L’argilla impastata con acqua si utilizza da tempi remoti, prima per ottenere recipienti per cibo e bevande, oggi per lo più per oggetti decorativi come questo centrotavola in argilla: vediamo le fasi da seguire per ottenere un buon risultato
I pani di argilla si trovano in commercio chiusi in sacchetti di plastica, dai quali si preleva la quantità necessaria, la si impasta a mano con acqua, a lungo, fino a ottenere una certa plasticità.
Gli oggetti possono essere ottenuti per semplice manipolazione, per formatura in stampi o per tornitura su piatti girevoli (vasellame): per elaborare questo centrotavola si utilizza la prima tecnica, sagomando uno a uno i vari elementi della composizione e unendoli di volta in volta con la barbottina. Questa non è altro che la stessa argilla miscelata con una quantità d’acqua eccessiva, fino a ottenere una poltiglia che si comporta come una colla, da conservare a parte. Con una prima cottura l’argilla diventa dura come la pietra e si colora con smalti stabilizzabili con una seconda cottura.
Per asportare dal pane d’argilla la quantità di materiale da lavorare si utilizza un filo metallico ritorto alle estremità su due bastoncini (o su due tappi di sughero). Per poter riutilizzare l’argilla già prelevata e avanzata a fine lavoro occorre avvolgerla in uno straccio bagnato onde evitare che si asciughi.
Cosa serve per modellare
Le mirette sono tipici attrezzi da ceramista con il corpo di legno e profili sagomati metallici alle estremità che servono per asportare in modo mirato l’impasto; occorrono poi stecchi per le incisioni, spatole di legno e metalliche, taglierini. A portata di mano spugne, stracci e mattarello, oltre al filo metallico.
Passo passo la realizzazione del centrotavola in argilla
- Da due pezzi poco più grossi di un pugno modelliamo i cordoni quanto più possibile regolari, utilizzando come base una tavoletta di legno.
- Intrecciamo più volte i cordoni in modo da formare una specie di “ghirlanda” ; spalmiamo un po’ di barbottina sulle estremità per unirle e rimodellare la chiusura in modo invisibile.
- Con il mattarello appiattiamo un altro pezzo di argilla, dal quale ritagliamo le foglie per la composizione.
- Aiutandoci con le mani, facciamo assumere a ciascuna foglia una forma concava e tracciamo le venature.
- Valutiamo la disposizione delle foglie sulla ghirlanda, formiamo le sedi nei punti prestabiliti e incolliamole, sempre utilizzando la barbottina.
- Per la preparazione dei melograni interi basta formare palline di argilla abbastanza regolari: un po’ di pazienza occorre per quelli aperti, in quanto bisogna ricavare un’apertura lavorando di miretta e, all’interno di questa, disporre ordinatamente le palline più piccole che costituiscono i semi.
- Completiamo via via la composizione aggiungendo foglie negli interstizi tra un frutto e l’altro: al termine non devono rimanere spazi vuoti. Al centro si nota già la base centrale predisposta per il cero, modellata a forma concava.
Le superfici destinate a essere lisce vanno levigate in due fasi: durante il processo di essiccazione dell’argila e a essiccazione ultimata, prima della cottura. Si può utilizzare paglietta fine o una spugnetta. - Naturalmente, dopo aver sistemato in posizione ogni singolo particolare del centrotavola, bisogna rimodellare di fino la parte attorno a esso ed eliminare le imperfezioni, nonché arricchire il soggetto con le ultime modanature che gli conferiscono un aspetto realistico.
La prima cottura
In base alla massa dell’oggetto, l’essiccazione può richiedere fino a 2 settimane: durante questo periodo va tenuto in un luogo fresco e asciutto. Lo si pone poi in forno e si procede al preriscaldamento graduale per eliminare l’umidità: la prima ora a 50 °C, la seconda a 100 °C, poi 200 e infine 350 °C. Qui termina l’essiccazione e inizia la cottura vera e propria, lasciando salire la temperatura liberamente fino a 920-950 °C (oltre questo limite gli oggetti possono deformarsi) e mantenendola per circa 10 ore.
La fase finale di raffreddamento richiede altre 10 ore durante le quali il pezzo va lasciato in forno.
La seconda cottura
- Dopo la prima cottura si ottiene il “biscotto”: l’argilla passa dal grigio al bianco e può essere completata dalla colorazione con smalti acrilici.
- Si porta l’oggetto finito nuovamente in forno, per la cottura che stabilizza lo smalto. In questa seconda fase la cottura può salire più rapidamente fino a circa 600 °C quando lo smalto è ancora liquido, poi lentamente fino al punto di fusione, che può arrivare oltre i 1000 °C, ma varia a seconda del tipo di smalto utilizzato. Il nostro centrotavola in argilla è pronto!