sacrificando le sue per la resa del lavoro.

Come affilare le lame

Come affilare le lame della pialla

come piallare il legno

A mano, usando le pietre, o con l’ausilio della mola ad acqua, l’affilatura è operazione da effettuare con la massima cura, soprattutto sui coltelli delle pialle nuove. Sono pochissime infatti, quelle che vengono vendute perfettamente affilate.

Con le pietre vanno fatti più passaggi con grado di smerigliatura progressivamente più fine, a seconda anche di quanto sia rovinato il filo del coltello. Si inizia con grana 800-1200 per spianare rimuovendo più materiale e si passa alla 4000-8000 per rimuovere la bava.

Il passaggio col cuoio è finale e completa l’opera (notare il secondo disco sulla mola).

  1. La pietra (può essere di tipo ad acqua o a olio) va appoggiata su una superficie piana. Sotto si mette un pezzo di stoffa che trattiene la pietra impedendole di scivolare.
  2. La rettifica della parte piana è la prima cosa da fare, usando la pietra a grana 800. La zona importante è quella dei 2-3 centimetri all’estremità del coltello: quando la pietra ha lavorato uniformemente su tutta quell’area, il lavoro è fatto, si può passare al bisello.
  3. Nel caso di un filo particolarmente danneggiato, essendo necessario un passaggio con la mola a secco, bisogna raffreddare ripetutamente il ferro per non rovinare la tempra dell’acciaio.
  4. I passaggi sulla parte piana del coltello sono semplici; più difficile è mantenere l’inclinazione quando si passa alla parte bisellata (solitamente l’angolo è di 30°). Per questo esistono delle guide, cui fissare il coltello, che permettono di mantenere costante l’angolo impostato. Il movimento deve essere rotatorio (molti consigliano di tracciare idealmente un 8); il coltello va tenuto leggermente inclinato di lato.
  5. Quando si stringe il coltello della pialla nel bloccalama della mola con acqua bisogna farlo sporgere quel tanto che basta per ottenere esattamente l’angolo di bisello del coltello stesso (i soliti 30°).
  6. Il passaggio al disco con la striscia di cuoio perfeziona il filo rendendolo tagliente come un rasoio. Anche in questo caso va fatto prima un passaggio su un lato e poi sull’altro.

Il filo della lama

La regolazione della sporgenza del filo della lama dalla suola è la fase più importante. Il filo non deve sporgere più di un millimetro, passando il pollice si deve sentire un lieve risalto.

Il truciolo

La parte di lama che fuoriesce deve essere orizzontale, altrimenti la passata asporterà un truciolo a sezione variabile. Se la lama sporge troppo la pialla si impunterà sul legno.

Smontare, rimontare e regolare il coltello

piallare il legno

lavorare il legno

  1. Se per mandare giù il coltello all’interno della fessura basta picchiarci sopra con il martello, per farlo arretrare, allentando nel contempo la pressione del cuneo che lo blocca, si usa sempre il martello, ma picchiando sul retro della pialla. Se è presente il ferro di battuta si può usare un martello comune, altrimenti, per non rovinare il retro della pialla, va usato un mazzuolo di legno.
  2. Per sbloccare la lama va comunque estratto il cuneo di legno. Si appoggia la pialla su un fianco sul banco da lavoro e si forza il cuneo con movimenti laterali oscillanti sino a che si allenta del tutto.
  3. Il cuneo si estrae. Spesso anche questo presenta all’estremità una bisellatura di cui va osservato il verso, al momento di rimontare il coltello. La bisellatura permette di applicare alla mola un tacco di legno più robusto, quindi che supporta meglio il coltello, senza fare spessore nel punto della feritoia.
  4. Per tutte le operazioni di manutenzione e affilatura, il coltello e il controferro, se presente, vanno separati. Il coltello, in questo caso, ha una lunga asola che permette il libero posizionamento e la rimozione del controferro, trattenuto da una grossa vite.
  5. Una volta affilato il coltello, si rimonta il controferro accoppiandolo nel senso corretto. Fra i due ci deve essere un lieve scostamento, ovvero il controferro deve rimanere leggermente arretrato rispetto al coltello, di una misura minima, che dipende anche dall’altezza di piallatura e dalla qualità del legno da piallare.
  6. Se l’altezza è minima e il legno è duro e compatto, lo scostamento deve essere molto ridotto, meno di un millimetro.
  7. L’insieme lama-controferro si riposiziona nella pialla a mano per legno. Notare che la buca presenta uno scasso per l’alloggiamento della testa della vite che sporge dietro il coltello.
  8. In questo modo, inserendo successivamente il cuneo di ritenzione, questo riesce a imprimere al coltello una pressione uniforme contro la parete della buca, stabilizzandolo a dovere e impedendo le dannosissime vibrazioni all’estremità del filo.

Pialla legno – Ricciolo e feritoia

Pialla manuale per legno 13
Quando l’ampiezza della feritoia è regolabile ci si deve assicurare di mantenerla sempre più stretta possibile. In questo modo si garantisce la migliore azione sul legno da parte del coltello, senza l’innesco di vibrazioni. Ovviamente bisogna consentire al truciolo di passare senza che venga trattenuto e ingolfi la feritoia stessa e la buca. Questo può succedere maggiormente con legni teneri, con coltello regolato su alti spessori di piallatura.

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