Parola d’ordine: Rifare!

Editoriale tratto da “Rifare Casa n.34 Luglio-Agosto 2014”

Autore: Nicla de Carolis

“Gli Italiani preferiscono le inaugurazioni alle manutenzioni”. Così scriveva nel 1955 in una delle sue tante fulminanti e incisive frasi passate alla storia il grande Leo Longanesi, giornalista, pittore, disegnatore, editore e impagabile aforista.

Purtroppo ancor oggi è così; parliamo di opere importanti come aeroporti, ospedali, carceri, teatri, scuole, edifici, spesso dall’aspetto arrogante e brutto che si impongono vicino ad architetture gentili del passato, inaugurati con discorsi di politici e prelati, mai entrati in funzione per inspiegabili motivi burocratici, finanziari o forse perché l’obiettivo di chi ha gestito le cose non è il raggiungimento della pubblica utilità del progetto. Per non parlare delle “incompiute”: sono talmente tante da aver risvegliato l’interesse di un gruppo di artisti (Alterazioni Video) che nel 2007 ne ha individuate almeno 357, le ha fotografate, riprese con una telecamera, schedate e ha poi allestito una mostra per rendere omaggio a questo “miracolo italico”.
E ora, sotto gli occhi di chi va in Sardegna al mare, c’è anche il complesso della Maddalena (che nel 2009 avrebbe dovuto ospitare il vertice dei grandi della Terra poi fatto a L’Aquila). Lavori portati a termine a tempo di record, con costi ingentissimi, 400 milioni di euro di denaro pubblico,  hanno consegnato 27 mila metri quadrati di edifici, 90 mila metri di aree a terra e 110 mila di mare al nulla di un progetto che prevedeva lussuosi alberghi e yacht club, di fatto mai partito.
Inoltre le previste bonifiche a mare, non effettuate, hanno bloccato il turismo, gli edifici mostrano segni di abbandono e di rapido degrado determinato da vento e salmastro. In più, ogni anno, la Regione Sardegna paga 500 mila euro di Imu per strutture architettoniche di avanguardia in cui, in 4 anni e mezzo, non ha messo piede anima viva.

È chiaro che bisogna dire stop al consumo del territorio e far di tutto per recuperare e riqualificare l’esistente, bello o brutto che sia. La politica dovrebbe gestire gli edifici pubblici con la cura e con la parsimonia che ogni privato ha per casa sua, con manutenzioni accurate e migliorie che tengano conto dell’importante patrimonio architettonico della nostra bella Italia.
Ristrutturare, riqualificare, rifare dovrebbero essere queste le parole d’ordine per pubbliche amministrazioni e privati, un progetto concreto, perseguibile a lungo negli anni e portatore in immediato di vantaggi in termini economici ed estetici.
Il recupero dell’esistente è da sempre il fil rouge dei nostri contenuti e, anche in questo numero, abbiamo uno speciale dedicato alla ristrutturazione di un bilocale seguito passo passo, la riqualificazione di una villetta anni ‘50 che passa da classe energetica G ad A, il recupero di un seminterrato con un’importante impermeabilizzazione. Vi proponiamo persino la trasformazione in appartamento di un vagone ferroviario dismesso con tanto di pareti, pavimenti e vetri isolati…

Complesso della Maddalena
Il merletto di vetro e acciaio del centro congressi, che fa parte di una delle costosissime strutture costruite per il G8 del 2009 all’isola della Maddalena, si sta sgretolando.

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