Tratto da “Far da sé n.541 – Febbraio/Marzo 2025″
Autore: Nicla de Carolis
Sentiamo spesso utilizzare fai da te in senso dispregiativo, per classificare una certa azione fatta male da dilettanti e l’accezione negativa, che viene data alla passione/stile di vita di chi legge questa questa rivista, non ci fa certo piacere. Ma pare che alcuni intellettuali adesso la utilizzino per definire azioni e pensieri controcorrente; dico questo perché qualche giorno fa ho partecipato a una trasmissione della radio Svizzera dal titolo “Pensiero fai-da-te. Idee fuori dal coro.” Gli ospiti della trasmissione culturale, che nulla avevano a che fare con il DIY, hanno citato come portatori di pensiero fai da te l’imprenditore Adriano Olivetti e la fondatrice dei FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, Giulia Maria Crespi; personaggi davvero importanti nel mondo dell’imprenditoria e del sociale, ciascuno con idee e progetti innovativi che hanno messo in pratica attraverso la ricerca del bene comune, la difesa della bellezza d’Italia, ma anche attraverso un concreto fare, la sperimentazione, gli errori.
Sia pur con realizzazioni molto più modeste, le analogie del procedere e del pensiero di questi grandi con quelle dei fardasé sono chiare: anche loro hanno rappresentato con il loro fare e il loro creare cultura un esempio di voci che contrasta un potente, ammaliante pensiero unico a cui è difficile sottrarsi. Da sempre il fardasé rifiuta una realtà che ci vorrebbe tutti consumatori acritici, passivi e obbedienti: curiosità e preparazione, indipendenza dalle mode e dai gusti degli altri, inventiva, naturale rispetto dell’ambiente e riutilizzo di oggetti e materiali grazie alla capacità manuale, sono solo alcune delle qualità che li caratterizzano.
Ogni numero di questa rivista è la concreta, inconfutabile testimonianza di tutto ciò: dal vassoio nato dall’idea della nostra lettrice Claudia Pasqualotto per portare bicchieri e bottiglia dell’aperitivo senza rischio farli cadere, al recupero del telaio di un tavolino da esterno, realizzato da Paolo Laino, che ha trovato nuova vita grazie al sapiente utilizzo di tavole di bancale. Solo da questi due piccoli esempi viene fuori l’essere fuori dal coro, un coro che avrebbe commentato dicendo “… ma non avresti fatto prima a comprarne uno nuovo?”
Molto gratificati dal fatto che intellettuali abbiano riconosciuto la valenza dello stile di vita dei lettori di questa rivista, facendola propria nel loro campo, rivendichiamo la paternità e il significato di “pensiero far da sé”.