Abilità far da sé e robot

Tratto da “Far da sé n.476 – Settembre 2017″

Autore: Nicla de Carolis

Quasi la metà (il 49%) dei lavori svolti oggi nel mondo da persone fisiche potranno essere automatizzati: così dice l’ultimo rapporto McKinsey (A Future That Works: Automation, Employment, and Productivity) l’istituto americano che dal 1990 fa ricerche per comprendere l’andamento dell’economia globale in evoluzione.

Ma questo dato così inquietante, anche se in Italia non sembra che la cosa desti molte preoccupazioni, è già sotto i nostri occhi: la cassa/sportello automatico sostituisce il bancario; un’ecatombe occupazionale in Italia con 17.500 esuberi nei primi 7 mesi del 2017.

Amazon e le vendite su internet in generale cancellano commessi e agenti di commercio; per gestire un milione di fatturato ad Amazon bastano 0,9 persone, neanche una “intera”, mentre lo stesso fatturato gestito in un negozio fisico richiede 3,5 persone e così i negozi chiudono.

Tutti i siti dedicati al turismo da Airbnb a Booking cancellano gli addetti degli hotel e delle agenzie di viaggio. L’email riduce drasticamente il lavoro del postino. App e siti web si sostituiscono ai telefonisti dei call center. I robot sostituiscono gli operai e i camerieri; in Cina ci sono già ristoranti con uno staff quasi interamente costituito da robot, alti circa un metro e mezzo, che cucinano e servono al tavolo muovendosi su binari e intrattenendo i clienti con dieci espressioni facciali buone per tutti, dai bambini agli adulti.

Con una ricarica di due ore garantiscono un’autonomia di cinque ore lavorative e il loro costo va dai 3.800 ai 26.000 dollari. Dopo la prima rivoluzione industriale, quella della macchina a vapore e del carbone, (da fine del Settecento), la seconda, quella del motore a scoppio, dell’elettricità, (dal 1870) e la terza, quella dell’energia atomica, dell’astronautica e dell’informatica che prese il via dopo la seconda guerra mondiale, la quarta rivoluzione industriale (Industria 4.0) di cui tanto si parla, indica una tendenza dell’automazione migliorata da nuove tecnologie per aumentare la produttività e la qualità produttiva degli impianti.

Obiettivo/risultato: da un lato la diminuzione dei costi produttivi e l’aumento dei margini, dall’altro un’incontestabile diminuzione dei posti di lavoro che non richiedono specializzazioni o particolari capacità; posti di lavoro che, a quanto pare, non potranno essere assorbiti tutti dal terziario, il settore dei servizi, colpito anch’esso, come abbiamo visto, da un progresso che ha sempre meno bisogno di persone/lavoratori. E in questo senso, la logica sfugge. Per fortuna i giovani italiani cominciano ad apprezzare e intraprendere lavori che fanno delle capacità manuali e della tradizione la base a cui aggiungere innovazione. Lavori come il cuoco, l’agricoltore, solo per fare due esempi, ma ce ne sarebbero moltissimi altri; potrà mai un robot fare i ravioli come un bravo cuoco? Quante sono le sfumature, inarrivabili per un robot, che rendono unico un piatto? E per venire a noi, potrà mai un robot avvicinarsi alle capacità di un eclettico far da sé, alla sua vivacità e alla sua esperienza che gli consentono in situazioni diverse di “improvvisare” risolvendo problemi e creando realizzazioni calibrate su misura? Penso proprio di no. Quindi vista l’evoluzione delle cose, credo che l’abilità far da sé, insieme a tante altre che fanno parte della nostra cultura, sia più che mai da tramandare e coltivare.

 

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